ANONYMOUS: MOLTI DIVENTANO ANONIMI Estetica e Politica, Algoritmi e Selfie Incontro con Gabriella Coleman e Geert Lovink Partecipano: Donatella Della Ratta, Teresa Numerico, Peter Sarram Mercoledì 24 maggio 2017, ore 12.00 MACRO - Museo d’Arte Contemporanea Roma Auditorium, Via Nizza 138 Selfie, algoritmi e anonymous: le diverse strategie dell’identità digitale Un’occasione unica per incontrare al MACRO, Museo di Arte Contemporanea di Roma, nel contesto della mostra di Urban Culture CROSS THE STREETS, i massimi intellettuali e media attivisti che, tra Uniroma Roma Tre e John Cabot University di Roma, si confrontano su cosa sia un selfie e quali siano le conseguenze politiche, estetiche e sociali dell’identità digitale. Quali sono le motivazioni, quali le trasformazioni sociali e i rischi derivanti dall'ossessione di rappresentarci sui social media mentre sorridiamo, mangiamo, diamo un bacio? Come il mondo dei Big Data si nutre di quella che a noi appare come una pratica intima e allo stesso tempo sociale? Come conciliare l'esigenza di esserci con il diritto alla privacy, come restare in rete senza perdere l'anima? Il convegno “Fear and Loathing of the Online Self: A Savage Journey Into The Heart of Digital Cultures”si tiene il 22 e il 23 maggio e vede la partecipazione di studiosi da tutto il mondo tra i quali Geert Lovink, Jodi Dean, Bifo, Gabriella Coleman, Wendy Chun e molti altri e prevede anche delle esibizioni di video arte. Le sessioni sono: Behind and beyond selfie, Politics and aesthetics of mask design, Online subjectivity theory, Artistic practices of the online self. Il 24 maggio al Museo si terrà l’incontro conclusivo con Gabriella Coleman e Geert Lovink, a cui partecipano: Donatella Della Ratta, Teresa Numerico, Peter Sarram. L'iniziativa è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Il selfie è una pratica ormai imprescindibile della nostra vita online. È difficile trovare una spiegazione della dimensione quasi compulsiva con la quale tendiamo a saturare ogni evento della vita con immagini che poi in tempo reale condividiamo con amici e conoscenti attraverso i social network. Siamo di fronte a una percezione ambivalente dell’esser sotto osservazione. Nessuno se interrogato direbbe di desiderare la sorveglianza, ma in pratica lasciati liberi di agire tendiamo a privilegiare la possibilità di essere visti alla eventuale riflessione sul danno eventuale contro la nostra privacy. Molti critici si sono soffermati sulla dimensione narcisistica del selfie. Abbiamo desiderio di una gratificazione costante per il nostro agire che ci sveli la popolarità dei nostri profili e ci spinga a mettere costantemente in scena le nostre vite. La scelta dell’esibizione è, però, catturata dall’esercizio dei Big Data per una continua profilazione delle preferenze e dei desideri delle persone a partire dalle tracce che algoritmi opachi, segreti ed efficientissimi interpretano, con l’obiettivo di anticipare per noi il futuro. L’esposizione schiacciante dei volti produce anche una reazione di rifiuto. La posizione di Anonymous estetica, ma anche etica e politica, è quella di sottrarsi al riconoscimento suggerendo che la soggettività è sempre molteplice, precaria e parziale. Anonymous reclama l’agire di un collettivo e una responsabilità condivisa e partecipata come unica fonte di senso. Ma il selfie conserva anche una possibilità di espressione artistica e di auto-osservazione come processo della consapevolezza di sé. Molti artisti hanno usato questo strumento attribuendo un senso universale all’auto-esibizione. A tutti questi temi aperti si propone di dare risposta una conferenza internazionale organizzata a Roma in collaborazione tra John Cabot University, il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università di Roma Tre e l’Institute of Network Culture di Amsterdam. Comitato scientifico e organizzativo: Donatella Della Ratta (JCU), Geert Lovink (INC), Teresa Numerico (Uniroma Tre), Peter Sarram (JCU). Chiusura del Convegno “Fear and Loathing of the Online Self: A Savage Journey Into The Heart of Digital Cultures” organizzato da Donatella Della Ratta e Peter Sarram (John Cabot University), Geert Lovink (Institute of Network Cultures) e Teresa Numerico (Università Roma Tre), 22, 23 e 24 Maggio a Roma. INFO http://networkcultures.org/online-self/
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SOLETERRE: OGGI IN MAROCCO IL LANCIO DELLA CAMPAGNA “Bin.Com- LA VITA DI UN BIMBO NON È UN GIOCO!” realizzata dal “Collettivo per il diritto del minore alla protezione familiare” www.enfancemaroc.org/bincom/ Oggi, martedì 23 maggio, la Fondazione SOLETERRE – STRATEGIE DI PACE, come parte del “Collettivo per il diritto del minore alla protezione familiare” (CDEPF) composto da più di 10 associazioni marocchine ed internazionali, di cui è capofila l’italiana Ai.Bi, annuncia il lancio in Marocco della campagna online “Bin.Com - LA VITA DI UN BIMBO NON È UN GIOCO” (www.enfancemaroc.org/bincom/), realizzata nell’ambito del progetto “Tous autour de l’enfance” dedicato ai bambini abbandonati ed in particolare a quelli di madri nubili. La conferenza di presentazione della campagna si è tenuta presso la Biblioteca Nazionale del Regno del Marocco a Rabat ed è stata moderata dal giornalista marocchino Abdellah Tourabi con la presenza di testimonial nazionali e internazionali provenienti dal mondo dello sport, del cinema e dell’arte. Ogni giorno in Marocco si contano circa 80 nascite di bambini concepiti fuori dal matrimonio, per un totale di circa 30.000 nascite all’anno: bambini che forse non saranno mai registrati all’anagrafe perché, pur essendo quest’ultimo un diritto acquisito, spesso le madri nubili – spaventate, intimidite o semplicemente disinformate – non lo esercitano. Non avendo un reddito, né una dimora, il 36% di queste madri, d’età inferiore ai 25 anni, si vede obbligata ad abbandonare il proprio bambino. “Bin.Com”, infatti, è una campagna di comunicazione che ha come obiettivo quello di difendere e promuovere la tutela dei diritti sociali ed economici dei minori in stato o a rischio di abbandono rafforzando il ruolo delle organizzazioni della società civile impegnate sul tema. Il logo e il visual della campagna rappresentano un puzzle, scelta che ha come intento quello di creare un “paradosso” con lo slogan della campagna: “la vita di un bimbo non è un gioco”. L’iniziativa è parte integrante di “Tous autour de l’enfance” progetto di cui è capofila l’ONG italiana Ai.Bi., che dal 2015 è attivo per contrastare il fenomeno dell’abbandono attraverso attività di sensibilizzazione su piattaforme nazionali e iniziative di advocacy politico-istituzionali. Il progetto è finanziato da AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo). «È ormai un dato acquisito che uno dei percorsi fondamentali per lo sviluppo sociale e affettivo di ogni bambino sia la qualità della relazione con la propria mamma sin dai primi giorni per un naturale processo di attaccamento – come afferma Damiano Rizzi, presidente di SOLETERRE – per questo non si può accettare questo stato di cose e bisogna agire per tutelare i diritti di questi bambini e delle loro madri, prima fra tutti quello di poter vivere insieme». SOLETERRE è un’organizzazione umanitaria laica e indipendente che opera per garantire i diritti inviolabili degli individui nelle “terre sole”. Realizza progetti e attività a favore di soggetti in condizione di vulnerabilità in ambito sanitario, psico-sociale, educativo e del lavoro. I progetti di Soleterre hanno come obiettivo privilegiato l’area materno infantile con attività specifiche volte alla prevenzione della violenza e dello sfruttamento nei confronti delle donne finalizzati alla loro inclusione sociale. Soleterre in Italia ha contribuito alla creazione della rete “Tiziana Vive”, composta da 11 associazioni che lavorano ogni giorno per la prevenzione della violenza nei confronti delle donne e dei loro bambini (www.tizianavive.org). www.soleterre.org |
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