................Musica oltre le Parole..................
DELIRI PROGRESSIVI
  • Home
  • Chi siamo/ Mission
  • Pensatoio
  • Poesia
  • Musica
  • Libri
  • Spettacolo
  • Eventi
  • Interviste/Recensioni
  • Musica
  • Cookies P

La Montagna d'argento

7/23/2013

0 Comments

 
 di Rita Veloce
Immagine

"Ciò che troppo facilmente temi e giudichi, potrebbe essere migliore del tuo stesso pensiero
."


Erik era un esile fanciullo che viveva in un antico villaggio, Lemuria, nella verde vallata ai piedi della grande montagna.

Il  posto era avvolto da veli di arcaiche leggende del nord e offriva carne a storie di magie e sortilegi, come le nubi che a volte celavano la cima del monte o la nebbia che nascondeva il letto del fiume.

Quell’altura sembrava il posto più stregato dell’universo. Si narrava fosse popolato da elfi e mitologiche creature e nessun fanciullo si sarebbe mai avventurato da solo. La gente del luogo la chiamava “la montagna d’argento”.

Erik, una volta, chiese a suo nonno il perché dell’argenteo aggettivo dato che, in apparenza, non v’erano ragioni. Il vecchio rispose che il motivo erano gli innumerevoli lupi dal manto grigio che abitavano la foresta del rilievo. Continuò raccontando che quegli animali erano demoni malvagi scacciati dal mondo degli uomini in epoche remote.

La vita al villaggio scorreva tranquilla.

Le greggi venivano portate al pascolo alle prime luci dell’alba e rinchiuse nei recinti al calar della sera. I contadini si recavano nei campi al mattino e tornavano sfiniti oltre il tramonto. Lungo il fiume si praticava la pesca e partivano imbarcazioni verso mercati lontani per lo scambio e acquisto di merci. Le donne animavano il mercato della piazza durante la giornata; mentre, vicino le case, i bambini giocavano con spade di legno emulando gloriose battaglie ed inventandone nuove.

Era un periodo di pace e da molto tempo gli uomini non imbracciavano armi. Le uniche eccezioni erano l’utilizzo per la caccia dai pochi esperti dell’impervia altura e in alcuni periodi l’attenzione alle mura di cinta perché i lupi scendevano pericolosamente vicini nel tentativo di trovar animali incautamente custoditi.

Erik era insofferente per quella tranquillità perché gli scorreva l’impeto dell’avventura nelle vene. Le leggende gli trasmettevano curiosità e non lo terrorizzavano affatto. Anzi, la grande montagna e le sue immaginarie creature lo affascinavano e attraevano ogni giorno di più.

Una delle tanti notti piene di sogni e fantasticherie si convinse che, se i cacciatori potevano cavalcar il monte, avrebbe potuto farlo anche lui. Prima che il sole fece capolino nella vallata, si preparò la sacca, si vestì e, in silenzio per non svegliar nessuno, superò l’uscio di casa dirigendosi fuori dal villaggio.

Era indeciso sulla direzione da seguire.

Un fitto fogliame ricopriva ogni angolo dei sentieri tracciati e non gli restò che affidare la sua scelta al caso.

Intraprese la strada in salita che fiancheggia le cascate e seguì il rio che alimenta il fiume. Mentre perdeva la vista del villaggio, il clima era sempre più freddo.

La luce del giorno cominciava ad affievolirsi ed il tramonto era imminente. Così Erik, trovò riparo in una grotta. Poi, raccolse la legna utile per riscaldarlo durante la fredda notte e tenere lontano i lupi.

Quando venne sera, il fiato gli usciva condensato dalle labbra sempre più asciutte. Decise allora di accendere il fuoco.

Si sedette dinanzi quel benedetto calore e tirò fuori dalla sacca un pezzo di pane e un po’ di formaggio che furtivamente aveva sottratto dalla dispensa in cucina. Le allegre fiamme ipnotizzarono i suoi pensieri e portarono la fantasia a voli sfrenati di sogni ad occhi aperti.

Proprio mentre si convinceva che il bosco non fosse realmente un pericolo, ebbe la sensazione di udire inquietanti versi e sentiva un brivido percuoterlo per gli strani movimenti dei cespugli. Girava lo sguardo in ogni direzione cercando di scorgere la fonte di tutto quel brusio, ma non notava alcuna sagoma che gli facesse intuire qualcosa. La foresta inghiottiva, persino, le ombre.

Fu dura fatica tenere occhi aperti e vivo il fuoco. Infatti, a prima mattina si ritrovò addormentato accanto alle braci ancora fumanti.

A quel punto, riprese convinto il cammino in salita.
Ad un tratto, comparve la neve. Proseguendo, il paesaggio si imbiancava al punto che si domandava dove si stesse dirigendo, non avendo una meta precisa. L’unica sua certezza era sfatare o confermare quei miti. Questo proposito lo rafforzava.

Il passo si fece pesante e il fiato sembrava si potesse tagliar con una lama. La sera colse il giovane di sorpresa e questa volta era sprovvisto di rifugio e di legna da ardere.

Le voci della foresta si susseguivano per smorzare l’irreale quiete e sentì di essere seguito; non riusciva neanche a girarsi attorno per tener d’occhio la situazione. Il gelo lo stava paralizzando e i suoi movimenti erano lenti e faticosi fino a quando rimase senza forze. Mosse gli ultimi affaticati passi e crollò, rantolando, nella frolla neve.

In quell’istante, tutta la sua breve vita gli scorse davanti.

La sua casa gli apparve nei pensieri. Il caminetto acceso e la pentola che bolliva una calda e saporosa pietanza, il cui profumo si spandeva per le stanze; i fratellini che si preparavano per la notte e inginocchiati ai lettini recitavano le loro preghiere; la madre amorevole che li copriva con le calde coperte di lana e sulle rosee gote posava il suo bacio della buonanotte, dopo aver raccontato una delle famose leggende che lo avevano spinto in quel gelo.

Ipotizzava che in quel calore non ci fosse più posto per lui e che non si fossero accorti della sua assenza. La nostalgia lo assaliva e tristemente meditava che loro non provavano la stessa cosa. Nessuna disperazione perché nessuno lo cercava. Quella era l’ultima dimora che avrebbe vissuto e si concludeva la sua prima e ultima avventura.

Non aveva incrociato alcuna strana creatura, elfo dispettoso o demone orribile; aveva inseguito i suoi sogni e di questo non era pentito. L’insistente ululato dei lupi che si avvicinavano muovendosi tra i cespugli, i riflessi argentei del loro crine e quelle pupille rosse d’accesa ferocia che spiccavano nel buio gli raggelavano i pensieri.

Lo avrebbero incontrato disteso a faccia in giù nella neve, privo di forze e inerme. Per loro, sarebbe stato semplice banchettare con le sue carni, così come dilaniano i capretti.

Gli mancarono i sensi alla vista del branco. Percepiva il caldo fiato sul viso e l’odore nauseabondo di belva.
Poi, solo buio profondo e il nulla.  Nessun dolore, freddo o voce. Solo il battito ormai lento del suo tenero cuore che rimbombava nel silenzio della sua mente. Credeva fosse arrivata la fine e d’essere ormai giunto in paradiso quando svegliandosi, tra calde coltri, riconobbe il viso di sua madre che, affettuosamente, gli carezzava la fronte.

La donna gli raccontò, con voce soave e candida, di come i cacciatori l’avessero trovato proprio seguendo i lamenti dei lupi che si erano accucciati attorno al suo corpo preservandolo dal freddo e dall’assideramento.
Alla vista dei cacciatori, il branco fuggì via. L’ultimo a scappare fu il capobranco che si voltò per assicurarsi che il giovane fosse stato salvato. Uno dei cacciatori puntò l’arma verso il coraggioso lupo, ma gli altri lo fermarono affermando:
Un’animale conosce la pietà, perché noi non dovremmo?

Tornati al villaggio con il fuggitivo recuperato, si sentivano più ricchi per la lezione di vita imparata. La stessa che il giovane avrebbe portato, preziosamente, con sé per tutta la sua esistenza.
Erik sarebbe diventato un uomo saggio, un uomo che non si sarebbe mai arreso continuando a seguire i propri sogni anche se in modo meno sprovveduto.

Ai suoi figli, ed ai figli dei figli, avrebbe insegnato a guardar sempre con gli occhi del cuore perché ciò che troppo facilmente temi e giudichi, potrebbe essere migliore del tuo stesso pensiero.

-
Rita Veloce -

Rita Veloce, nata a Rodi Garganico. Vincitrice del primo premio nel Concorso Internazionale di Poesia “Giuseppe Longhi” 2011 con la poesia EMIGRANTI CLANDESTINI – COMUNE DIVERSITA’, finalista nell’edizione 2012 del Concorso Nazionale di Poesia “Falcone e Borsellino: Vent’anni dopo” con la poesia L’EREDITA’, Silloge Finalista su 381 testi partecipanti nel Premio Letterario Ibiskos 2012, Menzione d’onore nell’edizione 2012 del Premio Letterario Internazionale “Trofeo Penna d’Autore” con la poesia LA LUNA E LA COMETA e finalista nell’edizione 2013 del Concorso Nazionale d’Arte e Cultura “Mario Dell’Arco”. Pubblicata sull’antologia “Giuseppe Longhi“ VIII edizione, sull’antologia “I Grandi Classici della Poesia Italiana“ 2012, sull’antologia “Per non dimenticare Falcone e Borsellino: Vent’anni dopo” 2012, inserita nell’antologia “Emozioni in bianco e nero” 2012 con un componimento poetico ed una fiaba e selezionata per l’antologia del Premio Internazionale di Poesia “Liber@rte” 2013.  Ha, inoltre,  già pubblicato un libro di fiabe (LATTE DI LUNA) e una silloge poetica (I COLORI DEL VENTO).
Potete iscrivervi al suo gruppo facebook “FIORI DEL DESERTO” all’indirizzo: https://www.facebook.com/groups/219280771457501/



0 Comments



Leave a Reply.

    Deliri Progressivi

    ... dalla penna facile...
    dal VIRTUAL COFFEE BAR

    https://www.facebook.com/groups/virtual.coffee.bar/


    Fare clic per impostare HTML personalizzato

    News

    Marzo 2020
    Aprile 2019
    Marzo 2019
    Febbraio 2018
    Novembre 2017
    Settembre 2017
    Luglio 2017
    Maggio 2017
    Febbraio 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016
    Aprile 2016
    Marzo 2016
    Gennaio 2016
    Novembre 2015
    Aprile 2015
    Marzo 2015
    Dicembre 2014
    Novembre 2014
    Ottobre 2014
    Settembre 2014
    Agosto 2014
    Luglio 2014
    Giugno 2014
    Maggio 2014
    Aprile 2014
    Marzo 2014
    Febbraio 2014
    Gennaio 2014
    Dicembre 2013
    Novembre 2013
    Ottobre 2013
    Settembre 2013
    Agosto 2013
    Luglio 2013
    Giugno 2013
    Maggio 2013
    Aprile 2013
    Marzo 2013
    Febbraio 2013
    Gennaio 2013
    Novembre 2012

    Categories

    Tutti
    Accuse
    Aldo
    Aldo Scardella
    Alessandra Prospero
    Amore
    Aneddoti
    Anemonia
    Angeli
    Annamaria Pecoraro
    Anziani
    Arance
    Arsenico
    Asma
    Aspirina
    Berlusconi
    Blog
    Cagliari
    Campania
    Carcere
    Carenze
    Carnia
    Cartceri
    Casera Malpasso
    Cercare
    Cercarsi
    Chi
    Chimica
    City Angels
    Civita Di Bagnoregio
    Collaborare
    Collezionismo
    Collodi
    Corruzioe
    Cristalli
    Cristiano Scadella
    Cristiano Scardella
    Cristo Velato
    Curiosità
    Dalla Cenere Al Volo
    Deliri Progressivi
    Denutrizione
    Dolore
    Don Camillo
    Don Luigi Ciotti
    Dove
    Dulcinea
    Enzo Tortora
    Epoca
    Errori
    Essenza
    Eugenio Nascimbeni
    Fact Finding Writing
    Farmaci
    Farmacia
    Fata Turchina
    Felicità TVB
    Femenata
    Ffw
    Firenze
    Flipper
    Gilbert Paraschiva
    Giovanni Nebuloni
    Giulia Bovone
    Giustizia
    Governo
    Guerra
    Guido
    Gustave Falubert
    I Fiori Di Latta
    Il Cuore Di Polistirolo
    Incontro
    Ingiustizia
    Inizio
    Intelligence
    Italo Svevo
    Juke-box
    La Farmacia D'epoca
    Lager Nazista
    La Montagna D'argento
    La Scoscienza Di Seno
    Latta
    Latte Di Luna
    Leggi
    Letteratura
    Leucodistrofiametacromatica
    Machain
    Madame Bovary
    Magistratura
    Malattia
    Marcel Proust
    Mariano Scardella
    Maria Plozner
    Medicinali
    Medicine
    Mef Srl
    Mezzo
    Mission
    Mmistero
    Mods
    Morte
    Morti
    Mostra Elettrotecnica Firenze
    Napoli
    Nazismo
    Nuovi Occhi Sul Mugello
    Oscar Luigi Scalfaro
    Paluzza
    Pane
    Paularo
    Penso
    Peppone
    Pezze Di Greco
    Pinball Wizard
    Pinocchio
    Poesia
    Portatrici Carniche
    Poste
    Presepe Vivente
    Prima Guerra Mondiale
    Processi
    Promozione
    Prove
    Racconto
    Ravello
    Renato Brunetta
    Ricostituenti
    Rita Veloce
    Riti
    Rockers
    Rock-hola
    Sal Mirabilis
    Santoro E Le Scuole Serali
    Sardegna
    Sigarette
    Simone Guaragno
    Simone Guaragno. La Seconda Possibilità
    Socrate
    Sofia
    Sogni
    Sorriso
    Stato
    Stazione Leopolda
    Steve Kordek
    Superfarmaco
    The Who
    Tiziana Iaccarino
    Tradizioni
    Uccisione
    Verità
    Villa Rufolo
    Vincenzo Cinanni
    Virtual Coffee Bar
    Welcome
    Wurlitzer

    Feed RSS

Powered by Create your own unique website with customizable templates.