"Furono tre, infatti, i banditi, armati e col volto coperto da passamontagna che il 23 dicembre 1985 fecero irruzione nell'emporio di Pinna. All'ingiunzione di consegnare i soldi ci fu un accenno di reazione e i banditi spararono, uccidendo il commerciante. Pochi giorni dopo venne arrestato Aldo Scardella che si suicido' nel luglio successivo, dopo avere sempre ripetuto la sua innocenza."
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....ci sarà il bambino che romperà l’uovo con impazienza “esplosiva”, facendo saltare pezzetti di cioccolata ovunque, quello che cercherà di aprirlo giusto in due metà, quello che rimane un attimo ad osservarlo per capire come aprirlo e quello che, guardando l’adulto autore del regalo, chiederà “posso romperlo?” . ![]() L’UOVO DI PASQUA (RIFLESSIONE) Tante cose può dirci un uovo di Pasqua regalato ad un bambino, se siamo “osservatori”. Ad esempio può rivelarci con largo anticipo “l’uomo (o la donna) di domani”. Già dallo scartarlo vedremo le varie differenze comportamentali: ci sarà il bambino che lo scarterà con cura, con pazienza o comunque con calma e quello che lo scarterà frenetico, rivelandosi impaziente, e ancor più se invece di sciogliere il fiocco, per l’impeto, lo dovesse annodare o ingarbugliare. Una volta arrivati all’uovo “nudo e crudo”, ecco le ennesime differenze: ci sarà il bambino che romperà l’uovo con impazienza “esplosiva”, facendo saltare pezzetti di cioccolata ovunque, quello che cercherà di aprirlo giusto in due metà, quello che rimane un attimo ad osservarlo per capire come aprirlo e quello che, guardando l’adulto autore del regalo, chiederà “posso romperlo?” . E la sorpresa? Questa è la parte più “istruttiva”! L’incontentabile, il pignolo, il polemico (del futuro, ma che già da chiari segnali) sarà quello che difficilmente se ne sentirà appagato e felice; qualsiasi sorpresa troverà non sarà mai quella che si aspettava. L’introverso non esternerà la sua soddisfazione e il timido si limiterà ad un sorriso “d’approvazione”. Il cuore semplice, umile e gioioso (ecco i miei preferiti), invece, saranno un vulcano di felicità, sia che all’interno abbiano trovato proprio ciò che risponde alle loro aspettative e desiderio, sia che la sorpresa sia davvero una sorpresa. Certamente la vita “plasma” poi ognuno di noi a seconda delle esperienze vissute, ma il carattere “di base”, a mio parere, decisamente nasce con noi. Ma, tranquilli, la sola cioccolata, nella maggior parte dei casi, fa poi felici tutti! BUONA PASQUA A BAMBINI ED ADULTI! Rita Veloce Altre streghe, altri eretici, altri alchimisti, altri vampiri. Chi sono oggi? ![]() Ero tra i rovi a raccogliere bacche e mentre respiravo la leggera aria boschiva, muschiata d’intensi profumi, mi tornavano alla mente antiche leggende, che ancor oggi, seppur flebili, echeggiano tra queste felci e questi faggi. La strega del bosco: malvagia, crudele, che il sonno rubava ai bambini del vecchio villaggio posto ai piedi del monte e che a lui si prostrava timoroso. Lei era stata scacciata fanciulla; come me, raccoglieva erbette ed aromi per farne tisane o, come credevano gli stolti, pericolose pozioni e veleni. Una fanciulla, poco più che bambina, orfana e costretta a pensare a se stessa, da sola; come sola si ritrovò tra i lupi e i cinghiali zannuti. Ma neppure questo saziò e quietò la loro ignoranza; andarono a prenderla nella piccola baracca di legno che ella stessa si costruì con dei piccoli tronchi raccolti lungo il fiume. Credeva fossero tornati compassionevoli, pentiti, per riportarla al villaggio; credeva fossero tornati con l’umanità, fino ad allora negata, in quei cuori dissalati da inutili paure. Invece erano lì per farne di lei banchetto per le fiamme, mensa purificatrice che esorcizzasse le loro sventure. La legarono ad un palo di legno, posto sopra un’alta fascina di ciocchi e sterpaglie, mentre lei supplicava le loro anime cercando una pietà che non concepivano, ottusi com’erano di misericordia e ragione. Pregò e supplicò finché le fiamme non cominciarono a sbranarle le carni; fu allora che li maledì, con una sentenza dal tono agghiacciante, nel suo ultimo disperato respiro di vita. Volevano credere alle streghe e fu offerta loro la maledizione che li avrebbe tormentati e condizionato l’esistenza, più di quanto avesse mai potuto fare un senso di colpa, semmai lo avessero provato. Riflettevo, mentre ricolmavo la cesta di more, quanto incolta e selvaggia fosse la gente d’un tempo e l’animo mi si colmò di tristezza; poi mi resi conto che quell’umore non si legava tanto a faccende passate, quanto più ad ignoranze moderne. Altre streghe, altri eretici, altri alchimisti, altri vampiri. Chi sono oggi? Ruoli cambiati, vesti diverse, altre arti, altre scene, un’altra epoca, altre maledizioni ed altri malefici. Forse solo gli stessi occhi innocenti e indifesi che si accecano guardando troppo sole. Diversi agnelli immolati sugli altari sacrificali. Nessuno aveva visto, erano tutti voltati da un'altra parte. Nessuno sapeva o avrebbe mai creduto. Si indignano, rabbrividiscono dinanzi eventi eclatanti, scene raccapriccianti, delitti efferati, eppure coloro che non avevano trovato il tempo per accorgersi che un piccolo fiore veniva condotto sul rogo delle streghe, trovano poi il tempo per curiosità morbose o inutili sproloqui profanatori di quelle vite già crudelmente spezzate. Questi siamo noi? E dove, in noi, nel trascorrere dei secoli, è avvenuta l’evoluzione, la civilizzazione? Quale differenza c’è tra il declinare responsabilità e allestire falò? Nessuna, se alla fine, comunque un innocente è stata sacrificata sul palo delle streghe. Rita Veloce |
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