Diedi io la notizia, a Carmelina, della morte di Aldo Scardella, (morto in carcere innocente dopo sei mesi di isolamento, accusato ingiustamente per un delitto di un commerciante, poi quelli del Palazzo dei Veleni, dimenticandosi delle loro guerre interne, se ne andarono a prendere un gelato. Ti uccideranno Zeb,sono tanti e forti! - Tu non sei l’uomo che ho conosciuto una volta. - Tutti abbiamo una maschera è nel nostro dna in questo mondo di convenzioni. Diranno che un pazzo furioso, di nome Zeb Macahain si era illuso di cambiare il sistema e che si è bevuto completamento il cervello,morto in un paese di stronzi. Alla tua morte ci sarà una grande festa:se ne è andato un vero rompicoglioni. A Aldo Scardella gli è stata dedicata una piazza, un documentario, due commedie teatrali, due libri,hai inondato in internet di articoli,hai fatto aprire più cassetti in procura che la vicenda di Ustica,la tua tenacia ha fatto giurisprudenza. Che cazzo vuoi ancora Macahain? - Tutto quello che non avete raccontato. La maggior parte della gente è mediocre e ha paura di tutto ciò che è diverso. Cristiano Scardella
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SOLETERRE PROMUOVE LA CAMPAGNA “#IWANT2BFREE” A SOSTEGNO DELLA COMUNITA’LGTBI IN UGANDA in occasione della “Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia” Da domani, martedì 17 maggio, “Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia”, l’Organizzazione Umanitaria SOLETERRE – STRATEGIE DI PACE promuove la campagna di informazione e sensibilizzazione “#IWANT2BFREE” a sostegno delle persone LGTBI (acronimo di lesbian, gay, bisexual, transgender e intersex) e dei difensori dei loro diritti umani, organizzazioni e singoli cittadini che nel Paese africano lottano contro la corruzione, le ingiustizie e per il rispetto dei diritti umani e civili delle minoranze. In Uganda le persone LGTBI sono gravemente discriminate: vengono negati loro alcuni diritti fondamentali come quello alla salute o all’istruzione, non hanno libertà di riunione, associazione ed espressione, l’omosessualità è un reato penale che prevede pene fino all’ergastolo. Anche le organizzazioni e i singoli attivisti che si dedicano alla difesa dei loro diritti sono costretti ad operare in un clima ostile dove minacce, abusi e discriminazioni sono all’ordine del giorno. La situazione è precipitata quando nel 2014 il governo del presidente Museveni – ormai in carica da 30 anni – ha promulgato il famigerato Anti-Homosexuality Act – AHA (La Legge contro l’omosessualità) che prevedeva la pena di morte. Nonostante la legge sia stata ritirata per le forti pressioni statunitensi e internazionali, essa ha contribuito ad aumentare il pregiudizio della popolazione nei confronti degli appartenenti alla comunità LGBTI e a giustificare minacce, vessazioni e abusi ai loro danni. È infatti credenza ampiamente diffusa nel Paese che l’omosessualità sia un mezzo per ottenere vantaggi finanziari o materiali e che la sua diffusione si attui attraverso la propaganda attiva da parte dell’Occidente. Il consenso e l’età sono fattori ignorati nel dibattito pubblico, che è riuscito invece a rendere l’opinione pubblica largamente anti-gay anche attraverso l’equazione omosessualità=pedofilia. Questa strumentalizzazione politica di sentimenti omofobi da parte della classe dirigente ha facilitato l’istituzionalizzazione della discriminazione omofoba e incoraggiato gli abusi nei confronti di individui e gruppi sospettati di omosessualità: il diverso orientamento sessuale e la diversa identità di genere sono rifiutati a livello sociale e giuridico e la comunità LGBTI è discriminata a livello legale e nella prassi. Anche i media sono stati complici della violazione dei diritti umani di questa comunità, arrivando a pubblicare vere e proprie liste di proscrizione con fotografie e informazioni private di attivisti e cittadini. Protagonisti di #Iwant2Bfree, la campagna d’informazione e sensibilizzazione promossa da Soleterre sono gay, lesbiche e transessuali ugandesi che hanno veicolato il loro messaggio posando per alcuni ritratti fotografici a volto coperto per proteggere la propria identità. La campagna mostra il desiderio intimo e umano di poter vivere una vita libera dalle discriminazioni e limitazioni date dal proprio orientamento o identità sessuale: “#Iwant2Bfree not to hide myself” (voglio essere libero di non nascondermi), “#Iwant2Bfree to be accepted by my family” (voglio essere libero di essere accettato dalla mia famiglia) o “#Iwant2Bfree enjoy my private life” (voglio essere libero di godere della mia vita privata) sono alcuni dei messaggi che saranno veicolati soprattutto attraverso i social network. Parte integrante della campagna anche il video documentario sulla condizione degli LGBTI in Uganda visibile al link: https://www.youtube.com/watch?v=_vM_2SJ_KOY La campagna #IWant2Bfree è visibile online sul sito www.hrduganda.org, piattaforma web in lingua italiana creata da Soleterre per far conoscere le difficoltà e i successi del lavoro dei Difensori dei diritti umani in Uganda attraverso la condivisione di dossier, storie, video, foto e altri materiali di approfondimento. La campagna è parte integrante del progetto “Al fianco dei difensori dei diritti umani in Uganda” realizzato da Soleterre e finanziato dalla Cooperazione Italiana allo Sviluppo, attivo da oltre un anno nello Stato ugandese. Soleterre, insieme a East and Horn of Africa Human Rights Defender Project – EHAHRDP, interviene con attività di informazione e assistenza in materia di sicurezza, promuove l’inclusione di difensori dei diritti, attivisti e giornalisti nel contesto internazionale e organizza incontri di formazione sulla tutela del proprio lavoro e di quello dell'organizzazione a cui appartengono. SOLETERRE è un’organizzazione umanitaria laica e indipendente che opera per garantire i diritti inviolabili degli individui nelle “terre sole”. Realizza progetti e attività a favore di soggetti in condizione di vulnerabilità in ambito sanitario, psico-sociale, educativo e del lavoro. Interviene con strategie di pace per favorire la risoluzione non violenta delle conflittualità e per l’affermazione di una cultura di solidarietà. Adotta metodologie di partenariato e di co-sviluppo per promuovere la partecipazione attiva dei beneficiari degli interventi nei paesi di origine e in terra di migrazione e garantire la loro efficacia e sostenibilità nel tempo. Soleterre opera in Uganda dal 2011 con progetti sanitari. www.soleterre.org ITALIA DA VEDERE: CIVITA DI BAGNOREGIO (Il paese che muore) Mi piace definire l’Italia come “il Paese dei paesi”, infatti, da nord a sud, sono davvero tantissimi i piccoli borghi che offrono, o per scenari naturali o per antiche strutture, atmosfere incantate di cui deliziarsi e impronte ancora palpabili d’un tempo ormai perduto nella storia antica di questi luoghi. Una di queste meraviglie è Civita, frazione del comune di Bagnoregio, in provincia di Viterbo. Il paesello sorge, in modo quasi surreale, su di una collina di tufo, a 443 mt d’altezza, nella valle dei Calanchi. La definizioni di “paese che muore” è dovuta alle innumerevoli frane, causate dal terreno argilloso e le continue erosioni, che lo hanno portato a sgretolarsi e precipitare a fondo valle, poco per volta nel corso di secoli e millenni, e che lo legano ad un destino inesorabile: La piccola cittadina d’origine etrusca, nel quale restano poco più di una decina di anime, è destinata a scomparire. Civita è raggiungibile solo attraverso un ponte percorribile esclusivamente a piedi; alla fine di esso v’è un antica “porta d’ingresso”, detta di Santa Maria, che apre ad uno scenario dal sapore medioevale e rinascimentale e ti catapultano inevitabilmente in quel tempo ad immaginare, ad occhi aperti, scene di vita quotidiana, costumi, antichi pali, feste di borgo e mercati di piazza. La visita ai viottoli, la piazza e la chiesa, richiedono solo poche ore e vale davvero la pena percorrere il lungo ponte, per recarsi in questo luogo suggestivo, destinato a scomparire e divenire solo “reperto archeologico” della sottostante vallata. articolo e fotografie a cura di Rita Veloce |
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