“Tre giorni di buio” è indubbiamente profetico ed è la citazione stessa di una profezia religiosa che preannuncia appunto tre giorni di tenebre e di demoni che da qualche anno circola con varie attribuzioni. Al centro della narrazione tre brutali omicidi ad opera di una mano folle e seriale che si identifica con l’Anticristo firmando i propri delitti con macabri scritti rinvenuti sulla scena criminis. FRANCO TRENTALANCE “TRE GIORNI DI BUIO” Recensione a cura di Alessandra Prospero E’ uscito a febbraio il libro scritto a quattro mani dall’attore hard Franco Trentalance e dal giornalista Gianluca Versace, edito da Ultra per la collana Ultra Novel. Il titolo “Tre giorni di buio” è indubbiamente profetico ed è la citazione stessa di una profezia religiosa che preannuncia appunto tre giorni di tenebre e di demoni che da qualche anno circola con varie attribuzioni. Al centro della narrazione tre brutali omicidi ad opera di una mano folle e seriale che si identifica con l’Anticristo firmando i propri delitti con macabri scritti rinvenuti sulla scena criminis: “Io sono il Flagello di Dio che toglie i peccati dal mondo, e laverò con il vostro sangue lo squallore delle sporcizie che commettete. Ci saranno Tre Giorni di Buio. Verrà questo tempo tremendo per voi e io vi punirò ovunque voi siate. Perché io sono l’Anticristo.” Un altro richiamo religioso (in un libro che in effetti di religioso ha ben poco) alle parole dell’evangelista Giovanni che nelle sue lettere parla appunto per la prima volta dell’Anticristo, come tutto ciò che si oppone al Cristo, alla sua incarnazione umana e al suo sacrificio nei confronti del mondo. Si evince dunque già dalle prime pagine che il regista di questi efferati omicidi è un personaggio assolutamente totalizzante nella sua ferocia e il suo disvelamento avviene lungo un intreccio ben congegnato nella sua complessità. Molti personaggi si avvicendano in un turbine esistenziale di vendette, intrighi, delitti e castighi per duecentottantotto avvincenti pagine con storie diverse che diventano però cerchi concentrici in un unico cuore pulsante di dolore. Il tutto introdotto peraltro dalla presentazione del protagonista maschile, il pornodivo Luca Graf, e dalle sue “prestazioni” in favor di camera con un gergo tecnico che presupporrebbe che tutti i lettori fossero però fruitori di materiale hard o quantomeno addetti ai lavori: la pedissequa elencazione delle varie posizioni come cow girl, cow girl reverse, spoon e deep throath sa di sdoganamento funzionale e di pleonasmo. Infine meritano una riflessione particolare la crudeltà e truculenza con cui vengono descritti gli omicidi, descrizioni sconsigliate anche agli stomaci più forti e avvezzi al thriller ed esempio perfetto del moderno sensazionalismo dell’orrore: il poeta latino Orazio sosteneva che “Est modus in rebus: sunt certi denique fines, quos ultra citaque nequit consistere rectum” e cioè “C’è una misura nelle cose; vi sono precisi confini oltre i quali e prima dei quali non può sussistere il giusto”. Alessandra Prospero **** Franco Trentalance è tra gli attori hard più noti a livello europeo con 18 anni di carriera, 440 film e 24 awards all’attivo (tra premi nazionali e internazionali). Negli anni si è misurato anche con il mondo dello spettacolo dimostrando di essere un personaggio poliedrico, spaziando dalla radio al cinema, dal teatro alla tv. Ha collaborato infatti con Radio 2 Rai in “Gli Spostati”, con Radio Dee Jay in “Senza Palla” e attualmente conduce “Senza Titolo” su Radio International. Ha partecipato a diversi progetti cinematografici e cortometraggi, tra cui “Com'è bello far l'Amore” di Fausto Brizzi, “Oggi a te...domani a me” di Marco Limberti, e ha recitato in spettacoli teatrali tra cui “Apocalypse” col comico Giuseppe Giacobazzi. Dopo la sua partecipazione al reality “La Talpa” è diventato uno dei personaggi televisivi più popolari e richiesti nelle trasmissioni tv, non solo in veste di ospite ma anche come conduttore: nel 2014 ha presentato con successo la rubrica “Sex Time” all’interno di “Lucignolo” e, in giro per l’Italia, propone il talk live “Chiacchiere Private” nel quale intervista amici e colleghi del mondo dello spettacolo. Franco Trentalance è inoltre molto attento alle novità del web e ha collaborato in numerosi video con le più popolari web star italiane (iPantellas, Michael Righini, Federico Clapis). Un’altra sua grande passione è la scrittura, infatti, dopo aver scritto per riviste e siti web come GQ, Nocturno Cinema e Velvetgossip, nel 2009 ha debuttato come scrittore pubblicando la sua autobiografia “Trattare con cura” (Ultra). Gianluca Versace, giornalista originario di Monfalcone (Gorizia), vive a Padova dove lavora per l’emittente televisiva Canale Italia occupandosi di politica, cultura e società. Ha creato e diretto format molto popolari come “Storie vere”, “La partita”, “Attenti al lupo” e “Live!” e pubblicato i libri “Il domatore di fuoco” (Mazzanti, 2011) e, con Eugenio Benetazzo, “Neurolandia” (Chiarelettere, 2012).
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Era stato così, in principio: si sveglia e s’accorge d’esser sepolta, non profondo, sibbene a fior di terra, sepolta nella immondizia del fosso – una cosa tiepida arida soffocante – fino a metà corpo: vuol cavarne le mani e una n’esce, solo però le dita…” Laudomia Bonanni, da Il fosso (1949) Luci da Il fosso : Ventiquattro segni terrestri per Laudomia Bonanni / a cura di Maria Cristina Biggio Pubblicazione Milano : La vita felice, 2008 Descrizione fisica 62 p. : ill. ; 21 cm Collezione Contemporanea ; 43 SBN 9788877992635 Note Antologia di poesie. Era stato così, in principio: si sveglia e s’accorge d’esser sepolta, non profondo, sibbene a fior di terra, sepolta nella immondizia del fosso – una cosa tiepida arida soffocante – fino a metà corpo: vuol cavarne le mani e una n’esce, solo però le dita…” Laudomia Bonanni, da Il fosso (1949) Laudomia Bonanni, scrittrice aquilana (1907-2002), vincitrice del Premio Viareggio e del Premio Selezione Campiello fu una donna dalla personalità forte e attualissima, una delle scrittrici più rappresentative del ‘900 letterario italiano. Un’autrice da riscoprire poiché – come scrive Gianfranco Giustizieri – in grado di anticipare quei fenomeni sociali che avrebbero avuto, in tempi successivi, la loro teorizzazione. Con la silloge di racconti Il fosso vinse il premio indetto dagli “Amici della domenica” del salotto Bellonci, attirando l’attenzione di letterati come Montale, Cecchi e De Robertis. Il racconto che da il titolo alla silloge ci introduce all’emblema della vita stessa: come scrisse al riguardo Pietro Zullino “A emblema dell’angoscia esistenziale Sartre ha posto il Muro; la Bonanni pone il Fosso. Nella nuda vita non si entra, si cade. Come in fosso. Però mentre il Muro sartiano, una volta che siamo nati, non lo valichiamo più, del bonanniano Fosso la risalita è possibile”. E così, ispirati dal Fosso della Bonanni, condizione esistenziale e sociale del dolore di vivere, si uniscono i ventiquattro segni terrestri a commemorare ed interpretare la grande personalità aquilana, in occasione del centenario della sua nascita. Grazie all’Associazione Internazionale di cultura Laudomia Bonanni è stata dunque realizzata quest’antologia preziosa a cui hanno partecipato Antonella Anedda, Maria Cristina Biggio, Silvia Bre, Franco Buffoni, Maria Grazia Calandrone, Nadia Cavalera, Fabrizio Falconi, Anna Maria Giancarli, Mariangela Gualtieri, John Kinsella, Franco Loi, Paola Loreto, Lucio Mariani, Giulio Marzaioli, Alda Merini, Elio Pecora, Marina Pizzi, Raoul Precht, Davide Rondoni, Gabriella Sica, Maria Luisa Spaziani, Susan Stewart, Patrizia Tocci, Paolo Valesio. Per l’antologia l’indimenticata Alda Merini compose la lirica Quiètati erba dolce che riportamo: Quiètati erba dolce che sali sulla terra, non suonare la tenera armonia delle cose viventi, mordi la tua misura perché il mio cuore è triste non può dare armonia. Quiètati erba verde non salire sui fossi col tuo canto di luce, o rimani sotterranuda dentro il tuo seme com’io faccio e non doerba di una parola. Alda Merini Per info: www.laudomiabonanni.it Alessandra Prospero P.S. Post Sisma di Prospero Alessandra Dati 2012, 40 p., brossura Editore Città del Sole Edizioni (collana Cantieri poetici) Alessandra Prospero: nata e cresciuta a L’Aquila dove tuttora vive, dopo gli studi classici ha assecondato la propria passione per lo studio della criminologia intraprendendo il corso di laurea in Scienze dell’Investigazione in L’Aquila. Collabora come recensionista con le riviste virtuali www.bottegascriptamanent.it e www.direfarescrivere.it edite dall’Agenzia Letteraria La Bottega Editoriale (www.bottegaeditoriale.it) e con la rivista www.ilgiornaledimontesilvano.com. Prolifica è soprattutto la sua produzione poetica, ha partecipato a innumerevoli antologie poetiche e nel 2012 ha pubblicato con Città del Sole edizioni la silloge P.S.Post Sisma, lanciata al Salone del Libro di Torino, che le è valsa numerosi premi e riconoscimenti. [P.S. Post Sisma ha ottenuto il 2° posto nella sezione Poesia Sociale del Premio Leandro Polverini 2012 e il 2° posto al Premio Internazionale Vitruvio 2012.] (http://alessandraprospero-prosaepoesia.blogspot.it) Oggi ci chiediamo perché non abbiano ancora inventato la macchina del tempo e ci lamentiamo di quello che abbiamo o avremmo potuto fare. Beh, sicuramente non ci siamo resi conto che il dispositivo è già stato inventato da millenni. Da quando abbiamo la facoltà di scrivere i nostri pensieri immortalandoli. Fare parte di una storia, anche quella che fa male ed è più crudele, quella che fa cadere, rende furbi. Quella che dona e solca indelebilmente l’anima e porta dentro le emozioni. La costruzione o la distruzione di ogni cosa è in mano a chi esorcizza o coraggiosamente si fa portavoce di parole, testimoniando quello che i sensi portano; gustano, ascoltano, osservano. Si condivide anche il sapore amaro che può lasciare tra le lacrime e i sorrisi, che possono attraversare i meandri della coscienza, raccontando anche dell’incoscienza passata. I poeti sono questo: frecce che attaccano i sogni al presente, “raccattando i cocci“ dell’esistenza, anche dove le ferite sono la dura vita che scorre quotidiana. La rabbia diventa un ricordo che il tempo accarezza, l’amore una salvezza che accompagna la speranza, dopo aver perso tutto. La memoria resta scritta tra le dita che attraversano il bianco, con il nero incontenibile che traccia e cambia, facendo maturare, tremare, consapevolmente respirare. Alessandra diventa il vivente segno che palpita in un dramma come quello del Terremoto che ha colpito l’Aquila del 2009. “Affoghiamo la paura nelle onde di cobalto, ci aggrappiamo con dolore a alla mutevole sabbia … …Ci riconciliamo con il nostro destino in una città fantasma gremita di spettri” La sopravvivenza diventa necessaria e la forza di parlare e di non celare gli stati che affollano ”il risveglio mortifero”. Diventa presa di posizione, nei confronti della misteriosa Signora Morte. Un gioco impari che spegne le luci d’improvviso e non guarda in faccia nemmeno al “giovane melograno” che “si aggrappava faticosamente al proprio orcio di salvezza, spiando dall’esterno”. Il ricordo diventa la radice per immergersi nel “deja vu” e capire quanto le azioni del quotidiano siano così importanti da essere appieno vissute. I gesti non sono mai vani poiché solo dopo ci si può accorgere di quanto “ troppo presto vanno via le carezze”. I desideri diventano cavalcabili, se ci rendiamo conto di poterli realizzare ogni singolo giorno; senza rimandare, senza essere schiavi dei “domani poi farò” o dei “filtri o amplificazioni” che la nostra insoddisfazione, porta spesso a placare sul nascere. L’ascolto della propria voce, il guardare dall’altro l’orizzonte, annullare il rimorso con la reazione all’azione, dona l’ardore di non nascondersi e dà voce, facendosi cibo alla fame dei perché e del silenzio. Alessandra diventa il “terzo occhio” e strumento che cuce le disarmonie di un tempo che ha colpito “letale e repentino”. Incolume e padrona del talento (“arma segreta”, che la misericordia divina l’ha provvista), descrive le stagioni per arrivare al nirvana finale: “come fossi figlia indomita ma prediletta e con tale devozione difendo la tua essenza” La Prospero diventa la primavera che si schiude e respira a pieni polmoni ascoltando “ commossa il giorno costellarsi di piccole cose musicali, per chiudersi in una floreale e obliante ninna nanna notturna.” P.S Post Sisma è il seme, che la Madre terra devastata ha accolto e protetto nel suo ventre, e nella complicità del nuovo evento nasce ora, superando la paura e osando nella fragilità, trovando così, la pace. Firenze 05/04/13 Dulcinea Annamaria Pecoraro Scoprirti 40 volte l'amore di Fabio Pinna - Intervista a cura di Alessandra Prospero
Formato: Formato Kindle Dimensioni file: 69 KB Lunghezza stampa: 52 Acquisto: http://www.amazon.it/40-volte-amore-ebook/dp/B007SH13YK/ref=sr_1_3?s=books&ie=UTF8&qid=1363645535&sr=1-3 Fabio Pinna è autore cagliaritano di successo, poeta, scrittore e ideatore di un progetto letterario di qualità: il sito www.leggereacolori.com. Il suo ultimo libro di poesie, 40volteamore, ci mostra le varie sfumature con cui l’autore vive e ci descrive il sentimento più agognato fra tutti: l’Amore, appunto. Nel libro palpita una poesia essenziale eppure densa, fatta di un eros forte ma sussurrato, dove immagini a volte appena tratteggiate dipingono un amore, uno sguardo, un infinito amplesso. Un approccio maschile elegante nei confronti del mondo femminile, una virilità signorile che cela però tra i versi un pathos struggente e nelle chiuse lascia intuire una dirompente dimensione carnale. 1. “40volteamore”: a cosa si deve un titolo così particolare? Ho voluto selezionare e raccogliere quelle che reputo le mie migliori composizioni con tema l´amore romantico, tra tagli ed inserimenti dell´ultimo minuto son risultate essere 40. Ogni poesia spiega in qualche modo, e tenta di descrivere il più grande sentimento dell´uomo, per questo sono 40 modi di vivere tra le righe l´amore. 2. Sei un autore giovane e hai già all’attivo diverse pubblicazioni, quando nasce e perché la tua passione per la scrittura? Per me scrivere è stata una valvola di sfogo, necessaria a compensare il mio esser riservato e taciturno quando si tratta di cose personali. Ho sentito di non poter tenere tutto dentro e dall´adolescenza, dai miei 16 anni, ho iniziato a comporre versi. Solitudine, tristezza e amore son state le leve. Poi mi si è aperto un mondo. 3. Cosa pensi del mondo dell’editoria? Penso che abbia più facce, vi è il lato sincero e quello bugiardo. Ma è così, ordinario anche nello spettacolo, nella musica. C´è sempre chi è mosso da passione, chi dalle sole logiche di mercato. Per un autore esordiente è difficile imporsi, il sistema non aiuta molto, però anche recenti casi editoriali dimostrano come ebook forse non pretenziosi o autori emergenti si possano ritagliare l´attenzione del grande pubblico. La bravura e il crederci alla lunga pagano. E un po´di fortuna non guasta. 4. Nel mondo del web hai dato vita ad uno spazio comunicativo di qualità, il sito www.leggereacolori.com: come si gestisce una realtà del genere? Il progetto si propone come hai detto tu di presentare contenuti di una certa qualità. Per assicurarmi che il livello qualitativo sia adeguato ho deciso di non delegare a nessuno il compito di lettura delle opere che ci arrivano in redazione. Inoltre la nostra gestione è molto elastica, non imponiamo scadenze agli autori né forziamo il processo creativo. Pensiamo che le cose migliori abbiano bisogno di tempo. La costanza è un elemento che spesso viene a mancare in chi scrive, ma sopperiamo a questa defaillance fisiologica grazie al buon numero di autori partecipanti al progetto. 5. Quanta competizione e quanta condivisione riscontri nel rapportarti ai colleghi poeti o scrittori? Nessuna competizione. Personalmente son convinto di dover mantenere un atteggiamento umile, e sarebbe così anche se fossi un autore molto noto. Leggo e recensisco diverse opere di “colleghi” e non rapporto mai le mie capacità alle loro ma cerco di individuare e apprezzare le caratteristiche che li contraddistinguono. C´è sempre chi scrive meglio di te, ma è un bene perché ci sarà sempre da imparare. 6. Un libro che ti ha cambiato la vita? Un libro in particolare non c´é. Ma ci son opere che per me hanno un qualcosa di magico come Notre-Dame de Paris, Neve di Fermine, Cent´anni di solitudine, Novecento di Baricco e le opere di Shakespeare. Queste opere mi son dentro perché scorgo una poesia nella prosa, tra le righe. Fascino puro. 7. Un tuo progetto futuro? Sto lavorando a un libro particolare, che apprezzeranno molto le donne. Ma non posso dire di più. Invece nel digitale spero di continuare a lavorare in questa direzione magari includendo più partnership con editori. 8. Una persona che ammiri e perché? Forse son fuori dai canoni, non ammiro i personaggi o le persone note. Ammiro i miei genitori, che hanno permesso a me di essere quel che sono, che dimostrano l´amore giorno dopo giorno. 9. Ultima domanda: visto che siamo sul sito di “Deliri Progressivi”… che genere di musica ascolti? Musicalmente spazio davvero molto, prediligo il rock e il rock alternativo, ascolto molto il piano e la chitarra classica, il jazz, per finire poi in musica melodica meno impegnativa sia italiana che straniera. Alessandra Prospero |
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