La Farmacia d'Epoca è un blog dedicato al collezionismo di vecchie scatole di latta di medicinali curato da Giulia Bovone. Dal momento che le informazioni su questi oggetti sono piuttosto rare, Giulia ha scritto un articolo sui "superfarmaci" per Deliri Progressivi. Tanti ci sono ancora mentre altri ci hanno lasciato, alcuni sono frutto di decenni di ricerca, altri invece sono figli di un colpo di fortuna, qualcuno ha cambiato in meglio la vita di molti, qualcun altro invece era disastrosamente inefficace: di cosa sto parlando? Ma di farmaci ovviamente! Sembra strano che una categoria di prodotti così “comuni” e forse anche un po’ odiati (soprattutto dai bambini!), possano essere qualcosa di più che semplici vettori per la guarigione dalle malattie: i farmaci sono storia. Le piccole scatole di cartone, i flaconi di vetro, le scatole di latta dei vecchi farmaci ci raccontano com’era il rapporto tra gli Italiani e la salute, di cosa si ammalavano, cosa utilizzavano per curarsi, cosa prescrivevano i medici, e soprattutto se alla fine guarivano. Il Novecento, infatti è stato un secolo in cui la farmacia ha compiuto passi da gigante, passando da farmaci e tecniche mediche ispirate all’Ottocento, che hanno perdurato fino agli anni Trenta, al “superfarmaco” degli anni Cinquanta – Sessanta, fino alla farmacia moderna, basata su dosi ridotte meno aggressive per l’organismo. Ma non ci si può limitare solo a quello, il rapporto tra gli Italiani e il farmaco è ancora più profondo, tanto da “rompere” la schematicità della storia per diventare un vero e proprio ricordo, legato indissolubilmente alla loro memoria. Il Rim, lo Streptosil, il Veramon, sono tutti nomi ad oggi dimenticati, che per molti invece ricordano l’infanzia o addirittura una persona: il nonno e le Pastiglie Bertelli, la zia che prendeva solo ed esclusivamente il Saridon e quelle tre confezioni di Formitrol memento di quella terribile tonsillite alla beata età di dieci anni. Tutti questi bei ricordi, ovviamente fanno sorgere un dubbio: perché tante delle “vecchie glorie” della farmacia italiana se ne sono andate? Il Formitrol è stato sicuramente uno dei farmaci più venduti ed apprezzati degli anni Cinquanta / Sessanta, con i suoi 2 cg di formaldeide era in grado di sconfiggere i mal di gola più terribili. Peccato che questa molecolina si sia poi dimostrata cancerogena nonché mutagena. Stessa fu la sorte del Rim, il lassativo più amato dai bambini: sotto forma di cubettini di marmellata era una ghiottoneria più che un farmaco, il che molte volte ha creato degli spiacevoli “incidenti di percorso” causati dalla troppa golosità. Ovviamente la marmellata da sé non bastava a fornire il desiderato effetto lassativo, e allora era necessario affidarsi alla fenolftaleina, che purtroppo anche lei bene non faceva. Infatti, quando negli anni Ottanta la molecola fu ritirata dal mercato, fu un brutto colpo per l’industria del lassativo italiano: più della metà dei farmaci dell’epoca erano a base di fenolftaleina. Lo Streptosil, insieme al cerotto Leucoplasto è un’icona della gioventù dalle ginocchia sbucciate, quanta streptomicina è stata usata dalle mamme per medicare i pargoli sempre per terra! Questo farmaco fu così tanto venduto e diffuso che ne nacquero delle diverse varianti anche per gli allergici ai sulfamidici. Oggi esiste ancora, ma con una diversa formulazione: insomma dello Streptosil originale conserva solo il nome. Già dai primi anni del Novecento, il Veramon era un’istituzione in caso di mal di denti, esattamente come lo era il Saridon per il mal di testa o i dolori mestruali. Peccato che il primo contenesse un derivato di barbiturici e il secondo un potente sedativo: per forza che funzionavano! Il nonno, invece, che ci teneva a curarsi ma solo in maniera naturale, per la sua tosse prendeva solo le Pastiglie Bertelli, all’estratto di Lactuca virosa, parente della comune lattuga da tavola, contenente alti tassi di lattucina, molecola che agisce a livello del sistema nervoso centrale per sedare la tosse, indurre sonnolenza e se sovradosata anche allucinazioni. Sì, la farmacia del Novecento riserva una grande quantità di sorprese, e se per caso vi foste arrabbiati a morte con le industrie farmaceutiche, vi fermo prima: quando questi farmaci furono ideati, ovvero nei primi anni del Novecento, non c’erano le conoscenze metaboliche e fisiologiche di oggi, perciò non si poteva sapere che questi medicinali avessero delle controindicazioni, e man mano che le nuove tecnologie si sono sviluppate, ecco che i nostri cari farmaci furono indagati a fondo, e nel caso in cui non fossero stati idonei, riveduti e corretti. Il mio lavoro, che svolgo tramite il blog La Farmacia d’Epoca è quello di conservare la memoria storica di questi oggetti, affinchè anche tra cent’ anni si sappia che Paneraj non è solo una marca di orologi, che Sapol Mani non è soltanto un calciatore togolese, che Solarson non è unicamente una ditta di impianti fotovoltaici e che di Carlo Erba c’è anche il pittore. Giulia Bovone del blog la Farmacia d’Epoca per Deliri Progressivi per altre scatole e curiosità: http://blog.libero.it/lfde/view.php?reset=1&id=lfde
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Marzo 2020
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