un racconto - essenza del vero significato dell'Amicizia di Simone Guaragno Un giorno, non molti anni fa, avevo invitato alcuni amici per una cena abbondante. La tavola rettangolare era imbandita di ogni tipo di leccornia e l’atmosfera era intrisa di emozioni cui si può assistere rare volte. Ricordo perfettamente che su ogni sedia poggiava un individuo che si vantava di essermi amico. A capotavola, sedeva “il single” per eccellenza che, ogni mattina, mi offriva una passeggiata in sua compagnia al fine di presentarmi la più bella ragazza del paese. Agli estremi di sinistra, avevo due personaggi singolari: proprio davanti alla fedele riproduzione del busto di Niccolò Machiavelli, si ergeva imponente la figura dell’amico “scaltro”, colui che mi metteva a disposizione la sua arguzia e spregiudicatezza per ottenere il perseguimento di qualunque fine senza interessarsi dei mezzi utilizzati; dall’altro lato, invece, ammiravo lo sguardo perso e un po’ sognatore dell’ “idealista”, il cui miglior pregio era la passione che riponeva in tutte le imprese, soprattutto le più impossibili. In posizione frontale rispetto ai miei occhi, il “comico” del gruppo mi regalava le sue battute migliori e la sua allegria era, senz’altro, una dote insostituibile per le mie giornate buie. Alla mia destra, da un parte, mi stuzzicavano le vicende del “saggio filosofo” che non perdeva occasione per rammentarmi quali avrebbero dovuto essere i principi cardine da seguire per vivere un’esistenza migliore; dall’altro versante, mi incuriosiva il silenzio di un amico che sembrava essere in disparte e lontano dalla scena. Non mi era semplice catalogarlo in qualche particolare schema caratteriale. «Non mi offri nulla, caro amante della quiete?» gli chiesi affamato di sapere. «Purtroppo, niente!» mi rispose con spirito di riflessione. Avvertivo, nelle orecchie, il vociare continuo degli altri commensali che si prodigavano per porgermi le loro attitudini migliori. «Come mai non mi dimostri la tua amicizia? Forse non apprezzi abbastanza il mio essere?» esortai dubitativo e dispiaciuto. «Al contrario, tu sei per me un elemento unico e prezioso in ogni momento della mia vita!». «Non capisco, pertanto, questa tua apatia nei miei confronti». «Non abbiamo necessità di affannarci con effetti particolari. I veri amici non hanno bisogno di questi fronzoli. Noi viviamo semplici e uniti come Pane e Acqua». «E il mio regalo?» domandai avidamente. «La tua amicizia è così immensa che non so come ricambiarti. Non c’è niente di più grande!» mi spiegò il convitato. «Sappi che lo stesso vale per me! Vorrei, tuttavia, porti un’ultima domanda: perché te ne stai in silenzio?». «Perché quando gli altri avranno smesso di parlarti, io sarò ancora lì fermo ad ascoltarti. Non dovrai far altro che un cenno e ti capirò immediatamente». Dopo qualche attimo di pausa, decisi di uscire da quella stanza vuota in compagnia del mio vero Amico. Non avevo bisogno di null’altro. Simone Guaragno
0 Comments
Leave a Reply. |
Deliri Progressivi
... dalla penna facile... Fare clic per impostare HTML personalizzato
News
Marzo 2020
Categories
Tutti
|