Strade diverse, La poetessa Annamaria Pecoraro, in arte Dulcinea è stata invitata a presentare il suo libro, "LE RIME DEL CUORE ATTRAVERSO I PASSI DELL'ANIMA" a Roma, al Caffè Letterario "Mangiaparole", dove da sempre, si offrono aperitivi letterari con presentazioni di libri con la partecipazione di scrittori o poeti. Un bellissimo incontro tra la poetessa ed il suo pubblico, con lettori d'eccezione ed ospiti a sorpresa. L'evento, è stato ben presentato dalla bravissima scrittrice, Michela Zanarella ed analizzato in modo veramente esemplare, dallo scrittore e critico letterario Lorenzo Spurio. Le letture sono state affidate alle splendide interpretazioni di Giuseppe Lorin (Attore Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico"), che ha veramente emozionato interpretando con anima e cuore gli scritti della poetessa del Valdarno. A sorpresa un regalo per Dulcinea, la presenza dell'attore Matteo Tosi, interprete di film e fiction, che ha declamato la poesia "Angelo caduto" di Dulcinea, deliziando il pubblico con la sua interpretazione e col suo sguardo, per la felicità delle signore presenti. In questo evento, è venuta fuori una Dulcinea diversa dal solito, infatti sono state scelte dai due relatori, delle poesie, molto impegnate, da brividi la lettura da parte di Giuseppe Lorin, della poesia "Risiera di San Sabba", che la poetessa ha spiegato, di non aver mai visitato, ma di aver scritto la poesia, ascoltando e vivendo le emozioni di un amico, che era appena ritornato da questo viaggio. Dulcinea colpisce con la sua purezza, la sua enorme sensibilità, la serata non annoia mai ed il tempo vola in compagnia delle sue parole e soprattutto delle sue poesie, bella l'interazione col pubblico presente. L'evento ha visto la partecipazione di Alessandro Bellomarini (poeta, sceneggiatore e paroliere). FB: https://www.facebook.com/pages/Dulcinea-Annamaria-Pecoraro/372751229446260 Roberto Bruno
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Tra strade da percorrere, Le rime del cuore attraverso i passi dell’anima di Dulcinea (Annamaria Pecoraro) Lettere Animate Editore, 2012 ISBN: 9788897801467 Pagine: 178 Costo: 12€ Recensione di Lorenzo Spurio La prima cosa che va detta è che la poesia di Dulcinea, pseudonimo di Annamaria Pecoraro, è pervasa da immagini edeniche e suadenti dalle quali si esaltano valori importanti (si noti, ad esempio i continui e mai banali riferimenti alla religione cristiana) e ancor più ai sentimenti puri: amore, amicizia, ma non solo. La poetessa è un’anima sensibile che non può far a meno di tracciare sulla carta quello che vive, quello che spera o, addirittura, quello che teme. Non si censura mai, non ci sono limiti a questa poetica che, infatti, non conosce ostacoli né zone d’ombra. La poetessa con un linguaggio pacato e dolce permette al lettore di imboccare un percorso in territori quasi mitici per il loro essere talmente pacificanti e godibili, in un mondo come il nostro dove, invece, domina la frenesia e l’invidia o quello che la poetessa definisce “un mondo/ dove l’ipocrisia avvolge”, in “Diversi e complementari”, p. 46). Di contro a rimandi al cattolicesimo come “Sguardo nella croce” risultata finalista nel 2010 alla II Edizione del Premio Vivarium ad Honorem di Giovanni Paolo II o alla citazione iniziale di Madre Teresa, in altre poesie si respira, invece, un senso d’apertura e sospensione, quasi d’incertezza e d’ineludibilità, convogliate e personificate nella figura del destino: un destino visto come futuro incerto, come ipotesi o dubbio, mai come tragico, inesorabile e beffardo. Ed è anche in questo che mi sento di dire con una certa sicurezza che la silloge non conosce tristezza e dolore, nel senso esteso del termine; ci sono la malinconia, l’oblio, le false speranze, il ricordo amaro, la nostalgia, le lacrime, ma tutto è volto poi sempre alla “ri-scoperta” del sé, alla rivalutazione di sé e del rapporto con il mondo: ecco il significato delle “lacrime raccolte/ trasformate in diamanti” (in “Anima mia”, p. 57). Ogni sofferenza, ogni momento traumatico, anche se non verrà mai cancellato, verrà però mitigato e addolcito, tanto che il ricordo non sarà mai talmente doloroso da tentare il rifiuto. E questo è sinonimo di amore, di amore verso il tempo (“Non chiedere il perché/ ogni singolo granello scorre,/ con il suo tempo, nella clessidra della vita”, in “Milonga dell’Angel”, p. 66), che solitamente viene visto, invece, come nemico numero uno, ed amore verso se stessa. Perché, com’è noto, per amare gli altri bisogna prima amare se stessi. Non si tratta di una frivola banalità, ma di una realtà concreta. L’amore è presente in ogni lirica, o meglio bisognerebbe dire in ogni strofa, se non addirittura in ogni verso, ma è un amore eterogeneo e che non si riferisce solamente all’amato e quindi a un amore di coppia, a un amore che fa riferimento a un rapporto totalizzante tra gli amanti vissuto però come ringraziamento a Dio, ma molte liriche trattano dell’amore verso l’altro, qualsiasi sia l’altro, con un’evidente animo filantropico e solidaristico (“Non ti ho cercato/ e sei arrivato”, in “Fratello”, p. 44) che è proprio della stessa scrittrice. Chi ha avuto modo di conoscerla sarà infatti concorde con me in questo pensiero. L’amore di Dulcinea è l’amore verso l’amore, ossia verso tutto quello che nel mondo è causa e prodotto dell’autenticità e della bontà del genere umano. Ed è per questo che c’è sempre un richiamo all’unità, alla condivisione, all’apertura, al confronto, al saper “condividere” esperienze comuni, anche quando per carattere e sensibilità si è diversi: Strade diverse, possono insieme camminare, anche quando il dubbio sconvolge? Anche quando i tempi, spingono avversi? (in “Diversi e complementari”, p. 46) Si potrebbe pensare, allora, che la silloge condivida una impostazione utopistica, che fa cioè delle “buone cose” una esaltazione ridondante che, ahimé, non corrisponde alla realtà contemporanea nella quale siamo chiamati a vivere. Ma sostenere qualcosa del genere significherebbe sbagliarsi di grosso e soprattutto non comprendere il vero animo della poetessa: Dulcinea, infatti, ricerca la bontà proprio nella semplicità, nei piccoli gesti che, apparentemente effimeri, ricoprono invece valore. Ed è qui la ricchezza, non tanto contenutistica, ma sensoriale che la poetessa è in grado di trasmettere, come nella bellissima “Rose rosse” dove sì il fiore è connotato per la sua bellezza, per i petali ed i boccioli, ma è allo stesso tempo il “luogo” dove nascono spine. Immagine semplice, ma che fa riflettere. E in questo percorso di “ri-scoperta” che la poetessa ci invita a fare sono di grande importanza le foto che, pur essendo in bianco e nero, arricchiscono l’intera silloge. Degna di nota anche le composizione scritta a quattro mani con la poetessa Antonella Ronzulli, i commenti critici di validi scrittori tra cui Luciano Somma e Michela Zanarella, solo per citarne alcuni, e le varie liriche tradotte anche in altre lingue, segno evidente che la poesia di Dulcinea sia ampiamente apprezzata, non solo nel Belpaese, ma che deve essere tradotta, tramandata e ricreata abbattendo ostacoli o frontiere di ciascun tipo. Una poesia talmente potente rende merito davvero a questo genere che in molti vogliono “morto” o “abusato”. Annamaria non gioca con le parole, le dispone una dietro all’altra come lente pennellate di un pittore. Il risultato è notevole: ne fuoriescono immagini profumate e indelebili. Ho letto, ogni tuo frammento di vita, ho toccato, le tue stelle con il dito. Ho visto i tuoi desideri, poiché erano anche i miei. (in “Anima mia”, p. 57) LORENZO SPURIO (scrittore, critico-recensionista) Jesi, 23-03-2013 ANNAMARIA PECORARO, in arte Dulcinea, è nata nel 1981. Poetessa e collaboratrice per riviste cartacee e online e per diverse radio italiane ed estere, collabora anche con “Domus Aurea Magazine” di Laura Stradaroli, la rivista “Euterpe” diretta da Lorenzo Spurio e la rivista “Lu Papanzicu” di Filippo Cassaro. Giurata in concorsi di poesia, ha ricevuto numerose menzioni nazionali e internazionali. E’ presente in varie antologie poetiche ed è co-autrice di testi e di canzoni protetti in Siae con il cantautore siciliano Paolo Filippi.
Acquisto:http://www.ibs.it/code/9788897801467/pecoraro-annamaria-d/rime-del-cuore-attraverso.html Dulcinea A.P. © 2012 Opera di Anna Capoccetta Le Rime del Cuore attraverso i Passi dell’Anima di Annamaria Dulcinea Pecoraro Lettere Animate Editore ISBN : 978-88-97801-46-7 PAGINE : 178 Acquisto: 1)Direttamente l'autrice: dulcinea_981@yahoo.it 2) tramite lo shop di lettere animate: http://www.lettereanimate.com/eshop/index.php?route=product%2Fproduct&path=59&product_id=93, 3) Ordinabile in qualsiasi libreria :) 4) IBS: http://www.ibs.it/code/9788897801467/pecoraro-annamaria-d-/rime-del-cuore.html 5) via paypal: http://deliriprogressivi.weebly.com/eventi.html (qui trovate anche il carrello per acquistare)♥ Recensione a Cura della Poetessa Annamaria Vezio Se poeta è colui che osa discendere e appoggiarsi nei meandri dell’anima e poi carpirne la luce per portarla agli altri, Annamaria Dulcinea Pecoraro è Poeta. In Le Rime del Cuore attraverso i Passi dell’Anima, in ogni lirica, e dico in ogni, Annamaria trae dai colori sconosciuti alla vista, elegiaci pannelli di immagini di vita, e delicatamente li pone nell’ insieme ordinato di poesia. “Passi” apre il percorso in punta di piedi nel lungo e infinito cammino dell’anima rivolta alla Conoscenza, cammino che passo dopo passo ci conduce nell’esistenza giornaliera, ché Annamaria non si smarrisce in filosofie e teorie di vita da appuntare su ibridi fogli, Annamaria racconta il suono di ogni movenza, e ne fa musica che ci aiuta a meglio fonderci con la voce dell’interiore, ci pone all’ascolto del movimento, del flusso, del respiro dell’anima: passi lenti distratti volanti rassicuranti, mani sorrisi giochi, primi passi ultimi fermi incessanti, passo su passo, piccoli grandi. Passi. Passi di ogni giorno del nostro giorno, fino all’infinito, fino al contatto con noi stessi, con il nucleo dell’Essenza, a svelarne il mistero. Annamaria, viandante etereo, svela saggezza. Nella fibra di Annamaria l’amore universale è un canto; nel coro, gli elementi che costituiscono il nostro essere persona, all’unisono scandiscono la frammentazione dell’anima per poi armonizzarne la sua congiunzione, mi sovviene in un sussurro l’incedere delle strofe nella mirabile “Rinascere ancora” per guardare la sorte e con ali da fenice vibrare. Quale volo segue l’autrice se ha così estese panoramiche, a quali fonti imbeve la sua conoscenza, se ogni suo pensiero è seme di vita? Ogni poesia è specchio dalle grandi cornici nel quale la Vita contempla la sua bellezza arcana, Chiaroscuri è guardarsi e vedersi, scrutati dall’immagine stessa di sé. Ma quale lirica non ci consente di essere specchio e riflesso, Le Rime del Cuore attraverso i Passi dell’Anima, è il compendio dell’esistenza dell’Anima itinerante teneramente trasmutata in sembianza di Opera Letteraria. Leggere questa opera è come danzare ondeggiando nelle antiche gesta di semidei in conflitto tra il loro Sapere nella condizione di anima profusa di divinità, ed il Sapere infuso nell’Umano costretto nella prigione del corpo; leggere Annamaria è tornare a fonderci nell’aria balsamica della poesia per fluttuare fra le onde dell’ immenso oceano di cui ella è elemento, e perdersi nella Poesia: incommensurabile dono di cui la poetessa è portatrice. E nella “sapienza di semidio costretto nella prigione del corpo” le accorate denunce/preghiere in meste considerazioni del dolore partorito dalla crudeltà del potere, della morte, dell’abbandono degli altri e di se stessi, e in Mai più, in Risiera di san Sabba, in Muri, in Ci sono cose (per citarne alcune), palesa la sua percezione attenta ad ogni sofferenza umana, ma soprattutto a quella personale sofferenza che scuote tutto l’interiore dell’autrice a cagione della disarmonia a cui è costretta ad assistere, e come bimbo nella sua pura vibrazione d’amore, ne urla il disagio. Soffuse di magnificenza le sue strofe ora innamorate, ora meste, ora precipuo contatto con la Luce. e quindi esplicative sintonie con l’Universo. Ma sempre, in ogni singolo termine, la costante è l’emozione, gravida dispensatrice di caleidoscopici colori che sgorgano dalla stessa matrice: l’Anima. La commozione e l’ascesa costante del flusso emozionale di questa Opera, mi rapisce e mi pervade della gloria del sentimento. Vieni e seguimi è il più dolce e accorato canto che un figlio possa mai intonare al proprio padre; ma come posso soffermarmi sull’una o sull’altra lirica se il Tutto parla una lingua altissima? Non vi è lirica da cui non traspare, dalle sue sfumature o dai contorni o dal mirabile contenuto, una gran conoscenza dello spirito umano, non è introspezione fine a se stessa, è magico interloquire con lo spirito del Cosmo. È Annamaria Dulcinea Pecoraro, un’anima sospesa tra i mondi conosciuti e le sfere ignorate, se della sua saggia consapevolezza ne sa ornare ogni suo rigo? Dalla penna questa grande donna, spalma la sua essenza e di reale impregna l’Anima, e grazie alla sua forte empatia, la decifriamo, rapiti. O forse no, non la decifriamo, la percepiamo e nell’onda magica, la viviamo. Resto muta davanti a tanta potenza espressiva così sapientemente enunciata, altro non so dire se non che poche sono le Anime che sanno librarsi così in alto. Tu Annamaria, resta sempre nei nostri cieli e portaci le Voci vibrazione del Cosmo, ché tu sei messaggera dell’ancestrale Mondo che ci vede tutti suoi figli, ma distratti. 7dicembre 2012 Annamaria Vezio |
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