
Su questo scoglio
a guardare il mare.
Sono celle di dispensa
le porosità della pietra.
Appendo gli abiti al cielo,
mi denudo fino al cavo delle ossa.
Il libeccio morde la carne.
Nell’anima lascia lividi scuri
nel petto un lamento.
Non ho ancore da gettare nel fondale
né remi da appoggiare sugli scalmi.
Gli occhi non hanno ali.
Vorrei essere altrove.
© 2014 Lucia Bonanni
Abruzzese di nascita e toscana d’adozione, vive in Mugello dove ha prestato servizio come insegnate elementare. Ama le diverse espressioni artistiche e suo maggior diletto è la forma letteraria in prosa e in versi. Nei suoi componimenti, oltre alla visione intimistica del vissuto, si nota anche la partecipata attenzione alla complessità delle diverse problematiche sociali perché il liguaggio poetico non è soltanto lirismo, è passione, dolore, solitudine, scoperta, partecipazione, protesta ed anche rinascita. Si dedica anche al linguaggio fotografico per osservare, interpretare, cogliere e comunicare emozioni.