Il bracciale che il burattinaio decise di donare alla Signora Anemonia si trovava al polso di Misò, il fantoccio in cartapesta, che era stato ritrovato dall’uomo, pochi giorni prima dello scontro. L’anello fu riposto, nella scatola. Infatti, l’uomo amareggiato, se ne andò, sorbendo l’amaro in bocca, proprio come se la cicuta di Socrate avesse permeato le sue carni. Si era levato il cappello da gentiluomo. Salutò la Signora. La donna gli aveva fornito una risposta breve, tagliente, molto più repentina della lama di un boia, in procinto di emettere la sua sentenza. Quell’individuo realizzò che aveva sbagliato. La donna, in seguito a quella proposta, lo fissò lungamente, e compì 2 passi. Era totalmente decisa a fargli capire, non c’era chance di fraintendimento. ‘’Grazie, no’’- lei rispose. Anemonia, così si chiamava, aveva ben percepito che accettare quel dono avrebbe avuto un significato intrinseco. Non avrebbe potuto mantenere una promessa. Attinio, strano nome datogli dai genitori quando venne al Mondo. Amavano il mare i due. Faceva il burattinaio, aveva la purezza etica di un angelo sceso in terra. Carattere burbero, schivo, scostante a volte. La donna riflettè sulla proposta del puparo, che le disse, reagendo d’istinto: ‘’Contiene il bracciale del mio fantoccio, lo prenda, in segno di scuse’’. Poco prima, Attinio si era slanciato verso Anemonia, accennando un mezzo salto, si affrettò a porgerle quella scatola. ‘’Il mio nome? Anemonia mi chiamo’’. ‘’ Sono…Attinio’’- disse l’uomo, titubando. La minuta Signora rimase attonita, nel vedere le sue impacciate movenze . La scatola di legno che Attinio ebbe in animo di donarle era pirografata con motivi geometrici, un disegno asimmetrico, ritratto di un lontano paesaggio marino. Anemonia era una donna-custode. Possedeva lo sguardo degli arcobaleni, gli occhi da cascata indomita, suscitando nei suoi presunti spasimanti sentimenti di appagamento visivo. Il burattinaio Attinio le aveva chiesto scusa. Dopo il fortuito scontro, tutti e due si erano ricomposti. Attinio era un cocciuto uomo, costruitosi da sé, che faceva della sua passione un lavoro, tramandatogli dalla famiglia. Eppure, sotto quella scorza di sequoia perenne, egli era un perfetto gentleman. I pensieri che gli frullavano in testa lo avevano assorbito così tanto, da non prestare la dovuta attenzione alla donna, la quale proveniva in senso contrario. Accortosi troppo tardi, non riuscì a scansarla. Attinio… aveva il maledetto vizio di indossare occhialoni scuri, pur vedendoci benissimo. Lo astraevano dal resto, dandogli il pretesto di non considerare chi aveva intorno. Il bracciale che il burattinaio decise di donare alla Signora Anemonia si trovava al polso di Misò, il fantoccio in cartapesta, che era stato ritrovato dall’uomo, pochi giorni prima dello scontro. L’istinto tradisce i puri? L’episodio accaduto ad Attinio conferma che con… gli estranei, ci vuole tatto. Vincenzo Cinanni
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Settembre 2024
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