L’incontro con il Poeta Gastone Cappelloni come è nato? È un po' difficile raccontarlo in due parole l’incontro con Gastone, posso solo dire che ci conosciamo da sempre, ci lega una bella amicizia che non riesco a definire. Posso dire che l’amicizia con Gastone è nata senza interessi, che nel tempo non ha tradito mai l’altro. Abbiamo in comune la creatività la voglia di sperimentare e del fare. Così è nata la collaborazione per realizzare la copertina nell'ultimo lavoro di Gastone 6.0 un bellissimo libro di poesie, la prima fu nel 1998, nel suo primo volume di poesie dialettali: “Vorrei ma non posso!”. Concludo dicendo che il tempo passa, le cose cambiano, ma i ricordi restano. “L’arte non insegna niente, tranne il senso della vita”, diceva Henry Miller tu cosa ne pensi? Nel corso della mia vita tante sono state le situazioni più o meno piacevoli che mi hanno fatto rivedere i miei progetti di adolescente prima e da giovane adulto dopo, anche il modo di dipingere ne ha risentito, e la mia continua sperimentazione e ricerca di tecniche nuove e di materiali ne è la prova. L'arte mi ha fatto riflettere e mi ha rimesso in mente che esiste un modo migliore per vivere. Voglio vivere così, in un mondo a colori Ma c'è una nuova realtà da disegnare tutti insieme, progettare il futuro guardando e facendo tesoro del presente Da sempre ha usato l'arte per esprimere i mie pensieri non ho mai scelto di essere un artista perché in verità l’arte è sempre stata dentro di me, è sempre stata un modo di vivere che non ho mai abbandonato e che ancora oggi ho deciso di abbracciare pienamente. Mi sono sempre domandato come si possa dire qualcosa senza dirla, è come cercare delle risposte in pittura è stato per me tutto più semplice, sento e racconto quello che voglio senza aver paura di farlo. Siamo noi che dobbiamo cambiare noi stessi, cambiare gli altri, cambiare il mondo. La copertina di un libro è determinante per catturare la curiosità del lettore. Ovviamente tu prima di essere stato l’artista che ha prodotto l’immagine, ti sei immerso nelle parole di Gastone. Da cosa hai tratto quindi maggiormente ispirazione? La copertina è l’abito del poeta e l’anima del libro, deve catturare il contenuto e la curiosità del lettore, il testo deve fare il resto. La copertina a l’obiettivo preciso di creare l’identità del libro: la figura femminile rappresenta l'ideale di donna a modo mio; né dipingo l'essenza, le emozioni, la bellezza, la sensualità. La donna nei miei dipinti è sempre presente e misteriosa, spesso non ha il volto, ma ha la forza di mostrare tutta la sua femminilità. La mia donna è semplice, ma piena di se ed è questo che si percepisce nelle poesie di Gastone. Che messaggio vorresti lasciare con la tua opera d’arte? Non sempre ciò che si lascia è ciò che si vorrebbe, più che un messaggio vorrei lasciare la mia testimonianza di Artista: le mie emozioni, le mie idee, i miei pensieri, la mia calma. In ogni caso, a prescindere dalla comprensione del messaggio, il mio dipinto testimonia la capacità di superare il banale, lo scontato e le avversità perché la bellezza femminile sconfigge il tempo. Pensi che la Poesia possa sposare il mondo dei colori? Quando inizio a creare un progetto da subito l'opera comincia a mostrare una sua identità, e da questo istante il lavoro inizia ad insegnarmi e mi trasmette una grande emozione. Un Artista come il poeta ha bisogno di sapersi distinguere, di essere diverso dagli altri, la pittura è poesia silenziosa, e la poesia è pittura che parla. L'arte è il modo più prezioso e nobile di esprimere i nostri sogni per aprire i nostri cuori al mondo attraverso i colori, che non sono altro che parole scritte in un foglio bianco. Una volta, se pensiamo alle botteghe rinascimentali, gli artisti erano poeti, ma anche pittori, architetti, ingegneri etc., fondamentale era l’incontro ed il confronto nel e sul posto. Oggi la tecnologia ed internet è un grande mezzo di promozione. Come è il tuo approccio? Le mie creazioni nascono da ciò che scaturisce dalla mia mente: dalla musica che ascolto, dalle persone che mi circondano, e dal vivere in un paese che amo profondamente. La mia non è solo creatività è diversità, è emozionarsi è emozionare, è sperimentare sempre cose nuove, ed è per questo motivo che mi considero la rete un mezzo per conoscere. I Social Network possono essere utilizzati per vincere la crisi non solo materiale ma anche psicologica di chi come me ha perso il lavoro. Sono un creativo che cerca di dare forma alla passione cercando di trasformarla in un mestiere. L’arte difficilmente produce denaro. Frank Zappa diceva: “I più grandi lo sono diventati poi. L'arte consiste nel fare qualcosa di nessun valore e in seguito di venderla.” Tu cosa ne pensi e che messaggio vuoi lasciare ad un giovane che vuole fare il mestiere dell’artista? Gli consiglierei di puntare tutto su se stesso, di sforzarsi di essere creativo, di sapersi distinguere, perché bisogna saper essere “diversi dagli altri” e di non dare importanza all'evento critiche se non sia è convinti della loro sincerità. Link Instagram: fabiogostoli Blog: blog.libero.it/fabiogostoli Twitter: twitter.com/gostolifabio SITO: www.gastonecappelloni.com Intervista a cura di DULCINEA Annamaria Pecoraro
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La parola di seta. Interviste ai poeti d’oggi a cura di Lorenzo Spurio Prefazione di Sandro Gros-Pietro Postfazione di Amedeo Di Sora PoetiKanten Edizioni, 2015 ISBN: 9788899325206 Descrizione: Lo scrittore e critico letterario marchigiano Lorenzo Spurio ha raccolto in questo volume una serie di interviste fatte negli ultimi anni ad esponenti di spicco del panorama culturale letterario legate all’universo della Poesia. Sandro Gros-Pietro nella prefazione osserva: «Per usare la metafora scelta dall’autore, la poesia è una parola di seta, tanto elegante quanto resistente e tenace, pure nella sua leggerezza dell’essere. Il merito maggiore di Lorenzo Spurio, per il quale non smetteremo di essergli grati anche negli anni a venire, è quello di non avere voluto, neppure come idea peregrina o barlume montaliano, propinarci l’ennesimo repertorio sulla poesia italiana d’attualità, cioè una sorta di distillato d’autore sui nomi fondanti e significativi dei bravi poeti che rappresenterebbero il nostro tempo. Lorenzo Spurio non è, dunque, caduto in quel collettore oscuro della vicenda poetica che gorgoglia solo di presunzione e di collusione con il potere editoriale, e che compila le classifiche di merito tra i poeti italiani con la risibilità truffaldina delle hit parade canzonettare, ma al contrario si è mantenuto fedele a una concezione di “viaggio nella conoscenza poetica d’attualità». Tra i poeti intervistati figurano Corrado Calabrò, Marzia Carocci, Ninnj Di Stefano Busà, Fausta Genziana Le Piane, Dante Maffia, Francesco Manna, Fulvia Marconi, Julio Monteiro Martins, Nazario Pardini, Franco Pastore, Renato Pigliacampo, Ugo Piscopo, Anna Scarpetta, Luciano Somma, Antonio Spagnuolo, Rodolfo Vettorello e Lucio Zinna. In appendice una sezione dedicata alle interviste di alcuni giovani promesse poetiche: Iuri Lombardi, Emanuele Marcuccio, Annamaria Pecoraro e Michela Zanarella. All'interno del volume figurano anche poesie proposte in lettura e per un commento ai poeti intervistati. Tra i classici: Marino Moretti, Corrado Govoni, Leonardo Sciascia, Alda Merini, Dario Bellezza, Amelia Rosselli, Antonio Machado, Pedro Salinas, Walt Withman, William Butler Yeats, Sylvia Plath, Bertolt Brecht, Charles Bukowski, Wislawa Szymborska; tra i contemporanei: Paolo Ruffilli, Elisabetta Bagli, Mia Lecomte, Sandra Carresi e Giorgia Catalano. Voce di Bagli Elisabetta Editore EEE-Edizioni Esordienti E-book (collana Poesis) Recensione a cura di Annamaria Pecoraro Nel linguaggio omerico, il poeta “poietes” è il cantore per eccellenza, voce messaggera che interviene trasmettendo e divenendo mezzo percepibile all’orecchio del pubblico o allo sguardo del lettore. Proust nel “Il tempo ritrovato” diceva: «Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.», e forse in questa silloge la Bagli, trova la tenacia di raccontare quanto di più intimo accade nei meandri dell’esistenza, e di evolvere; vocalizzando, giocando, evocando, criticando, confrontando, la sfera del percettibile e dell’umano vissuto, intriso di espressive metafore, che donano estetica, inquietudine, intuizione, originalità alla stessa parola. Interessante il richiamo che si può evidenziare con lo “Ione” di Platone e del legame tra il rapsodo e la poesia, connubio di natura divina. I versi diventano “fiume di vita e la voce inconsapevole, scava profonda nell’anima”. Parlare di entusiasmo o di dolore non è semplice, spesso è più facile costruire muri o nidi, che possano apparire rifugi sicuri e inaccessibili alla sofferenza. Sia sul piano teorico che metafisico, il voler trovare una propria identità nella parola, rappresenta la volontà di crescere e vincere una guerra interiore. Lo stesso Ungaretti diceva: «ciò che segreto rimane in noi, indecifrabile» (il porto sepolto), ed esprimere il proprio tormento o le proprie emozioni diventa voce palpabile, che si apre dal personale alla collettività. Ecco il passaggio successivo, l’esternazione della voce in scrittura, come atto di comunicazione, come terapia protesa per sfogare rabbia, odio, amore, per arrivare a capire chi siamo e cosa vogliamo. “Sono foglia, (..) nuvola estiva, (..) l’odore della terra… Sono un libro mai finito. L’inizio è già scritto.” Il verbo s’incarna e si intreccia ai limiti e fragilità che compongono l’umana essenza, esortando a buttare fuori ansie e paure che in altro modo corroderebbero o porterebbero alla fossa. Amo il presente che m’illude, /facendomelo sentire mio. Spogliarsi rigenerandosi, può portare a diventare freddi come la neve, ma a ritrovare quel candore che ai primi raggi di vero amore si scioglie. Così: “uno dopo l’altro bocconi amari entrano nella mia bocca, come nodi lentamente si sciolgono, con difficoltà scendono giù.” e quando tutto sembra nero, anche una “piccola luce” diventa visibile e certezza di mani pronte ad accogliere il vagito di una nuova vita. Questo miracolo è la testimonianza vivente di quanto quel “filo” interno, può abbracciare il mondo con nuovi occhi, sognando nuove bianche in un domani. L’Amore è il motore che conosce l’animo umano e il vestito che fa sentire sempre nuovi e complici, anche nel mare nero o nel rosso sangue del cuore. Tra silenzi, partenze, briciole, castelli di sabbia, sguardi, il mondo diviene quello che noi siamo e vogliamo. La Bagli è messaggera che accompagna nelle notti di Santander, tra vie in Transtevere, Garbatella e l’aria di Madrid. La fortuna di essere Donna, viene così accolta come dono e con sensibilità, prende per mano, sollevando il capo, maturando nel vento, e nel tempo può ringraziare, senza avere più paura di brillare oltre la notte. Dulcinea Annamaria Pecoraro ALICE di Roberto Bonfanti Ed. del Faro 2015 Recensione di Dulcinea Annamaria Pecoraro La vita è una successione di eventi e di storie che si intrecciano nel tempo. A volte sembrano essere concluse, altre cancellate, messe in stand-by per le ragioni più disparate, o continuate per altre misteriose spiegazioni o semplicemente perché così dovevano andare. Alice e Francesco, esistenze che possono rappresentare ognuno di noi e l’amore che prende e lascia con i vuoti allo stomaco o le farfalle. Quell’amore folle e controcorrente, che non si fa troppe domande mentre lo si sta vivendo, ma s’interroga quando il domani abbraccia il futuro, tanto da iniziare a modellare il presente. Due vite apparentemente semplici e comuni che si ritrovano nel loro turbinio di emozioni, mettendosi in discussione dopo 12 anni di silenzio. Un sms accede tutto e per colpa o per fortuna della “candida neve”, fa ritrovare occhi negli occhi i due amanti, per dirsi cose per cui da ragazzi, mancava il coraggio. Da adulti, la ragionevole consapevolezza prende facilmente a pugni l’istintività, non scappando così dalle responsabilità. Il finale diventa così facilmente comprensibile o legato a un senso - destinato. La ricerca della serenità e del tradizionale equilibrio, si scontrano in fumi di sigaretta, whisky e musica. Ricordi che si riprendono e si lasciano, portando a spirali di sogni e illusioni, per ritrovare su un tappeto nero, quell’intimità che può davvero far volare. Ma oltre la fantasia, la realtà che colpisce la giovane maestra e il cantautore è ben diversa. Un romanzo di “due piccoli stupidi” o di chi ancora sa che ciò che nasce dal cuore difficilmente si può dimenticare. Bonfanti descrive abilmente il tutto, calandosi nelle due parti, femminile e maschile, trascrivendo in una sorta di doppio diario il viaggio che accompagna i due protagonisti. Riflessioni, date, punti, il quotidiano vivere e le scelte cui tutti prima o poi sono chiamati a rispondere, nel bene e nel male. Dulcinea Annamaria Pecoraro Lorenzo descrive e attraversa il pathos e attraverso la katarsis (κἁθαρσις, "purificazione"), Tormenti tra urla e silenzi di Lorenzo Pais Aletti editore (2013) Collana Gli Emersi - Poesia pp.56 €12,00 ISBN 978-88-591-1177-1 - Disponibile ebook Recensione a cura di Annamaria Pecoraro Dulcinea Fino “ai confini del mondo conosciuto”, arriva la poesia di Lorenzo Pais. In un giorno e mese destinato, racchiuso e ricordato in un 9 Aprile. Ancora una volta, i versi prendono per mano e diventano, compagni di viaggio nel tempo e mitigano sogni e illusioni, brindisi e fugaci saluti. L’amore infiamma e se non corrisposto, può far male. Il richiamo della metamorfosi di donna in aspide, è indice dell’alto dolore che un uomo può provare nei confronti della donna amata. L’oblio e la solitudine, ricordando in morenti cerchi d’acqua, un non corrisposto sentimento che porta alla lacerazione e a trovare il conforto in un calore o bisogno (sbagliato)di qualcosa che non è mai appartenuto. Il vuoto, provoca abissi profondi nell’anima e nella mente, e silenzi estremi. Lorenzo descrive e attraversa il pathos e nella katarsis (κἁθαρσις, "purificazione"), trova nel divenire cenere, le ali di fenice per rinascere. L’equilibrio è un cammino in salita, spesso ostacolato da “congiure e tradimenti” inaspettati, poiché celato dalla disillusione di una verità bugiarda. Il tempo diventa il medico guaritore, in una “domenica d’Ottobre”, bramoso di futuro, sogni, “tra spazio e magia”. Il corpo ammalia la mente, e spesso bloccato da parole non sincere, può portare a giorni di guerra, “solitari senza amici, senza amore”, la ricerca e l’ascolto di quella voce interiore, è il necessario faro-guida per ritrovare coscienza. La penna di Pais, si tinge di rosso e di nero, delineando i tormenti e le urla che le sfide quotidiane possono porre o condannare. Il destino diventa un vestito spesso macchiato di vittorie e pericoli. La forza di andare avanti, ricercando la cura è il fine dell’uomo, che diventa “acrobata tra sospiri e baci”, su un palcoscenico non sempre conforme ai desideri. Tra attese, pensieri, sorrisi, incanto, incoscienza, scivolano le difese e l’odore dell’umanità, travolge con stupore, chi nonostante tutto si lascia andare ai “carpe diem”. L’uomo amato, può innalzarsi o sprofondare se non amato, osannare o imprecare, vedere donne angeli o demoni, parlare d’amore o di odio, sorridere o piangere, sognare o scegliere di morire. Nel buio, i riflessi e colori sono ben visibili e anche quando non c’è l’Amore vero, ha la capacità di avvolgere e di riscaldare “come una sciarpa calda e morbida”. E quando ci chiediamo dove sia la felicità, eccola che la troviamo: è racchiusa in una valigia di emozioni, cariche di vecchi racconti o di tuffi negli occhi, parte di pedine di un gioco o semplicemente “in pagine vuote in attesa d’inchiostro”. Dulcinea Annamaria Pecoraro
ParaNormal - Sweet Family di Ciro Abbate Lulù editore Lingua: Italiano Pagine: 23 Formato del file: PDF (ebook) Irriverente, schietto, con linguaggio brutale e grottesco. Tragico-comico con scene che fanno rabbrividire e capire come il caos della società, corrode menti e crea dipendenze. Un scrittura tagliente, aspra, forte, fatta di debolezze umane, di tradimenti e problemi che attanagliano generazioni e trovano sfogo in poche pagine. Dialoghi barbari, decisamente coraggiosi, tra surreale e reale, tra rigurgito di umorismo e proiezioni paranormali. Abbate sfoga inarrestabile gli eccessi, sfruttando la sua capacità di dire in modo coraggioso e paradossale quello che intorno (aihmè), può accadere o essere monito che questo non accada più. Un libro volutamente nato proprio per "sconvolgere" gli equilibri mentali e gli schemi precostituiti, raccontando la realtà attraverso la follia (o viceversa). Le famiglie vanno tutelate e i rapporti tra i singoli componenti pure, rispettando le singole diversità, culturali- generazionali, senza ammorbare o affossare con il silenzio o urlando contro, ma trovando nel focolare, una vera e concreta forma di dialogo, per non disperdere tutto in un vortice senza fine e senza amore. Dulcinea Annamaria Pecoraro P.S. Post Sisma di Prospero Alessandra Dati 2012, 40 p., brossura Editore Città del Sole Edizioni (collana Cantieri poetici) Alessandra Prospero: nata e cresciuta a L’Aquila dove tuttora vive, dopo gli studi classici ha assecondato la propria passione per lo studio della criminologia intraprendendo il corso di laurea in Scienze dell’Investigazione in L’Aquila. Collabora come recensionista con le riviste virtuali www.bottegascriptamanent.it e www.direfarescrivere.it edite dall’Agenzia Letteraria La Bottega Editoriale (www.bottegaeditoriale.it) e con la rivista www.ilgiornaledimontesilvano.com. Prolifica è soprattutto la sua produzione poetica, ha partecipato a innumerevoli antologie poetiche e nel 2012 ha pubblicato con Città del Sole edizioni la silloge P.S.Post Sisma, lanciata al Salone del Libro di Torino, che le è valsa numerosi premi e riconoscimenti. [P.S. Post Sisma ha ottenuto il 2° posto nella sezione Poesia Sociale del Premio Leandro Polverini 2012 e il 2° posto al Premio Internazionale Vitruvio 2012.] (http://alessandraprospero-prosaepoesia.blogspot.it) Oggi ci chiediamo perché non abbiano ancora inventato la macchina del tempo e ci lamentiamo di quello che abbiamo o avremmo potuto fare. Beh, sicuramente non ci siamo resi conto che il dispositivo è già stato inventato da millenni. Da quando abbiamo la facoltà di scrivere i nostri pensieri immortalandoli. Fare parte di una storia, anche quella che fa male ed è più crudele, quella che fa cadere, rende furbi. Quella che dona e solca indelebilmente l’anima e porta dentro le emozioni. La costruzione o la distruzione di ogni cosa è in mano a chi esorcizza o coraggiosamente si fa portavoce di parole, testimoniando quello che i sensi portano; gustano, ascoltano, osservano. Si condivide anche il sapore amaro che può lasciare tra le lacrime e i sorrisi, che possono attraversare i meandri della coscienza, raccontando anche dell’incoscienza passata. I poeti sono questo: frecce che attaccano i sogni al presente, “raccattando i cocci“ dell’esistenza, anche dove le ferite sono la dura vita che scorre quotidiana. La rabbia diventa un ricordo che il tempo accarezza, l’amore una salvezza che accompagna la speranza, dopo aver perso tutto. La memoria resta scritta tra le dita che attraversano il bianco, con il nero incontenibile che traccia e cambia, facendo maturare, tremare, consapevolmente respirare. Alessandra diventa il vivente segno che palpita in un dramma come quello del Terremoto che ha colpito l’Aquila del 2009. “Affoghiamo la paura nelle onde di cobalto, ci aggrappiamo con dolore a alla mutevole sabbia … …Ci riconciliamo con il nostro destino in una città fantasma gremita di spettri” La sopravvivenza diventa necessaria e la forza di parlare e di non celare gli stati che affollano ”il risveglio mortifero”. Diventa presa di posizione, nei confronti della misteriosa Signora Morte. Un gioco impari che spegne le luci d’improvviso e non guarda in faccia nemmeno al “giovane melograno” che “si aggrappava faticosamente al proprio orcio di salvezza, spiando dall’esterno”. Il ricordo diventa la radice per immergersi nel “deja vu” e capire quanto le azioni del quotidiano siano così importanti da essere appieno vissute. I gesti non sono mai vani poiché solo dopo ci si può accorgere di quanto “ troppo presto vanno via le carezze”. I desideri diventano cavalcabili, se ci rendiamo conto di poterli realizzare ogni singolo giorno; senza rimandare, senza essere schiavi dei “domani poi farò” o dei “filtri o amplificazioni” che la nostra insoddisfazione, porta spesso a placare sul nascere. L’ascolto della propria voce, il guardare dall’altro l’orizzonte, annullare il rimorso con la reazione all’azione, dona l’ardore di non nascondersi e dà voce, facendosi cibo alla fame dei perché e del silenzio. Alessandra diventa il “terzo occhio” e strumento che cuce le disarmonie di un tempo che ha colpito “letale e repentino”. Incolume e padrona del talento (“arma segreta”, che la misericordia divina l’ha provvista), descrive le stagioni per arrivare al nirvana finale: “come fossi figlia indomita ma prediletta e con tale devozione difendo la tua essenza” La Prospero diventa la primavera che si schiude e respira a pieni polmoni ascoltando “ commossa il giorno costellarsi di piccole cose musicali, per chiudersi in una floreale e obliante ninna nanna notturna.” P.S Post Sisma è il seme, che la Madre terra devastata ha accolto e protetto nel suo ventre, e nella complicità del nuovo evento nasce ora, superando la paura e osando nella fragilità, trovando così, la pace. Firenze 05/04/13 Dulcinea Annamaria Pecoraro Dervisci di Bartolomeo Errera editore: Guida Acquista! La Poesia di Bartolomeo Errera è trasmigrazione di spirito, intriso di calore nella forza di quella danza, che irrompe nell’Anima, liberando la mente oltre gli spazi ed i tempi. E’ un cammino quotidiano di scoperta e ricerca; di vissuti difficili, d’ascesi, di passioni, di lacrime, di intime preghiere, di solitudine, di paure, di tristezza e di Follia. Un continuo divenire e farsi “ mendicante” di emozioni, cercando quella via che porta, attraverso le vicissitudini della vita, all’abbracciare il cielo, consapevole delle materialità che offre la terra, e dei desideri, che sono immersi nel mare. Errera riesce a coordinare intelletto, sentimento e movimento, destreggiando abilmente la penna, entrando in punta di piedi nella coscienza del lettore ed accompagnandolo attraverso le salite e discese. Inseguendo battiti, percependo soffi, gustando respiri, ricordando baci e cantando tremante di fronte alla bellezza/amarezza dell’Amore. Senza scendere mai nella banalità, Bartolomeo osserva con gli occhi del cuore, le metamorfosi dell’ umana esistenza, cullando ogni singola ruga e/o memoria di nostalgia. Le parole bruciano inconfondibili, diventando legna che scalda, acido che corrode, vino che disseta, bocca di verità e silenzio di farfalla. Un presente fatto di ascolto ed attesa; coordinato dall’ esperienza di quella chiamata al discernimento. Danzando e roteando, condividendo e personalmente tracciando passi verso il Mistero e l’Estasi della vera felicità. recensione tratta da Aphorism di Dulcinea Annamaria Pecoraro |
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