
Quando viene al mondo
il destino ha già scelto per lui.
Evento straordinario
un torello di 8 kg
è cosa fuori dal comune.
A le Mans in Francia
dove la fame lo ha condotto
qualcuno punta gli occhi
su quella montagna umana
alta più di 2 metri
per 120 kg di massa corporea.
Gigante forzuto
a mettersi contro di lui
negli incontri di lotta libera
è solo tempo sprecato.
Non certo dotato
di grande scherma pugilistica
ma nel corpo a corpo
i suoi pugni d’acciaio
disintegrano ogni rivale.
In America terra di sogni e riscatto
è l’emblema di ogni emigrante.
Campo duro quello della boxe
vai sul ring a combattere per la vita
e intanto qualcuno
affonda le mani nelle tue tasche
e ti sfila ciò che hai guadagnato
sputando sangue e fatica.
Colosso d’argilla
a sentir qualcuno
incontri addomesticati
su cui aleggia il sospetto
di combine
riferiscono le malelingue.
Ma il 10 febbraio del ‘33
Ernie Schaff si rende conto
che quel Colosso
è in grado di far male sul serio
tanto da spedirti al Creatore.
Sportivo, leale, buono d’animo
la morte sul ring
di cui è stato artefice involontario
lo turba profondamente
ma pochi mesi dopo c’è la sfida
per la corona dei pesi massimi
un’occasione unica
cui non può rinunciare.
Al Madison Square Garden
di New York City
il 29 giugno del ‘33
attacca a testa bassa
il detentore del titolo
martellandolo come un fabbro
ed alla quinta ripresa
Jack Sharkey si affloscia come un sacco
sotto i colpi dell’italiano
e finisce al tappeto.
Campione del mondo
bagno di folla festante
celebrato in tutti i modi
anche il regime si appropria
della sua immagine granitica.
Max Baer il bello
è assai più piccolo
ma i suoi pugni possiedono
una precisione chirurgica
e nel ’34 gli strappa il titolo
conservato per un solo anno.
Arriva la guerra
avversario più ostile e infido
di tutti quelli che ha incontrato
non basta essere stato un campione
per evitare la fila
davanti all’ufficio che distribuisce
beni di prima necessità.
Sbarca in America di nuovo
il wrestling non lo riporta
ai fasti del passato
la gloria assaporata un tempo
è soltanto un ricordo ormai sbiadito
ma sono soldi buoni e onesti
per mandare avanti la famiglia.
Torna in Italia
terra così dura e tanto amata
ma non è più quello di un tempo.
I pugni ricevuti in carriera
hanno lasciato una traccia indelebile
del loro passaggio
sul fisico martoriato del Colosso.
Nel 34° anniversario
dalla conquista del titolo mondiale
il destino gli riserva
un’uscita di scena senza clamori.
Nessuno rimane in cima per sempre
ciò che conta
è come si affronta la discesa
Eugenio Nascimbeni © 2013
Nato nel 1960 a Milano. Sposato, papà di tre bellissimi figli, sono appassionato di libri, scrittura creativa e musica, in special modo rock americano e blues. In campo narrativo ha debuttato nel 2007 con il romanzo thriller "Il traghettatore" ,Leonardo Facco Editore cui hanno fatto seguito altri romanzi e raccolte di racconti : "L'angelo che portava la morte" un giallo classico di Lettere Animate Editore(2012) e un romanzo fantasy : "La profezia di Karna e l'amuleto maledetto",Falzea Ed.(2012).
Colleziono segnalibri, campanelle, bicchieri di vetro artistici. Il suoi sogni nel cassetto sono: un viaggio nel Brasile di Jorge Amado e nel New Jersey di Bruce Springsteen. (http://eugenionascimbeni.jimdo.com/chi-sono/)