
angelo mio
fragile come l’uomo,
non farti negare
quando chiedo al cielo,
coperto dal lenzuolo di tramonto,
dov'è il tuo sguardo profondo mozzafiato?
I tuoi iridi, sono vino fresco,
nuovo che cade piano,
dalla foce
profonda dell’anima
nel flut dei miei fino ad ubriacare
i sensi riempiendo d’irrazionale
il respiro divino interiore
sperduto nel non luogo e
d'intimità frizzanti i letti di lune
sempre nuove ove ci regaliamo amore di carne,
peccaminoso e redentore di noi stessi.
Se ti guardo le mani piu' spesso,
non chiedermi perche' ho lasciato la vista
giovane e canuta a riposare beata,
oltre il tempo, sul cuscino morbido,
affusolato, aggraziato del loro palmo
per osservare le sue mille linee
che lo tangono perfettamente nel mezzo,
prendendo fiato dal vento leggero
che respira di diaframma per svelarsi chiare
solo a chi davvero ama.
Sono le varie intensità con cui convivo
e gli svariati panni con cui
vesto il battito armonioso del cuore
che, dimenandosi dai lacci dei suoi repentini
cambi d’umore eternamente differenti,
affaticato, vive.
Le tue mani, solo le tue mani,
sanno correre, prudenti, sulla
strada a scorrimento veloce
del mio corpo cosparso di vene spesse,
baciato a morsi avidi di mille voglie
dal sole cocente di te che
trasuda, senza freni, stille
ripetute di passione inarrestabile,
desiderosa d'essere fuoco, benzina,
anima che feconda e fa grandi
i figli di carne e d'emozioni umanizzate,
create, assieme al mondo, dallo stesso Dio.
Le labbra colorate del rossetto
dei tuoi vent’anni stipati nell’armadio
dei ricordi, sono bellezza somma
che m’irretisce il petto fino infondo.
E’melodia soave la tua voce,
movimento armonico che proferisce
perle di parole vestite delle fosse d’espressione
che il tuo parlare mette in evidenza.
Vorrei quasi baciarti nel tramontare
di questa notte stellata d’estate,
vittima come sono dell’incantesimo
andato a buon fine messo a punto
dal Giuda traditore del mio stesso destino,
ma l’imbarazzo di cui sono preda,
m’imbriglia il volere nelle grinfie
del proprio volere e si fa
muro di cinta invalicabile tra
la mia bocca e la tua.
Abbracciami piu’ forte,
eccola, sta spuntando sopra
le nostre teste l’alba incerta
d’un nuovo amore, il forse
che, se vorremo, potrà
mutare in certo e diventare
l’ancora infinito tutto da condividere
spezzandosi , come divino pane consacrato,
sull’altare divino dell’illimitato
esistere come una cosa sola.
Luigi Violano©
Luigi Violano è nato a San Severo (Fg) il 22 aprile 1981 dove risiede. E' già autore dell'apprezzatissima silloge "Melodie Giovanili", pubblicata nel 2001. Appassionato di giornalismo, ha svolto l'attività di corrispondente per diverse testate e si è occupato di vari argomenti: cultura, sociale, sport, politica, cronaca amministrativa, giudiziaria, ecc. Molti i concorsi di poesia a cui ha partecipato
raccogliendo spesso giudizi positivi da parte di alcune penne pregiate.