“Alina. Autobiografia di una schiava” con un parterre d’eccezione: il 12 dicembre nel capoluogo abruzzese presenziano infatti e introducono il giovane psicologo e scrittore romano il sindaco di L’Aquila Massimo Cialente e Gilda Panella, Coordinatrice Provinciale delle Donne del Partito Democratico.
Il libro, edito da Edizioni Draw up, racconta in prima persona una vicenda come tante, purtroppo: la vicenda della diciassettenne Alina che non ha scelto di vendere il proprio corpo ma che si ritrova costretta a farlo in una sorta di estraniamento dissociativo atto a sopravvivere: «Il mio corpo è diventato una macchina esterna a me, capace di produrre piacere agli altri, mentre io sto lì, ad aspettare che quelle bestie finiscano…»
Giovanni Garufi Bozza non è nuovo alla trattazione di tematiche sociali, anche in virtù della sua professione e del suo background culturale e spiega in maniera elegante come sia stato importante ma difficile raggiungere a livello empatico la prima persona e quindi narrare come se fosse Alina stessa a parlare del proprio dolore di schiava.
La coordinatrice Gilda Panella ha infatti commentato che è assolutamente giusto ed utile che, in un contesto feroce come quello attuale in cui le donne vengono uccise per il solo fatto di essere donne (in questo consiste il femminicidio), sia proprio un uomo ad immedesimarsi nel dolore e nella paura delle donne in generale e di Alina in particolare.
Il libro contiene la prefazione di Ilaria Fanton e, alla fine, una postfazione e un invito dello stesso autore a contattarlo per commenti con tanto di indirizzo di posta elettronica personale: un modo gradevole e innovativo per non “chiudere l’argomento” una volta terminata la lettura.
Alessandra Prospero