"Non c'è niente di più terribile, nè di diabolico, per un uomo o per una donna, che convivere ogni giorno, dividendo tempo e spazi, con una persona incapace di mostrare amore e stima"
Ispirato ad un fatto di cronaca, il libro è dedicato a Hina Saleem (uccisa in Italia nel 2006 dai suoi parenti perché non si volle adeguare agli usi tradizionali della sua cultura d’origine) e alle altre martiri della sopraffazione morale e religiosa, paladine di milioni di donne che, come loro,
reclamano il diritto di scegliere come condurre la propria vita.
Recensione a cura di Annamaria Pecoraro

di Patrizio Pacioni
Melino Nerella Edizioni 2013
Genere Gialli, polizieschi e noir
Patrizio Pacioni: scrittore, blogger, drammaturgo.nato a Roma, è autore di dieci romanzi. Esordisce con Un lungo addio (1997) e di una raccolta di racconti, Delitti & Diletti (2010) scritta a quattro mani con la bellunese Lorella De Bon, oltre a numerose pièces teatrali, per lo più di genere brillante. Dopo una serie di noir, thrilling e romanzi drammatici, nel 2006 l’approdo al giallo d’impianto classico con la creazione del commissario Leonardo Cardona, scomodo poliziotto che compare per la prima volta in Essemmesse e ritorna da protagonista nelle tre opere successive. Il suo sito www.patriziopacioni.it costituisce da tempo un frequentato osservatorio su ogni tipo di produzione artistica, aperto all’informazione e al sociale, e al tempo stesso un costante riferimento per gli autori emergenti. Nel collegato blog www.patriziopacioni.com/cardona è stata invece creata, in modo virtuale ma del tutto verosimile e realistico, la suggestiva città di Monteselva, sito della fantasia in cui possono prendere libera cittadinanza scrittori, lettori e semplici curiosi.
“Il Guaito delle giovani volpi”, un romanzo attuale, attento alla diversità che ci circonda. Monito di un tempo che cambia e che vuole migliorare, creando rapporti, oltre l’indifferenza e le atroci e rigide regole che spesso danneggiano la costruzione di un futuro. Un divenire di incroci, di sguardi, di pagine lette e studiate e di resoconti, indici di come l’integralismo e la religione, se viste non con occhi “umani”, possono corrodere e imbruttire l’animo, portandolo nel baratro dell’assurdo. Una storia che trova radici nel seminare, ovunque siamo, il seme della speranza, dell’amore, della coscienza e correre anche nel rischio dell’incoscienza, il desiderio di fare proprie nuove realtà.
Fatima o Francesca, due nomi che convergono nella stessa persona, che vive concretamente due “vite” diverse, parallele, trovando scontro in ciò che la porta sentirsi confusa e in una prigione. Una donna, sposa-bambina, che corre verso la cultura europea come salvezza e con spirito di libertà, abbracciando anche quello che per tradizione è categoricamente escluso.
Un amore adolescente che si trova di fronte alla brutalità di chi non capisce il senso di vivere la vita nel rispetto dei luoghi, tempi e modi.
La penna di Patrizio Pacioni descrive con impressionate realismo, tanto da lasciare a bocca aperta, frammenti di intimità e di cruda azione, per cui resta davvero difficile non scatenare dentro turbini di emozioni. Un romanzo da leggere tutto d’un fiato, per essere fiamma viva nella coscienza di ogni generazione e trovare sulla ali della libertà, la forza per unire e non dividere, mondi diversi.
Dulcinea Annamaria Pecoraro