(tratta dalla postprefazione dell'antologia poetica)
Parlare di poesia, oggi come oggi diventa ardua impresa, che spesso svalorizza il vero senso delle emozioni, e della capacità delle parole, d’immortalare, incastonando nel tempo, un significato.
In molti infatti, dicono che la Poesia sia morta, forse per mero non coraggio, o forse perché è più semplice non trovare tempo, per quel dialogo profondo, con il nostro io e ciò che ci circonda.
Eppure vi assicuro che chi riesce, in quello spazio-tempo, a staccarsi da inutili congetture o pregiudizi, può restare incantato. E’ come una magica connessione di sensi; un fluido che sale alla mente e si collega al cuore, creando quel nesso attivo, diventando poi, poesia.
Affronta le tematiche più disparate. Già poiché la Poesia non è solo amorosa, erotica, venale parte quotidiana, o plateale incitamento. E’ sociale forza di dire e fare della cultura, lo strumento di monito, insito nella coscienza della conoscenza.
Il poeta diventa la voce che testimonia il malessere, la melanconia, la volontà di scoprire in tutte le brutture, il sorriso dei gesti e d’ascoltare umilmente, quei battiti ritmati del cuore.
Parla di gente, di guerra, di amore, nel tentativo di prendere parte in un tutto, senza giudicare, ma scagliando frecce precise, in chi si accosta alla lettura. La credibilità di chi scrive, è data da come si pone ascolto, radicando la propria essenza nella ricerca di un verso personale, che possa suscitare attenzione.
Questa è la vera arte nel divenire: un arricchimento costante di frammenti d’esistenza, sparsi e cosparsi di profumi, di storie, di colori, che solo il battito di una penna, può far volare alto, come il fragile e (paradossale) forte, volo di una farfalla.
Dulcinea Annamaria Pecoraro