
Alessandro Bellomarini.
La recensione di Deliri Progressivi
Il ritorno di Alessandro Bellomarini è di grande impatto.
Se in passato lo conoscevamo come poeta, autore teatrale e di canzoni, adesso lo ritroviamo nella nuova veste di scrittore di fantascienza/fantasy/cyberpunk.
La necessità di non essere mai uguale a sé stesso lo ha portato a pubblicare “L'eco del caos-Dimensione A”, il primo tomo di una trilogia che ci porterà in un mondo post apocalittico che Alessandro ha creato da zero, senza tuttavia tralasciare quel contatto terreno e indispensabile con la realtà di oggi, attualizzabile anche in una storia ambientata nel 2150.
Ci troviamo nel 2150 e la terra è ridotta a lunghe distese desertiche e città distrutte e desolate. Nelle zone artiche, il caldo torrido e il gelo più pungente si alternano senza apparente logica. Nell'atmosfera aleggia una strana colorazione giallastra e i pochi uomini rimasti si sono riuniti in tante piccole congregazioni che, chi più chi meno, hanno sviluppato nuove tecnologie, poteri psichici o, addirittura, sono tornate a vivere come barbari, gangster o neocomunisti dittatori.
L'intenzione di entrare in possesso di una pericolosa arma di distruzione di massa sarà il pretesto per farsi la guerra. Non sanno però che c'è una forza più alta di loro che li osserva e li manovra come marionette.
Silver Rope: un chitarrista rock dell'underground newyorkese degli anni '80 del secolo precedente, scoprendo di avere particolari poteri mentali e di essere un semidio, cercherà di modificare il corso degli eventi e salvare l'umanità dalla distruzione.
“L'eco del caos-Dimensione A” è una storia intrigante che, oltre a porci su svariati livelli temporali, ci trasporta lentamente anche verso un parallelismo dimensionale che sono sicuro sarà maggiormente approfondito e sviluppato nei prossimi capitoli della saga. I personaggi sono ben delineati e costruiti con perizia di particolari. Non ci è possibile empatizzare con un “protagonista”, visto che, ognuno a modo suo, è protagonista.
Impossibile non menzionare: "La Divinità”, un cattivo affascinante dalle molteplici anime e dimensioni, capace di veicolare gran parte dell'umanità al suo credo con l'abilità della persuasione.
La musica rock e dei cimeli degli anni '80 e '90 fanno da cornice al racconto, riportandoci clamorosamente indietro nel tempo con la memoria.
La narrazione colpisce con uno stile semplice e asciutto che accosta il romanzo al genere young adult, senza tuttavia perdere quella crudeltà e “gore” che una situazione del genere comporterebbe. Assolutamente da non perdere!