
Claudio avrebbe saputo di essere ammalato poco dopo aver scritto le ultime frasi di quella che lui chiamava l’Opera e Susanna l’Epopeia, consapevoli come erano, entrambi, di aver creato qualcosa di unico e universale."
Susanna Schimperna è giornalista, scrittrice, autrice, opinionista, critica e conduttrice di programmi radiotelevisivi, studiosa di astrologia.
Intervista a cura di Annamaria Pecoraro

Nel 2009, per iniziativa di Claudio e quando non ci eravamo ancora incontrati. Ci eravamo scambiati solo qualche mail e dei doni, ovvero Claudio mi aveva mandato il dvd con il suo film “Pedra Mendalza”, e lui da me aveva voluto un po’ di numeri di “Blue”, che era un giornale che ho diretto fino al 2000. Dopo questo scambio sempre Claudio mi chiese: -“Perché non proviamo a fare qualcosa insieme?”, e cominciò a elencarmi una lista di cose, fino a quando mi disse: “Io ti scrivo una frase, se ti piace e ne hai voglia continua tu, magari ne esce un atto psicomagico”. Non conoscevo assolutamente niente delle sue canzoni. La frase che mi scrisse fu: “Ho cominciato a circondare il nemico: sto danzando in cerchio intorno a me stesso”. A me è piaciuta molto e ho subito risposto con un’altra frase. Abbiamo cominciato così questo progetto, senza sapere cosa fosse, anche se credo lui sapesse già, che sarebbe diventato un poema. Siamo andati avanti fino a fare dodici capitoli. Prima di incontrarci ci siamo detti tante cose di noi, c’è un capitolo intero dedicato a questo. Nel poema racconto prima che noi ci incontrassimo quello che scrivevo in poesia quando avevo 15 anni. Pensa che i primi sei capitoli ovvero l’intera metà del poema sono stati scritti prima che ci incontrassimo. Nel primo racconto l’innamoramento. Ci siamo innamorati scrivendoci, senza esserci mai parlati prima, poi dopo la prima telefonata eravamo già lì a fare progetti per il futuro. Dal secondo capitolo fino al sesto, arriva il racconto parallelo delle nostre vite, dal settimo il racconto della nostra vita insieme perché ormai ci eravamo incontrati.
2) Dodici capitoli scanditi come l’arco di un anno ma che può essere inteso anche come una vita?
Esatto, scritti tra l’altro in quasi dodici mesi: la cosa è stata casuale, perché non avevamo programmato di fare dodici capitoli, un capitolo al mese. Semplicemente, arrivati alla fine del dodicesimo capitolo ci siamo resi conto di aver scritto tutto quello che avevamo da dire. Quando abbiamo chiuso il poema era il marzo del 2010 e Claudio era già molto sofferente; ancora non sapevamo cosa avesse, i tanti medici interpellati avevano dato diagnosi diverse ma tutte puntavano su una questione ortopedica. Praticamente finimmo il poema prima di sapere la brutta notizia delle vere condizioni di salute di Claudio: tumore all’ultimo stadio. Praticamente da parte mia non ho più messo mano all’opera, al contrario di Claudio che invece lo ricontrollava spesso, nonostante tutte le cose che aveva da fare. Infatti dopo che ci eravamo conosciuti Claudio aveva finalmente ricominciato a comporre, cosa questa che non aveva più voglia di fare da tantissimo tempo. Aveva ricominciato con gioia infinita a scrivere un pezzo dietro l’altro fino a comporre il disco dal titolo “In alto”, che avrebbe voluto dedicarmi ma che io non avevo mai voluto facesse... mi irritava il fatto di apparire come "la compagna di", alla quale vengono dedicate le cose.
3) Ma forse aveva una visione diversa e voleva dedicartelo non per esaltarti, ma bensì per ringraziarti che aveva raggiunto la sua vetta anche grazie a te?
Sicuramente hai ragione, ma era il mio lato adolescenziale che in quel momento prevaleva, il mio essere bastian contraria e dire sempre “NO” a prescindere. Lui avrebbe esibito il nostro amore dappertutto, io lo frenavo tantissimo. Vedi come va la vita: poi dopo ho cominciato io a parlare continuamente di lui, fino a pubblicare finalmente il nostro libro quando però lui non può più vederlo, esserne contento.
4) Invece credo che in qualche modo lui veda e sappia di tutto ciò che fai nel vostro nome…
Senza cercare motivazioni esoteriche, io sapevo che lui avrebbe voluto questa pubblicazione e sul fatto di pubblicare il poema ero d’accordo. Anche se rimandavo di continuo, visto che per me era molto difficile rimetterci mano. Devi sapere una cosa, tutto quello che noi abbiamo vissuto insieme fino al momento della diagnosi atroce della malattia era stato vissuto in una dimensione magica, bellissima, fatta di corse libere. Claudio aveva il corpo di un sedicenne e noi sembravamo una coppia di ragazzi. Poi, improvvisamente, l’impatto con la sedia a rotelle.
5) Cosa hai imparato da Claudio?
A non piangermi addosso, ad essere più coraggiosa e positiva. Ho imparato non a credere, perché io non "credo" a nulla, ma perlomeno a domandarmi se non ci sia un perché a tutto e in tutto. Ho imparato a non aver paura di parlare dell’Amore, e a sentire che nonostante tutto, se davvero vissuto intensamente, nulla è perso... come il titolo del suo ultimo album con Gianni Maroccolo, "Vdb23/nulla è andato perso".
6) Progetti futuri?
Continuo a scrivere libri, ho appena pubblicato il saggio "Eterne adolescenti", sto lavorando a un'altra opera. Ma sicuramente desidero moltissimo portare avanti questo “Volo magico”, cercare di farlo conoscere a più persone possibile. La poesia può essere vista qualcosa di “nicchia”, ed è sbagliato. Quando riesce a donare sana follia, passione, dolcezza, fiducia... quando è una finestra su qualcosa che assomiglia o è un'illuminazione... allora diventa un grande strumento per mettere in moto le nostre potenzialità migliori, e addirittura, secondo me, un potente mezzo di conoscenza.
Dulcinea Annamaria Pecoraro

IL MIO VOLO MAGICO CON CLAUDIO ROCCHI
Collana: Campi di Stelle
Prezzo: 4,99 € (ebook) – 12,50€ (libro)
ISBN: 9788898555154 (ebook) – 9788898555222 (libro)
Edizione: 14 settembre 2015
Pagine: 144
Formato: PDF, ePub, Kindle, libro
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