Tempo, alle poste l'impiegato che mi conosce da anni, mi ha chiesto la delega per ritirare la raccomandata che non è stata trovata pur essendo stata depositata da più di 25 anni... Quando hanno fatto un interrogazione parlamentare, l’ex senatore Perduca dei Radicali, Luglio 2011, rivolta al ministro, ravvisavano una persecuzione nei miei confronti da parte della giustizia, ma le istituzioni rappresentate da vari organi. Sostengono, non in via ufficiale, che sono io che mi fisso. Ma io non mi fisso per niente, non lo sostengo io ma il politico che ha presentato l'interrogazione dopo aver analizzato vari atti processuali, quindi diffido a dire calunnie contro le istituzioni di Cagliari e bene ha fatto lo stesso Tribunale di Cagliari a non rispondere alle interpellanze!! Nemmeno quando gli si chiedeva chi era quell'avvocato che frugava atti miei riservatissimi, in cui venivano avviate indagini della procura per una mia istanza di riapertura di un caso giudiziario riguardante la strana morte in carcere di mio fratello Aldo. Se dovessi ipotizzare, anche per scherzo, che alle poste ci sia stato un accanimento nei miei confronti succederebbe il finimondo, però a loro se gli bucano una gomma finiscono in tutti TG nazionali, descritti come poveri martiri. L'uguaglianza sociale è quindi una situazione per cui tutti gli individui all'interno di società o gruppi specifici isolati debbano avere lo stesso stato di rispettabilità sociale. So che il paragone è assurdo ma mi sento come si sentirono gli Ebrei quando vennero esclusi dalla società e dalla burocrazia: un numero insomma e per di più senza diritti. Questo lo si rileva maggiormente per quello che mi accade alle A.S.L. non menzionano, a parte il mio psichiatra, l’episodio in cui la polizia, col pretesto di cercare un rapinatore, piombò in casa mia, ed entrò nella mia camera, aprendo la porta senza bussare, svegliandomi improvvisamente! In pratica usarono una procedura scorretta, oltre al fatto con mia madre anziana, affetta da Alzheimer. Non ci fu nei suoi confronti nessuna professionalità da parte degli investigatori, per carità è sempre un incidente da non addebitare a tutta la polizia. Fatto sta che per la patologia di cui sono affetto (disturbo bipolare), era di estrema importanza registrarlo nelle cartelle cliniche, onde valutarlo con gli esperti. Registrano gli incidenti che ho avuto, ma questo no, nonostante sia un grosso trauma per la brutalità in cui è avvenuto l’episodio di polizia per poter sapere i motivi per il quale uno si aggrava. Non è una bella situazione essere svegliato da 10 poliziotti che ti accusano o ti fanno pensare che hai commesso un reato che non hai fatto. Eh si!! Perchè in effetti cercavano uno con uno scooter, col colore uguale al mio, (solo che mio motore era freddo quindi escludeva categoricamente il mio coinvolgimento al fatto delittuoso). Cercare l’alibi in un innocente è come rubare un bel sogno di cui non si hanno ricordi. Ci leggo in questo psico dramma una grande macchina preparata a puntino per screditare l’individuo, l’uomo, e isolarlo dal punto di vista sociale e che la persona interessata. Io, lo sa benissimo, talmente bene, che se fosse veramente bipolare non lo capirebbe. Mi chiedo ma come fanno gli accertamenti i medici, la causa è importante, per sapere il motivo di un cambiamento di umore eccessivo, dai sogni? E il disturbo bipolare a questo punto, si deve considerare fine pena mai? Certo se non certificano le aggressioni dello Stato. Infine di quello che sostiene il senatore in parlamento, (badate bene lui non io), alle A.S.L. Sarde non glie ne frega niente? Cristiano Scardella
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Il bracciale che il burattinaio decise di donare alla Signora Anemonia si trovava al polso di Misò, il fantoccio in cartapesta, che era stato ritrovato dall’uomo, pochi giorni prima dello scontro. L’anello fu riposto, nella scatola. Infatti, l’uomo amareggiato, se ne andò, sorbendo l’amaro in bocca, proprio come se la cicuta di Socrate avesse permeato le sue carni. Si era levato il cappello da gentiluomo. Salutò la Signora. La donna gli aveva fornito una risposta breve, tagliente, molto più repentina della lama di un boia, in procinto di emettere la sua sentenza. Quell’individuo realizzò che aveva sbagliato. La donna, in seguito a quella proposta, lo fissò lungamente, e compì 2 passi. Era totalmente decisa a fargli capire, non c’era chance di fraintendimento. ‘’Grazie, no’’- lei rispose. Anemonia, così si chiamava, aveva ben percepito che accettare quel dono avrebbe avuto un significato intrinseco. Non avrebbe potuto mantenere una promessa. Attinio, strano nome datogli dai genitori quando venne al Mondo. Amavano il mare i due. Faceva il burattinaio, aveva la purezza etica di un angelo sceso in terra. Carattere burbero, schivo, scostante a volte. La donna riflettè sulla proposta del puparo, che le disse, reagendo d’istinto: ‘’Contiene il bracciale del mio fantoccio, lo prenda, in segno di scuse’’. Poco prima, Attinio si era slanciato verso Anemonia, accennando un mezzo salto, si affrettò a porgerle quella scatola. ‘’Il mio nome? Anemonia mi chiamo’’. ‘’ Sono…Attinio’’- disse l’uomo, titubando. La minuta Signora rimase attonita, nel vedere le sue impacciate movenze . La scatola di legno che Attinio ebbe in animo di donarle era pirografata con motivi geometrici, un disegno asimmetrico, ritratto di un lontano paesaggio marino. Anemonia era una donna-custode. Possedeva lo sguardo degli arcobaleni, gli occhi da cascata indomita, suscitando nei suoi presunti spasimanti sentimenti di appagamento visivo. Il burattinaio Attinio le aveva chiesto scusa. Dopo il fortuito scontro, tutti e due si erano ricomposti. Attinio era un cocciuto uomo, costruitosi da sé, che faceva della sua passione un lavoro, tramandatogli dalla famiglia. Eppure, sotto quella scorza di sequoia perenne, egli era un perfetto gentleman. I pensieri che gli frullavano in testa lo avevano assorbito così tanto, da non prestare la dovuta attenzione alla donna, la quale proveniva in senso contrario. Accortosi troppo tardi, non riuscì a scansarla. Attinio… aveva il maledetto vizio di indossare occhialoni scuri, pur vedendoci benissimo. Lo astraevano dal resto, dandogli il pretesto di non considerare chi aveva intorno. Il bracciale che il burattinaio decise di donare alla Signora Anemonia si trovava al polso di Misò, il fantoccio in cartapesta, che era stato ritrovato dall’uomo, pochi giorni prima dello scontro. L’istinto tradisce i puri? L’episodio accaduto ad Attinio conferma che con… gli estranei, ci vuole tatto. Vincenzo Cinanni |
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