La nebbia divorava ogni colore
e in quel fumo d’acqua
si rattristò il mio cuore.
Ma i fiori dei pruni selvatici,
seppur anch’essi bianchi,
avean, di quel denso,più biancori
e da quella nube fuori loco,
forse con i morsi degli spini,
spiccarono lacerandone il pannicolo.
Pareva di vedere quel bambino
che lascia l’amniotica membrana
irrompendo nella vita con un grido.
In quella visione estemporanea
l’animo catturò l’eco d’un oracolo
che promise frutti nuovi,
blu come il cielo che sognavo,
e il mio sguardo allor gioì.
© Rita Veloce