
Queste donne, a rischio della loro stessa vita, considerato che erano esposte al tiro dei cecchini, trasportavano viveri e munizioni ai soldati che combattevano sulle prime linee poste a ridosso delle Alpi.
Sopportando il peso delle gerle, robusti cesti che spesso sfioravano i 40 kg, raggiungevano gli avamposti italiani in cima alle montagne, superando dislivelli superiori ai mille metri.
Una tra le più famose portatrici fu Maria Plozner Mentil, sposa e madre, che fu colpita a morte da un cecchino austriaco il 15 febbraio 1916 alla Casera Malpasso posta a quota 1619 nel settore ALTO BUT.
Il suo sacrificio fu a tal punto encomiabile che a lei fu intitolatala caserma degli alpini di Paluzza (UD), unico caso, almeno in Italia, di un edificio militare intitolato ad una donna.
Per ricordare il suo straordinario spirito di abnegazione, e più in generale quello di tutte le donne carniche che aiutarono i soldati nel corso di questo sanguinoso conflitto, l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro le conferì nel 1997 la medaglia d’oro al valor militare.
A questo link http://www.museograndeguerratimau.it/index.html il ricco sito del bellissimo museo di Timau dedicato alla Grande Guerra, con molti ed interessanti approfondimenti.
Un bellissimo romanzo che tratta l’argomento è “Bucce d’arancia sul fronte di nord est” di Claudio Calandra <Falzea Editore>.
Eugenio Nascimbeni