
musiche incise negli spartiti
della memoria di vecchi suonatori;
danzava per le strade aperte al cielo,
nei quartieri assetati del suo tempo.
Danzavano le sue vesti,
in quei vicoli ingordi,
in un giorno d’estate
e mentre più cocente risplendeva il sole,
lasciò cadere il suo candore.
Troppo in fretta è giunto poi l’inverno.
Il vento freddo, tra i solchi del suo viso,
è sfuggito alla sua età.
I sogni si sono disciolti
nelle gocce di sudore
d’un ladro d’amore che le cambiò il nome.
La speranza annegata
nelle lacrime d’un ingenuità finita.
Disperso ormai è il suo cuore,
lontano dal nido che ripudiò il suo volo.
Danza Alegria,
danza ancora, danza sola;
una danza senza sorriso e senza pianto.
«Madre, crudele fu
chi bevve al calice della mia notte,
ma ancor più lo è chi non vede il mio dolore».
© Rita Veloce
Rita Veloce, poetessa e scrittice. Ha, inoltre, già pubblicato un libro di fiabe (LATTE DI LUNA) e una silloge poetica
(I COLORI DEL VENTO).