Come ogni crepuscolo di freddo inverno, sedevo sulla mia calda e comoda poltrona con il mio libro tra le mani. Così, iniziavo a viaggiare con la mente assorta in quella lettura. Ad un certo punto, sollevai il capo da quelle pagine e con lo sguardo sfocato perso nella stanza, mi misi a riflettere su quell’argomento che tanto risalto offriva alla mia attenzione. La felicità… La felicità, proprio lei, fatta di attimi non continui…attimi non scesi dal cielo come manna a sfamar gli animi in attesa (pensiero di tanti). Piuttosto, essa si cela dentro quegli istanti che basterebbe semplicemente cogliere come frutti maturi pendenti da alberi ricurvi per la generosa pienezza delle fronde. Dovremmo smettere di aspettare invano l’evento eclatante e la maestosità e capire che l’immenso stesso è formato da miriadi di frazioni di spazio e tempo. Qualcuno potrebbe far distinzione tra felicità e gioia. Forse sto parlando di gioia. Tuttavia, se riuniamo l’insieme gioioso di tutti questi momenti deliziosi che riusciamo a gustare e ci domandiamo: “sei felice?” Sono sicura che la risposta ci sorprenderebbe. Come agire perché ciò sia possibile? Come riconoscere quegli attimi? Il mio pensiero risponde unisono con l’animo: “il cuore semplice nulla pretende gli sia dovuto e ringrazia di quel che ha”.A questo proposito, mi viene in mente una storia. Una di quelle realmente vissute, una di quelle che si ascoltano con giovane e immatura coscienza; una di quelle a cui oggi do il giusto valore. La protagonista degli istanti che richiamo ai ricordi è Anna: una bambina di 10 anni circa che, nei lontani anni cinquanta, scrutava la nostra Italia sofferente uscire dalla seconda guerra mondiale. Il suo paese era un piccolo borgo marinaro del sud in cui la gente s’arrangiava di pesca; talvolta sorridente per le reti pregne e talaltra piangente per il mare gramo. Agrumeti e uliveti erano anch’essi una risorsa e le donne, chine per la raccolta, scalciavano la fatica dei campi con vecchi canti popolari, simili più a nenie o cantilene che a vere canzoni. Molte case della cittadina non conoscevano l’acqua corrente che veniva, invece, raccolta alla fonte. Con le “broccate”, si riversava in lavabi di stagno smaltato da utilizzare per le pulizie personali; gli indumenti, invece, venivano lavati alla fonte stessa impiegando cenere e scopette. Una volta asciugati al sole, gli occhi erano accecati per il biancore. Le giovani recavano sul capo uno straccio arrotolato a ciambella su cui posavano le grosse bagnarole piene di panni e, con maestria senza farli cadere, percorrevano a piedi moltissima strada per raggiungere la preziosa acqua. I miei occhi par me le mostrino dinanzi, con le loro lunghe vesti, piegate a lavare le pesanti lenzuola al cospetto del ruscello. Il paese contava poche anime. Molti erano migrati al nord e all’estero come rondini in cerca di clima migliore; tuttavia, cercavano sempre di tornare a riabbracciare i cari almeno per l’evento più importante, quello più sentito dalla gente del luogo: la festa patronale. Questo perché tanta era la devozione per un quadro bizantino raffigurante una madonna di carnagione scura. Si narra che una nave veneziana, dopo averla trafugata a Costantinopoli, si arenò inspiegabilmente al largo del mare di questo borgo. L’icona si posò su una roccia del posto e la gente gridò al miracolo attribuendo un volere divino a quest’avvenimento. Le umili abitazioni ospitavano famiglie numerose raggruppate in un’unica stanza e riscaldate dal tepore del camino. Qui ci si riuniva accovacciati l’un l’altro a narrar di storie e leggende popolari. Più in là, a distanza dagli ardenti ciocchi, si posava il “cicero”, tipico vaso di terracotta atto alla lenta cottura dei legumi. La brace ardente era, inoltre, collocata nei “bracieri” dove le patate cuocevano tra le calde ceneri. L’arroventato carbone aveva anche altri usi: per stirare e, altresì, adagiate in piccole porzioni nei “caldaretti” (secchielli in alluminio), ossia riscaldamenti trasportabili che i bambini portavano a scuola insieme all’esiguo corredino di quaderni, libri e l’immancabile calamaio. L’insegnamento non era per tutti e, infatti, tanti non superavano le elementari. Non era insolito notare in una famiglia che solo uno dei figli poteva continuare gli studi ed era spesso preferito il maschio. Anna amava molto la scuola ed era bravissima, ma dovette inchinarsi a questa logica permettendo al fratello di avere un futuro migliore pur essendo meno capace. Le rinunce erano tante, ma non si lamentava mai. Era una calda mattina di luglio. Il sole splendeva alto e la ricorrenza patronale era imminente. Ovunque i preparativi fervevano e il paese si vestiva a festa. Anna era seduta sulle scale di casa sua, vicino il grande orologio alle porte della piazzetta del paese, con una bambola di pezza che lei stessa s’era cucita. Osservava divertita il via vai affaccendato. C’era il giovane Gaetano che raccontava, ad alcuni amici, di aver visto una splendida ragazza in spiaggia quella mattina, una bellezza in pudico costume e con un gran cappello di paglia sul capo. Riferiva di aver attirato l’attenzione di lei esibendosi con spettacolari tuffi dal vecchio molto. Il figlio del fornaio passava e ripassava sotto le finestre della figlia del fruttivendolo e, con quel naso sempre in su, più di una volta, rischiò di cadere inciampando. I brontolii di Don Ciccio si udivano per tutta la strada, mentre tirava il piccolo Vincenzo per un orecchio: lo aveva scoperto a rubar limoni nel suo agrumeto. Il padre del discolo senza pensarci su due volte, si sfilò la cintola dai pantaloni e salvò l’onore percuotendolo sui calzoncini già logori. Anna era talmente assorta a fissare quella vitalità che si accorse di una presenza solo quando l’ingombrante ombra oscurò il sole. Voltò il capo, lo vide e con un salto di gioia esultò. Era lo zio Matteo, tipico emigrante che, dopo un lungo periodo d’assenza, tornava al paese natio per riabbracciare l’anziana madre proprio in occasione della festa patronale. Il suo vestire era inappuntabile ed era elegante al punto che ad Anna sembrava un principe. Lo zio, innanzitutto, si complimentò perché la bimbetta di un tempo era ormai una signorinella. Poi la prese per mano e la portò nel vicino botteghino dove gli comprò una banana. Sì, solo una banana. Ciò nonostante, Anna non ne aveva mai mangiate per il loro costo esagerato. La sua merenda era molto più semplice ma saporita: PANE E ARANCE. Gustò l’insolito frutto con lentezza e lo assaporò con flemma, in beffa alla “bramosa” richiesta del suo palato. Dopo qualche minuto, zio Matteo mise una mano in tasca e ne cavò un pugnetto di caramelle che teneramente riversò nelle mani della bimba. Anna ringraziò il generoso gesto e corse subito da sua madre salendo le scale due per volta. Giunta in cima, con sorriso sfavillante, le raccontò l’accaduto e le depose le caramelle sul grembo. La madre di Anna aveva da sempre lavorato china nei campi e lavato i panni alla fonte; quindi, era ben abituata alla fatica e ai sacrifici. La donna guardò la bambina e le chiese: “Anna, le dai tutte a me?” Anna sorrise e disse: ”Certo..io ne ho già mangiate e ..queste sono per te”. No, decisamente non sapeva dir bugie. Le si leggevano sul viso innocente e nei suoi limpidi occhi chiari. Tuttavia, donare quel “tesoro” a sua madre e vederla assaporare le caramelle era un attimo di felicità più immenso di quando le furono donate tra le piccole mani. Qualche anno più tardi, il paese si scontrò con il flagello della T.B.C. Tanti furono colpiti e tanti già sofferenti non sopravvissero. Anche Anna non fu risparmiata. Nonostante dovette scontrarsi con una realtà molto più dura del suo gracile essere, trovò sempre forza e ragione per ringraziare il cielo ed essere felice di ciò che di buono la vita le offriva, seppur poco fosse stato. SEPPUR AVESSE SEMPRE MANGIATO, COME UNICA DELIZIA, IL SEMPLICE PANE E ARANCE. © Rita Veloce
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La Farmacia d'Epoca è un blog dedicato al collezionismo di vecchie scatole di latta di medicinali curato <<Un’altra volta>> borbottò Peppone << Voglio andare a casa. Sto poco bene, oggi non ho neanche potuto lavorare. Ho freddo: brividi per tutta la vita>>. <<Brividi? Le solite influenze di stagione. L’unica medicina è un bicchiere di vino. Anzi, ho delle magnifiche compresse di Aspirina: entra>>. Peppone entrò. <<Siediti, intanto io vado a prendere la bottiglia>> disse Don Camillo. Quando tornò, di lì a poco, col vino e i bicchieri, trovò Peppone che si era seduto, ma non si era tolto il pastrano. <<Ho un freddo cane>> spiegò Peppone. <<Preferisco rimanere coperto>>. <<Fai il comodo tuo>>. Porse a Peppone un bicchiere colmo e due pastiglie bianche. <<Manda giù>>. Peppone mandò giù l’Aspirina e ci bevve sopra il vino. Don Camillo uscì un momento e rientrò con una bracciata di legna che cacciò nel camino. <<Una fiammata farà bene anche a me>> spiegò Don Camillo dando fuoco alla legna. Giovannino Guareschi – Don Camillo e Peppone – Rizzoli Insieme alla Magnesia, l’Aspirina è uno di quei farmaci che da fine Ottocento costituisce la “base” delle nostre piccole farmacie casalinghe, stipate nei mobiletti del bagno o nel caso in cui siate particolarmente anticonformisti, nei pensili della cucina. Nonostante la sua semplicità, in quanto lo stesso medicinale altro non è che acido acetil salicilico purissimo, parlare di Aspirina è abbastanza difficile, perché non tutto l’acido acetil salicilico può fregiarsi di questo nome. L’Aspirina, quella Bayer per intenderci, è sul mercato dal 1899, quando Felix Hoffmann ebbe la brillante idea di acetilare l’acido salicilico. Dapprima fu in vendita in bottiglia, disciolta in acqua, la forma moderna, cioè in pastiglia, comparirà solo negli anni Venti. Sì, la possibilità di produrre e stoccare per un lungo periodo questo medicinale dalle proprietà analgesiche, antipiretiche e antinfiammatorie, in un periodo storico che non conosceva con perfezione i meccanismi fisiologici che regolavano la risposta del corpo umano agli insulti patologici, ha sicuramente decretato il successo del farmaco, e con esso l’invidia di tante altre case farmaceutiche italiane che volevano partecipare alla “corsa all’Aspirina”. Infatti in seguito alla sconfitta subita nella Prima Guerra Mondiale, la Bayer aveva perso il brevetto sui suoi prodotti: iniziarono cosi a comparire negli Usa, in Francia e nel Regno Unito, diverse “Aspirine” non-Bayer, costringendo la casa farmaceutica a lunghe trafile legali per riappropriarsi del suo marchio. In Italia ciò non accadde, tanto che ancora oggi l’unica Aspirina con la “A” maiuscola, è un marchio registrato dell’azienda teutonica, ma l’arte di arrangiarsi è decisamente una di quelle caratteristiche che distingue l’Italiano nel Mondo. Non potendo introdurre in commercio preparati con il nome di “Aspirina”, si pensò di formulare comunque i preparati, ma di “battezzarli” in maniera differente: in questo modo nacquero l’Aspirolina Carlo Erba, il Diaforil Maggioni, la Rodina Montecatini, e l’Aspro, concorrente australiano della Bayer, oggi proprietà di quest’ultima. Tornando a Don Camillo e Peppone, sicuramente in molti si saranno stupiti del bizzarro accostamento Aspirina – Lambrusco, ma se rapportato al periodo storico, effettivamente ha un suo perché. All’epoca poco si sapeva delle interazioni dell’alcool etilico con i farmaci, e anzi, spesso si consigliava di assumere il medicinale con un bicchiere di vino o di liquore, in quanto si credeva che esso fosse un ottimo corroborante e coadiuvasse la guarigione. Oggi, invece la moderna fisiologia ha messo in luce che l’uso di alcolici possono interferire con il metabolismo del farmaco stesso, abbreviandone o allungandone l’emivita: nel caso dell’Aspirina, essa se associata all’alcool, amplifica il suo potere narcotico. Insomma, se nella mente di Don Camillo fosse balenata l’idea di sedare Peppone, è dato saperlo solo a Guareschi, di per certo possiamo tutti affermare che l’offerta dell’Aspirina fatta dal prete al suo avversario storico, rimane una delle immagini più belle del Mondo Piccolo, quell’universo in cui, messa da parte la politica, vince sempre il buonsenso e il rispetto. Di Giulia Bovone della Farmacia d’Epoca per Deliri Progressivi. Chi ha ascoltato, anche una sola volta, la musica celtica forse, pur senza essere un esperto, avrà notato un qualcosa di diverso, di affascinante, come dire, un certo potere evocativo, un chè di ammaliante e di magico sprigionato dalle note in sè e dal dispiegarsi della melodia.Le antiche leggende irlandesi nei riguardi della musica narrano che questa fu elargita, quale dono prezioso e senza tempo, all'Irlanda e agli irlandesi dal misterioso popolo dei Tuatha de Danannn gli abitanti dei tumuli(sidh)funerari preistorici e dei circoli di pietre megalitici così abbondanti in tutta l'isola. Dunque, per gli irlandesi la loro musica e la musica celtica in generale ha un'origine non del tutto umana e terrestre, ma forse si può dire quasi soprannaturale o proveniente da dimensioni altre e mondi sconosciuti. Fatto sta che in Irlanda la musica è da sempre patrimonio nazionale e popolare, perchè è davvero una specie di dono o di dote che ogni irlandese porta con sè nel proprio patrimonio genetico fin dalla nascita. A prescindere dal simbolo sulla bandiera(l'arpa celtica eptocorde)o dai vari generi musicali odierni, che in Irlanda hanno fisionomie e componenti molto forti e precise, il modo di concepire la musica, di fare musica, di vivere la musica è per gli irlandesi parte integrante della loro vita, cosa che forse non si riscontra in nessun altro popolo del pianeta.Cantanti famosi quali Enya, Bob Geldof, Mike Oldfield, Van Morrison solo per citarne alcuni; band importanti quale gli U2, i Clannad, i Jethro Tull, i Thin Lizzy per citarne solo alcune, ad una analisi un pò più profonda, sembra abbiano tutti una specie di filo rosso segreto che li guida e li accomuna: ed è l'assemblaggio delle note musicali, il modo di comporre una canzone, il rapportarsi alla musica(intenso, profondo e mai banale). Cose tutte che la musica celtica ha in sè fin dai suoi più lontani albori! Per gli artisti è sicuramente un qualcosa di inconscio: un richiamo irresistibile, un istinto che si ha senza saperlo, un'ispirazione che affonda le proprie radici in un tempo remoto, il tempo del Mito fuori dalla storia, quando musica, poesia, linguaggio e vita quotidiana erano tutt'uno per l'uomo, ne costituivano l'essenza, lo caratterizzavano quale essere superiore e nuovo rispetto alle altre specie animali che popolavano la Terra. E allora nascono successi quali "In the name of love" o "Orinoco flow" o "The great song of Indifference" o " Holy war" o "moonlight shadow" e altri. Successi su successi che conquistano folle di persone di ogni età e in ogni parte del mondo. Una sorta di "magnetismo musicale" che cattura, conquista, si trasmette come per contagio, incomprensibile quanto sconosciuto. Ah la musica celtica che dal nulla viene e al nulla fa ritorno quando le sue note iniziano ad evocare e a "precipitare" gli animi in una dimensione di sogno quasi all'improvviso, e all'improvviso si spengono con la fluidità lenta e costante del flusso e riflusso delle onde del mare su una scogliera selvaggia e solitaria avvolta da nebbie d'argento. Nemmeno ci si accorge di questo "effetto magico" prodotto dai suoni, non si è più coscienti di essere trasportati in un tempo mitico dove la ciclicità non ha più senso e il passato e il futuro si annullano in un eterno presente, pur essendo in uno stadio o in un palazzetto dello sport, a ballare e ad applaudire insieme a migliaia di persone in un concerto degli U2 o in un pub di Dublino a bere una pinta di tipica birra scura di fronte a un irish band traditional che si sta esibendo, o chiusi nella propria stanza con cuffie e auricolari ad ascoltare musica celtica composta e suonata da artisti sconosciuti: musica celtica, semplicemente. Magia, sì. La magia dei Tuatha de Danannn, forse chissà, vissuti al principio dei tempi e del mondo e custodi dei segreti più alti e più grandi della musica. Francesca Rita Rombolà
Tempo, alle poste l'impiegato che mi conosce da anni, mi ha chiesto la delega per ritirare la raccomandata che non è stata trovata pur essendo stata depositata da più di 25 anni... Quando hanno fatto un interrogazione parlamentare, l’ex senatore Perduca dei Radicali, Luglio 2011, rivolta al ministro, ravvisavano una persecuzione nei miei confronti da parte della giustizia, ma le istituzioni rappresentate da vari organi. Sostengono, non in via ufficiale, che sono io che mi fisso. Ma io non mi fisso per niente, non lo sostengo io ma il politico che ha presentato l'interrogazione dopo aver analizzato vari atti processuali, quindi diffido a dire calunnie contro le istituzioni di Cagliari e bene ha fatto lo stesso Tribunale di Cagliari a non rispondere alle interpellanze!! Nemmeno quando gli si chiedeva chi era quell'avvocato che frugava atti miei riservatissimi, in cui venivano avviate indagini della procura per una mia istanza di riapertura di un caso giudiziario riguardante la strana morte in carcere di mio fratello Aldo. Se dovessi ipotizzare, anche per scherzo, che alle poste ci sia stato un accanimento nei miei confronti succederebbe il finimondo, però a loro se gli bucano una gomma finiscono in tutti TG nazionali, descritti come poveri martiri. L'uguaglianza sociale è quindi una situazione per cui tutti gli individui all'interno di società o gruppi specifici isolati debbano avere lo stesso stato di rispettabilità sociale. So che il paragone è assurdo ma mi sento come si sentirono gli Ebrei quando vennero esclusi dalla società e dalla burocrazia: un numero insomma e per di più senza diritti. Questo lo si rileva maggiormente per quello che mi accade alle A.S.L. non menzionano, a parte il mio psichiatra, l’episodio in cui la polizia, col pretesto di cercare un rapinatore, piombò in casa mia, ed entrò nella mia camera, aprendo la porta senza bussare, svegliandomi improvvisamente! In pratica usarono una procedura scorretta, oltre al fatto con mia madre anziana, affetta da Alzheimer. Non ci fu nei suoi confronti nessuna professionalità da parte degli investigatori, per carità è sempre un incidente da non addebitare a tutta la polizia. Fatto sta che per la patologia di cui sono affetto (disturbo bipolare), era di estrema importanza registrarlo nelle cartelle cliniche, onde valutarlo con gli esperti. Registrano gli incidenti che ho avuto, ma questo no, nonostante sia un grosso trauma per la brutalità in cui è avvenuto l’episodio di polizia per poter sapere i motivi per il quale uno si aggrava. Non è una bella situazione essere svegliato da 10 poliziotti che ti accusano o ti fanno pensare che hai commesso un reato che non hai fatto. Eh si!! Perchè in effetti cercavano uno con uno scooter, col colore uguale al mio, (solo che mio motore era freddo quindi escludeva categoricamente il mio coinvolgimento al fatto delittuoso). Cercare l’alibi in un innocente è come rubare un bel sogno di cui non si hanno ricordi. Ci leggo in questo psico dramma una grande macchina preparata a puntino per screditare l’individuo, l’uomo, e isolarlo dal punto di vista sociale e che la persona interessata. Io, lo sa benissimo, talmente bene, che se fosse veramente bipolare non lo capirebbe. Mi chiedo ma come fanno gli accertamenti i medici, la causa è importante, per sapere il motivo di un cambiamento di umore eccessivo, dai sogni? E il disturbo bipolare a questo punto, si deve considerare fine pena mai? Certo se non certificano le aggressioni dello Stato. Infine di quello che sostiene il senatore in parlamento, (badate bene lui non io), alle A.S.L. Sarde non glie ne frega niente? Cristiano Scardella Il bracciale che il burattinaio decise di donare alla Signora Anemonia si trovava al polso di Misò, il fantoccio in cartapesta, che era stato ritrovato dall’uomo, pochi giorni prima dello scontro. L’anello fu riposto, nella scatola. Infatti, l’uomo amareggiato, se ne andò, sorbendo l’amaro in bocca, proprio come se la cicuta di Socrate avesse permeato le sue carni. Si era levato il cappello da gentiluomo. Salutò la Signora. La donna gli aveva fornito una risposta breve, tagliente, molto più repentina della lama di un boia, in procinto di emettere la sua sentenza. Quell’individuo realizzò che aveva sbagliato. La donna, in seguito a quella proposta, lo fissò lungamente, e compì 2 passi. Era totalmente decisa a fargli capire, non c’era chance di fraintendimento. ‘’Grazie, no’’- lei rispose. Anemonia, così si chiamava, aveva ben percepito che accettare quel dono avrebbe avuto un significato intrinseco. Non avrebbe potuto mantenere una promessa. Attinio, strano nome datogli dai genitori quando venne al Mondo. Amavano il mare i due. Faceva il burattinaio, aveva la purezza etica di un angelo sceso in terra. Carattere burbero, schivo, scostante a volte. La donna riflettè sulla proposta del puparo, che le disse, reagendo d’istinto: ‘’Contiene il bracciale del mio fantoccio, lo prenda, in segno di scuse’’. Poco prima, Attinio si era slanciato verso Anemonia, accennando un mezzo salto, si affrettò a porgerle quella scatola. ‘’Il mio nome? Anemonia mi chiamo’’. ‘’ Sono…Attinio’’- disse l’uomo, titubando. La minuta Signora rimase attonita, nel vedere le sue impacciate movenze . La scatola di legno che Attinio ebbe in animo di donarle era pirografata con motivi geometrici, un disegno asimmetrico, ritratto di un lontano paesaggio marino. Anemonia era una donna-custode. Possedeva lo sguardo degli arcobaleni, gli occhi da cascata indomita, suscitando nei suoi presunti spasimanti sentimenti di appagamento visivo. Il burattinaio Attinio le aveva chiesto scusa. Dopo il fortuito scontro, tutti e due si erano ricomposti. Attinio era un cocciuto uomo, costruitosi da sé, che faceva della sua passione un lavoro, tramandatogli dalla famiglia. Eppure, sotto quella scorza di sequoia perenne, egli era un perfetto gentleman. I pensieri che gli frullavano in testa lo avevano assorbito così tanto, da non prestare la dovuta attenzione alla donna, la quale proveniva in senso contrario. Accortosi troppo tardi, non riuscì a scansarla. Attinio… aveva il maledetto vizio di indossare occhialoni scuri, pur vedendoci benissimo. Lo astraevano dal resto, dandogli il pretesto di non considerare chi aveva intorno. Il bracciale che il burattinaio decise di donare alla Signora Anemonia si trovava al polso di Misò, il fantoccio in cartapesta, che era stato ritrovato dall’uomo, pochi giorni prima dello scontro. L’istinto tradisce i puri? L’episodio accaduto ad Attinio conferma che con… gli estranei, ci vuole tatto. Vincenzo Cinanni I City Angels compiono 20 anni
Domenica 7 settembre festa e gemellaggio a Milano I City Angels, volontari di strada d’emergenza, compiono 20 anni il prossimo 7 settembre. Nell’occasione l’Associazione organizza una festa, con un gemellaggio con due storiche associazioni filantropiche milanesi, nate nell’Ottocento: il Pane Quotidiano e la Società Umanitaria. L’evento si svolgerà domenica 7 settembre alle ore 15 presso l’Auditorium della Società Umanitaria, in via Daverio 7 a Milano. Saranno presenti le autorità cittadine. Il fondatore Mario Furlan e i Coordinatori delle sedi sparse sul territorio italiano trarranno un bilancio su quanto realizzato in questi 20 anni e presenteranno i progetti per il futuro. I City Angels sono stati fondati nel 1994 a Milano da Mario Furlan, docente universitario di Motivazione e crescita personale. Oggi sono presenti in 18 città italiane, da Roma a Torino, da Firenze a Venezia, da Cagliari a Messina; e a Lugano, in Svizzera. Ogni giorno in Italia i City Angels assistono tra i 4mila e i 5mila senza fissa dimora con cibo, vestiti, coperte, sacchi a pelo e assistenza psicologica. A Milano gestiscono 4 centri d’accoglienza per senzatetto, che ogni giorno ospitano oltre 300 clochard e profughi, soprattutto eritrei e siriani. Inoltre i City Angels svolgono un’attività di prevenzione della microcriminalità e assistono chiunque, sulla strada, si trovi in difficoltà: dalla ragazza che chiede di essere accompagnata a casa per paura di brutti incontri all’anziana che ha bisogno di aiuto per la borsa pesante della spesa, dal turista che chiede informazioni all’animale ferito, perso o maltrattato. Per maggiori informazioni: City Angels – Tel. 02 26809435 Mario Furlan – Tel. 3492517924 www.cityangels.it - info@cityangels.it La Regione Campania finanzia con oltre 3 milioni la valorizzazione e il restauro del complesso monumentale di Villa Rufolo
La Regione Campania premia il modello di gestione di Villa Rufolo e le nuove proposte progettuali della Fondazione Ravello per la valorizzazione del bene monumentale. Dopo l’acquisizione di finanziamenti per gli interventi posti in essere negli ultimi quattro anni - impianti di irrigazione, illuminazione e videosorveglianza, completamento dei lavori di restauro dell'auditorium di Villa Rufolo e avviamento dell’importante opera di riqualificazione della Torre maggiore, destinata a ospitare il museo della Villa - la Giunta Regionale della Campania, con decreto dirigenziale n. 230 del 08/08/2014, ha ammesso a finanziamento il progetto denominato “Lavori di valorizzazione e restauro del complesso monumentale di Villa Rufolo”. L’intervento progettato e proposto da Fondazione Ravello sarà supportato con fondi FESR 2007/2013 nell’ambito dell’Obiettivo Operativo 1.9 Beni e siti culturali - Iniziative di Accelerazione della spesa, per un importo pari a € 3.372.672,91. La pianificazione dell’impegno di spesa, in coerenza con il cronoprogramma dell’operazione, prevede la ripartizione in due tranche del finanziamento sulle annualità 2014 e 2015. Questo nuovo riconoscimento da parte della Regione Campania, che consolida il più ampio “Progetto Ravello”, rende merito all’eccellente capacità manageriale messa in campo dalla Fondazione Ravello nei suoi otto anni di gestione di Villa Rufolo, dal 2006 ad oggi, svolti all’insegna dell’efficienza e virtuosa rivitalizzazione del bene culturale. Nella fattispecie, il nuovo intervento di restauro e valorizzazione prevede il rifacimento delle facciate Sud e Ovest della Villa, il completamento degli impianti con la climatizzazione di tutti gli ambienti, la musealizzazione della Torre maggiore, già interessata dalle operazioni di recupero strutturale nell’ambito dei finanziamenti ARCUS. “Accanto all’attività culturale, preziosa, importante, ma effimera nel senso di passeggera, già svolta con il Festival di Ravello – spiega Renato Brunetta, presidente della Fondazione Ravello – le opere di manutenzione e restauro finalizzate a restituire Villa Rufolo all’antico splendore, rappresentano un investimento, significativo e duraturo, per il futuro sociale, culturale ed economico del territorio e della collettività”. Per dare un’idea della crescita di Villa Rufolo nella fruizione pubblica, ecco qualche numero: le presenze sono aumentate del 28%, passando dalle 160.717 del 2006 alle 206.455 del 2013, con incassi che hanno registrato un incremento del 44% (da 631.699 euro nel 2006, a 920.704 nel 2013) mantenendo inalterato il costo del biglietto d’ingresso. L’importante opera di valorizzazione e promozione della cultura posta in essere da Fondazione Ravello si esplica anche attraverso i numerosi protocolli di intesa siglati in questi anni, l’ultimo dei quali stipulato il mese scorso con il CNR, partner privilegiato nel progetto di musealizzazione della Torre maggiore di Villa Rufolo. Da sottolineare anche l’opera di recupero della memoria con l’acquisizione al patrimonio della Villa di ottantaquattro volumi della biblioteca Reid, di diciotto opere della pinacoteca e di nove reperti a suo tempo sottratti a Villa Rufolo e recuperati grazie all’attenta opera della Direzione. Villa Rufolo è, da sempre, sede principale e affascinante del Ravello Festival, che all’interno del monumento ospita concerti, spettacoli e, da qualche anno, prestigiose mostre di arti visive: in questi giorni sono visitabili quelle di Tony Cragg, di Wang Guangyi e delle ceramiste dell’Associazione Pandora. “Con il nostro modello di gestione – conclude il direttore di Villa Rufolo, Secondo Amalfitano - intendiamo dimostrare alle nuove generazioni come il passato possa avere una straordinaria importanza e produrre reddito in un mondo mercificato e commerciale. La cultura può essere fonte di progresso e di sviluppo oltre a preservare la memoria storica”. L’odore della terra si mescolava con l’aspro odore della polvere da sparo, amalgamandosi all’acido dei sudori.
Quante fronti grondavano? Quante mani scivolavano inconsapevoli sul freddo metallo d’un arma? Il sapore dolciastro del sangue saliva alle narici e diveniva presto odore di putrido. I boati assordanti s’impadronivano dell’aria. Il sibilo dei proiettili era rete di traiettorie attorno, e attraverso, quei corpi rabbiosi, deliranti, implacabili che, da ogni dove, sbucava imbracciando un arma blaterante. Corpi forse già morti prima ancora che i loro cuori cessassero di battere. Carne da macello, animali sacrificabili; cibo di bocche bramose di quale gloria? Due uomini si trovano l’uno di fronte all’altro, guardandosi dritto in occhi iniettati di sgomento. Un improvvisa quiete scende pesante, come il tendone d’un palcoscenico. Inquietante, irreale. Strie di fumo di addensano statiche nell’aria e tra loro. Nulla più si muove, nulla più si ode nel vento; non un grido, non un lamento. Attorno ai due, ogni altro uomo è come un fotogramma congelato in quell’eterno istante: sospesi, immobili. Persino le pallottole sono ferme, e sospese a mezz’aria, sulla linea di tiro. Si guardano attorno e ancora negli occhi, poi il primo rompe quel silenzio surreale: «Perché mi hai ucciso, cosa ti ho fatto?» “Nulla, neppure ti conosco; ma se non lo facevo io, lo avresti fatto tu” replicò l’uomo che gli stava di fronte e che ancora impugnava un fucile fumante. « Hai ragione: anch’io miravo al tuo cuore» replicò il primo indicando la parte sinistra dell’uomo e guardando, subito dopo, il suo fucile esamine di colpi, disteso ai suoi piedi. “Ma dimmi: perché stavamo combattendo? Tu lo ricordi? Io l’ho scordato” gli chiese l’uomo toccandosi la fronte gelida di ricordi e di verità." « No. Neppure io ricordo le ragioni, so solo che qualcuno l’ha ordinato» fu la risposta. “Ma chi lo ha ordinato e perché? Non riesco a ricordare o, forse, non c’è nulla da ricordare. Solo non l’ho mai saputo. Tu ci capisci qualcosa? È tutto così assurdo, incomprensibile!” continuò l’uomo. «Non c’è nulla da capire, solo obbedire; questo mi hanno detto, questa è la risposta ai perché che spuntarono fuori come germogli per essere subito recisi e questo io ho fatto» rispose il primo, sicuro, oramai, solo di ciò che non conosceva. “Ed io ho obbedito e ho sparato; tu hai obbedito e sei morto: come loro ci hanno imposto, come hanno stabilito. Loro, burattinai dei nostri deboli fili. Ma loro, chi? Ora neppure questo ricordo, né m’importa ricordare. Forse non è importante ricordarli; forse non sono importanti, non lo sono mai stati… non quanto tutti noi!" "So solo che il gelo mi colpì alle spalle. Neppure lo vidi chi poi mi trafisse col suo piombo vile; nei miei occhi rimase impressa solo l’immagine del tuo ultimo rantolo. Poi… vidi solo la mia vita scorrere in un attimo; un susseguirsi d’immagini mute, veloci… tanto veloci che non ebbi né tempo per pentirmi, né per pregare, né per rincuorarmi delle gioie vissute e, dopo ancora, solo il buio. Ora mi ritrovo in piedi, qui dinanzi a te, specchio della mia dannazione! ” replicò il primo quasi strappandosi i capelli, alla ricerca, forse, di un dolore che gli donasse l’illusione che fosse solo un sogno, un brutto sogno e che in realtà fosse ancora vivo, magari tramortito, ferito, ma vivo. «Non ti odio e forse, in realtà, non ti ho mai odiato, eppure… ero convinto di volerti morto, che mi volessi morto, che mi odiassi e ti ho odiato!» disse il primo, guardando l’uomo negli occhi e ritrovando se stesso, e la sua pena, in essi. “Si… lo so… ora, però, è tardi… troppo tardi… non è più tempo di pace per noi!” fu la rassegnata risposta. «Ma loro possono ancora fermarsi… i nostri compagni… possono ancora fermarsi, per loro può essere ancora tempo di pace. Bisogna dirgli la verità. Dobbiamo gridare, farci sentire!» replicò, il primo, con il fervore di chi vuole assolutamente fare qualcosa. Urlare la verità, mostrarla chiara agli occhi di tutti, come chiara è ora ai suoi occhi. Ma con quale voce, quali grida? Non può. Nessuno dei due può più nulla. Gli altri dovranno vedere da soli la verità, lì dove stanno guardando: gli uni negli sguardi degli altri, senza bandiere, senza barriere. Ma… lo faranno? Intanto loro due lo stanno gridando: “GUARDATEVI NEGLI OCCHI E VEDETE, PRIMA CHE VI DIVORI LA MORTE SUL CAMPO D’UNA GUERRA QUALUNQUE” Rita Veloce “Concorso Idee Grafiche per Logo Nuovi Occhi sul Mugello” Ai partecipanti viene chiesto di esprimere la propria percezione dei Nuovi Occhi sul Mugello, attraverso la reinterpretazione di un logo rappresentativo di luogo reale o la creazione di uno immaginario. Il nuovo mondo può essere un progetto di architettura, di fotografia, scientifico o sociale, un'illustrazione, un'opera di digital art, un oggetto di design, un testo grafico. L'innovazione che cerchiamo nei Nuovi Occhi sul Mugello è nel potere visionario, nell'interdisciplinarietà, nella sperimentazione, nella téchne, nello spirito critico, nella capacità di stabilire connessioni partendo dalla creatività. PARTECIPAZIONE: Si può partecipare con 3(max) lavori ed è aperto a: a) a singoli cittadini; b) lavori di singoli o di classi; c) alle imprese e ai professionisti. La partecipazione è gratuita per tutti i soci 2014 dell’Associazione Artistico – Culturale “Nuovi Occhi sul Mugello”. Per tutti gli altri partecipanti si richiede un contributo servirà a coprire parzialmente le spese di segreteria, di organizzazione e in parte finalizzata esclusivamente alla sensibilizzazione e valorizzazione del territorio e proteso ad aiutare realtà in difficoltà. 5 € per un solo lavoro 10 € per due lavori 15 € per tre lavori Le domande dovranno essere presentate in un plico sigillato su cui dovrà essere riportata la seguente dicitura: “Concorso Idee Grafiche per Logo Nuovi Occhi sul Mugello” e giungere entro e non oltre entro e non oltre le ore 12.00 di lunedì 27/10/2014 (termine perentorio a pena di esclusione). Le domande potranno essere presentate a mano alla Segreteria o spedite a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento. In quest’ultimo caso il plico dovrà comunque pervenire entro il decimo giorno dal termine di scadenza ovvero entro mercoledì 05/11/2014. Il plico dovrà arrivare all’associazione con la copia del versamento e i moduli (allegato B e C) compilati per la richiesta di adesione debitamente firmati in allegato (vedi punto 6 bando). In caso contrario l’opera/e a concorso non sarà/anno esaminata/e. a) consegnato a mano o spedito alla sede amministrativa legale in via Cavour 25 – Vicchio (FI). b) inviato via mail a info@nuoviocchisulmugello.it Il Pagamento potrà essere effettuato sia via paypal (con qualsiasi carta di credito), che postepay CARTA POSTEPAY: NR. 4023600654701772 intestata LATINI SERENA C.F. LTNSRN78S67D612K PREMI: a) Il vincitore del contest da un panel di artisti, critici, professori, giornalisti e soci fondatori, a cui sarà dato in premio in denaro di €200, il tesseramento annuale gratuito per un anno e una mostra personale. b) Le dieci proposte finaliste, selezionate come meritevoli dalla commissione la vincitrice, faranno parte dell'allestimento di un'esposizione collettiva il giorno 30 Novembre 2014 in luogo comunicato preventivamente. c) Dodici selezionati, saranno inseriti all’interno del calendario “Nuovi occhi sul Mugello 2015” Per tutte le opere selezionate, l’Associazione “Nuovi Occhi sul Mugello” si farà carico della gestione critica e comunicativa degli eventi: ufficio stampa, web marketing, attività promozionale, documentazione grafica e video. Per informazioni, si contatti il Responsabile del procedimento ai seguenti recapiti: email: info@nuoviocchisulmugello.it Evento FB: https://www.facebook.com/events/678647852223791 info e regolamento: www.nuoviocchisulmugello.it Il Presidente Serena Latini Resp. del procedimento Annamaria Pecoraro (Firma autografa sostituita a mezzo stampa (Firma autografa sostituita a mezzo stampa ai sensi dell’art.3, comma 2 del D.Lgs. n.39/1993) ai sensi dell’art.3, comma 2 del D.Lgs. n.39/1993) BANDO DI PARTECIPAZIONE: Art. 1 – Scopo del Concorso Il concorso è aperto a tutti i grafici, disegnatori italiani e stranieri, purchè presentino opere inerenti al territorio del Mugello e/o alla denominazione della società onlus che indice il concorso. Il logo proposto dovrà essere costituito da un elaborato grafico originale e inedito, sviluppato espressamente per il concorso. Il contest è aperto a tutti gli artisti e ambiti creativi: arte, illustrazione, design, architettura, graphic design, digital art, fotografia, scrittura e poesia, tecnologia. La competizione mira a promuovere l'innovazione nata dalla contaminazione tra new media e discipline artistiche, promuovendo il lavoro degli artisti attraverso una modalità interamente online. Tutta la procedura del contest - l'upload delle proposte, le valutazioni della giuria, la pubblicazione delle opere finaliste e di quella vincitrice - sarà infatti digitale e visibile sul sito www.nuoviocchisulmugello.it, consentendo la massima possibilità di interazione. Art. 2 – Caratteristiche richieste per il logo rinnovato. • Gli elaborati potranno essere espressi con qualunque tecnica di rappresentazione (grafica, multimediale, digitale, ecc.) ma in ogni caso dovranno essere presentati sia su supporto cartaceo nella versione a colori e in bianco e nero, formato A4, sia su supporto digitale in vari formati (immagine, pdf, vettoriale). • I file su supporto digitale dovranno essere di alta risoluzione (1200 dpi) e presentati in versione piccola, media, grande, a colori, monocromatica, bianco e nero, su sfondo bianco, su sfondo scuro, così da verificare tutte le possibili versioni riproducibili. • Gli elaborati grafici dovranno essere accompagnati da una relazione (massimo n.2 pagine) che esponga le ragioni e le scelte adottate nel percorso progettuale. Particolare valore sarà dato anche all’esplicitazione delle molteplici possibilità di uso e applicazione del marchio, che saranno ritenute parte integrante del progetto stesso (esempio – indicativo e non esaustivo - carta intestata, biglietti da visita, tesserino di riconoscimento, manifesti, locandine, brochure e anche penne USB, adesivi e vetrofanie, penne e matite, laccetti portachiavi, etc.). Art.3 - Proprietà e diritti - I partecipanti al concorso di idee, compreso il vincitore, rinunciano ad ogni diritto di utilizzazione sui propri elaborati, che a partire dall’acquisizione agli atti da parte dell’Associazione Nuovi Occhi sul Mugello che diventerà di proprietà della stessa, senza che l’autore/gli autori possano avere nulla a che vantare al riguardo a qualsiasi titolo. Pertanto, i diritti di proprietà e/o di utilizzazione e sfruttamento economico degli elaborati, delle opere dell’ingegno, delle creazioni intellettuali e dell’altro materiale e documentazione anche didattico creato, inventato, predisposto o realizzato dal partecipante o da suoi dipendenti e collaboratori nell’ambito o in occasione della partecipazione al presente concorso rimarranno di titolarità esclusiva dell’Associazione Nuovi Occhi sul Mugello che potrà quindi disporre senza alcuna restrizione la pubblicazione, la diffusione, l’utilizzo, la duplicazione e la cessione anche parziale di dette opere dell’ingegno o materiale. Detti diritti devono intendersi ceduti, acquisiti e/o licenziati in modo perpetuo, illimitato ed irrevocabile, in favore dell’Associazione che ne potrà disporre liberamente. - L'Associazione e si riserva ogni diritto sull'elaborato, compreso quello di non utilizzarlo ovvero di registrarlo. - L’Associazione Nuovi Occhi sul Mugello, nel pieno rispetto dell’idea originaria, si riserva la facoltà di apportare all’elaborato prescelto dal Consiglio, in fase di realizzazione definitiva, tutte le modifiche che riterrà necessarie. - Pena l’esclusione dal bando, tutti gli elaborati pervenuti dovranno essere corredati da specifica autorizzazione alla pubblicazione sul sito internet,sui canali social (Facebook,YouTube, etc.) dell’Associazione. Art.4 - Il marchio proposto dovrà avere le seguenti caratteristiche: • distintivo e originale: il marchio dovrà distinguersi da tutti i marchi commerciali presenti sul mercato. Dovrà contenere dei riferimenti rappresentativi dell’ASSOCIAZIONE e/o rappresentativo di luogo reale o la creazione di uno immaginario. • riproducibile e flessibile, mantenendo la sua efficacia espressiva e comunicativa nelle applicazioni su diverse dimensioni, nella riproduzione in positivo e negativo, a colori e in bianco e nero, nell’uso verticale e orizzontale e nelle due come nelle tre dimensioni; • versatile e applicabile in più forme sui principali supporti di comunicazione e nei diversi settori merceologici e prodotti di merchandising tenendo conto dei diversi materiali e tecniche di stampa e riproduzione (esempio – indicativo e non esaustivo - carta intestata, biglietti da visita, tesserino di riconoscimento, manifesti, locandine, brochure e anche penne USB, adesivi e vetrofanie, penne e matite, laccetti portachiavi, etc.). Art.5 - Il marchio non dovrà costituire né evocare: • pregiudizi o danno all’immagine dell’Associazione Nuovi Occhi sul Mugello o a terzi; • propaganda di natura politica, sindacale, ideologica, sportiva; • pubblicità diretta o indiretta, collegata alla produzione o distribuzione di qualsivoglia prodotto; • messaggi offensivi, incluse espressioni di fanatismo, razzismo, odio o minaccia, che richiamino partiti e movimenti politici; • l’autore dello stesso o eventuali richiami a copyright e altri diritti. Art.6 - Modalità e termini di presentazione delle domande La partecipazione al concorso è in forma anonima. A tal proposito, per garantire l’anonimato, ogni partecipante (o gruppo di partecipanti) sarà dotato di un codice alfanumerico composto di lettere e numeri (p.e.“ABCD12345) e protocollato all’avvenuta ricezione presso la Segreteria Ass. N.O.S.M. a conoscenza del solo Responsabile del procedimento. Le domande dovranno essere presentate in un plico sigillato su cui dovrà essere riportata la seguente dicitura: “Concorso Idee Grafiche per Logo Nuovi Occhi sul Mugello”. Il plico dovrà arrivare all’associazione con la copia del versamento e i moduli (allegato B e C) compilati per la richiesta di adesione (debitamente firmati) Copia del versamento dovrà essere allegata all’invio dell’opera. In caso contrario l’opera a concorso non sarà esaminata, entro e non oltre le ore 12.00 di lunedì 27/10/2014 (termine perentorio a pena di esclusione). a) Via posta o consegnato a mano alla sede amministrativa legale in via Cavour 25, Vicchio (FI) b) via mail a info@nuoviocchisulmugello.it con allegata la copia del pagamento e moduli B e C. Il Pagamento potrà essere effettuato via postepay o inserendo in busta la somma indicata all’interno del plico. CARTA POSTEPAY NR. 4023600654701772 intestata LATINI SERENA C.F. LTNSRN78S67D612K entro e non oltre le ore 12.00 di lunedì 27/10/2014 (termine perentorio a pena di esclusione). Le domande potranno essere presentate a mano alla Segreteria o spedite a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento. In quest’ultimo caso il plico dovrà comunque pervenire entro il decimo giorno dal termine di scadenza ovvero entro mercoledì 05/11/2014. Il recapito del plico rimane a esclusivo rischio del mittente. Non saranno pertanto accettate le domande che, seppur spedite entro il termine di scadenza, saranno ricevute successivamente al termine su indicato. Art.7 Il plico sigillato, a pena di esclusione, dovrà contenere: 1. Busta A, sigillata e riportante esternamente, pena l’esclusione, oltre al codice alfanumerico del concorrente, la dicitura “Documenti”. Questa busta conterrà la sotto indicata documentazione, tutta firmata dal proponente o, nel caso di un gruppo, dal “referente di progetto”: a) Allegato B: domanda di partecipazione, secondo modello allegato B o scritta a mano (leggibile), debitamente firmata. Nel caso di un gruppo, ogni componente dovrà compilare questo documento e firmarlo; b) Allegato C: modulo di cessione del copyright e di diffusione e pubblicazione sul sito internet, sui canali social (Facebook, YouTube, etc.) dell’Associazione, secondo modello allegato C o scritta a mano (leggibile), debitamente firmato; 2. Busta B, sigillata e riportante esternamente, pena l’esclusione, la dicitura “Proposta creativa”. Questa busta conterrà la documentazione sotto specificatamente indicata, che sarà unicamente contrassegnata dalla Segreteria con il codice alfanumerico: a) descrizione del progetto in massimo n.2 (due) pagine (caratteristiche meglio specificate al punto2; b) tavola A4 contenente la rappresentazione del marchio elaborato (caratteristiche meglio specificate al punto 2; c) supporto magnetico contenente i file del marchio elaborato (caratteristiche meglio specificate al successivo punto2. Art 8. Motivi di esclusione Non saranno ritenute ammissibili le domande ricadenti anche in uno solo dei seguenti casi: • mancata presentazione e/o sottoscrizione del modello di domanda e/o di uno o più degli allegati previsti dal precedente punto 4, 5 e 6 e 7 secondo le modalità nello stesso previste; • non possedere i requisiti di cui al precedente punto 3 oppure rientrare in uno dei motivi di esclusione descritti nel medesimo punto 4, 5,6,7; • mancata indicazione del “referente di progetto” nel caso di progetto presentato da gruppi; • progetto che contenga riferimenti o evochi elementi di cui al precedente punto 5, ultimo comma; mancata o diversa presentazione delle domande e dei relativi allegati rispetto a come descritto nei precedenti punti 6 e 7; • presentazione oltre il termine di scadenza di cui al precedente punto 6. Art.9 – Valutazione dei progetti. La selezione delle proposte sarà affidata a tre giurie diverse che selezioneranno i finalisti. a) La prima giuria sarà quella pubblica on line che selezionerà dieci finalisti. b) La seconda sarà composta da un panel di artisti, critici, professori, giornalisti c) La terza sarà composta dai soci fondatori soci fondatori. Le domande pervenute saranno esaminate in quattro passaggi: 1. il primo prevede la valutazione formale del rispetto della modalità di presentazione dei plichi e del rispetto dei punti da 3 a 8 di questo bando da parte di una Commissione preposta composta dai Soci dell’Associazione Nuovi Occhi Sul Mugello e da un panel di artisti, critici, professori, giornalisti, 2. Il secondo consiste nella raccolta del giudizio popolare attraverso la pubblicazione in rete delle proposte ricevute. I 10 lavori più votati accederanno al terzo passaggio. 3. La Commissione individuerà le 3 (tre) proposte migliori tra le 10 più votate e 2 (due) ritenute meritevoli. 4. La Commissione presenterà le 5 (cinque) proposte scelte al Consiglio dei Soci Fondatori dell’Associazione, che tra queste deciderà la vincitrice il cui operato è insindacabile e inappellabile. · Qualora il Consiglio non individuasse nessun progetto adeguato agli obiettivi del presente concorso, ha facoltà di non premiare alcuna delle opere presentate. · Il Presidente o suo delegato, sentita la Commissione potrà indicare eventuali suggerimenti e/o modifiche per la messa a punto e/o correzioni all’elaborato selezionato. · Il giudizio della Commissione e del Consiglio sono vincolanti e insindacabili. · Il Consiglio dell’Associazione si riserva la facoltà di poter sempre revocare il concorso per motivi di interesse pubblico. · La Commissione esaminatrice potrà decidere di non procedere alla nomina del vincitore nel caso in cui tutti i progetti presentati non soddisfino le esigenze descritte. · I lavori pervenuti non saranno restituiti. “Nuovi occhi sul Mugello” si impegna ad utilizzare solo ed esclusivamente la proposta risultata eventualmente vincitrice. Eventuali utilizzi parziali di altri loghi saranno concordati con il presentatore. Art. 10 - Calendario a. I lavori proposti dovranno pervenire all’indirizzo e con le modalità descritte nel presente bando tassativamente entro le ore 12 del giorno 27 ottobre 2014. b. L’eventuale vincitore sarà proclamato entro il 16 novembre 2014. c. La cerimonia e mostra espositiva sarà il giorno 30 novembre 2014 in luogo preventivamente reso noto. d. Il risultato del concorso verrà pubblicato sul sito internet istituzionale www.nuoviocchisulmugello.it Art. 11 – Eventuale vincitore – Premio, proprietà, diritti, doveri e responsabilità. a. All’eventuale vincitore “Nuovi occhi sul Mugello” corrisponderà un compenso di € 200,00 (duecento euro), al netto di ogni imposta. b. Qualora designato, il vincitore sarà tenuto a fornire quanto necessario all’utilizzo del logo nelle forme descritte e nelle sue diverse applicazioni entro il 30 novembre 2014. c. L’importo di cui sopra verrà corrisposto al vincitore al momento della consegna con modalità inserita nella scheda di iscrizione (allegato B e C) d. L’Associazione “Nuovi occhi sul Mugello”, per quanto riguarda l’eventuale progetto selezionato come vincitore, acquisisce la proprietà e ogni diritto per l’utilizzazione, la riproduzione, la registrazione, il deposito e la pubblicizzazione senza limiti di tempo e di spazio, compresa l’eventuale concessione dell’utilizzo a terzi del medesimo elaborato. e. Il concorrente che risultasse vincitore non potrà far valere alcun diritto sull’elaborato trasmesso. Il partecipante che risultasse vincitore, con l’approvazione del presente bando, rinuncia a ogni diritto sul logo ed espressamente solleva, manleva e mantiene indenne “Nuovi occhi sul Mugello” da ogni responsabilità verso terzi derivante direttamente o indirettamente dal marchio e/o dal suo utilizzo e/ da eventuali violazioni della proprietà intellettuale. f. Tale iniziativa non è a scopo di lucro ma volta e finalizzata esclusivamente alla sensibilizzazione e valorizzazione del territorio e proteso ad aiutare realtà in difficoltà. Art. 12– Informativa trattamento dati personali. a. A norma e in applicazione del D. Lgs. 30.6.2003, n. 196, i dati personali, comunicati a “Nuovi occhi sul Mugello” nell’ambito del concorso di idee, saranno trattati esclusivamente per le finalità inerenti alla gestione del concorso. b. Titolare del trattamento dei dati personali è “Nuovi Occhi Sul Mugello” con sede in Via Cavour, 25, 50039 Vicchio (FI). Rispetto a tali dati gli interessati potranno esercitare i propri diritti in base all’art. 7 del richiamato D. Lgs. 196/03. Art. 13 - Rimborsi o compensi. Nulla spetta ai concorrenti a titolo di compenso o rimborso per qualsiasi onere connesso alla partecipazione al concorso. Art.14) Condizioni di partecipazione La partecipazione al presente concorso implica da parte di ogni concorrente l’accettazione, senza condizione o riserva alcuna, di tutte le norme e disposizioni contenute nel presente bando e di accettarlo espressamente. Art. 15 – Informazioni. Responsabile del procedimento, trattamento dei dati personali e contatti Il Responsabile del procedimento ai sensi della L.241/1990 è Annamaria Pecoraro; Funzionario dell’Associazione. Il Responsabile del trattamento dei dati ai sensi del D.Lgs. n.196/2003 è l’Associazione Nuovi Occhi sul Mugello e i dati personali contenuti nella documentazione da presentare per la partecipazione al concorso saranno trattati, anche con mezzi informatici, esclusivamente nell’ambito del procedimento per i quali sono richiesti. Per informazioni, si contatti il Responsabile del procedimento ai seguenti recapiti: • email: info@nuoviocchisulmugello.it info e regolamento: www.nuoviocchisulmugello.it Evento FB: https://www.facebook.com/events/678647852223791 Il Presidente Il Responsabile del procedimento Serena Latini Annamaria Pecoraro (Firma autografa sostituita a mezzo stampa (Firma autografa sostituita a mezzo stampa ai sensi dell’art.3, comma 2 del D.Lgs. n.39/1993) ai sensi dell’art.3, comma 2 del D.Lgs. n.39/1993) ALLEGATO A SINTESI STORICA TERRITORIO Mugello Il Mugello è un laboratorio millenario di cultura proteso all'aiuto concreto di realtà in difficoltà. Molto apprezzato all'estero per il vero senso, ("le verdi colline del Mugello in certi momenti dell'anno somigliano ai paesaggi d'Irlanda") da avere le potenzialità da promuovere. Il Mugello è da sempre stato il laboratorio "segreto" di tante attività, di uomini e donne che hanno contribuito a dare luce, a quanto poi di più bello, veniva portato alle corti e nei salotti delle nobiltà. In pochi sanno o si ricordano che il Mugello è la culla dell' Umanesimo e del Rinascimento. Ha dato i natali a Giotto (Colle di Vespignano) e al Beato Angelico. Nomi di calibro che hanno segnato l'arte figurativa a livello mondiale. Ma l'origine del termine “Mugello” impiegato già in fonti letterarie del VI secolo d.C. per identificare la regione. Insediamento di etruschi (Rovinaie, Frascole e Poggio Colla), romani, longobardi e la stessa via Francigena accompagna nel percorso naturalistico o dallo stesso uomo costruite, come possiamo vedere con il Lago di Bilancino. E’ il cuore pulsante di storia e passaggi incisivi, possiamo ricordare: Carlo Magno, la Fam. Ubaldini, "Nencia da Barberino", Lorenzo il Magnifico, Bartolomeo Corsini, Diotto, Agostino da Scarperia, Dino Rosoni, Jacopo d'Angelo, Famiglia Demidoff, Bernardo Buontalenti. Ma non finisce qui, è ricco di: - uomini d'onore: Lino Lagi (maresciallo pilota aereo caduto in combattimento nel cielo di Malta, luglio/settembre 1940), Fausto Cellai (Cavaliere e Maresciallo Maggiore dei Carabinieri, medaglia d'argento al Valor Militare, durante la Seconda guerra mondiale) - letterati: Luigi Fiacchi, Ferruccio Ulivi, Giovanni Della Casa, Filippo Pananti, Orlando Pescetti (Accademico della Crusca),Dino Campana, Angelo Fabroni, Federico Cattani Amadori, Amneris Roselli, Tommaso Poggini, - architetti: Rochus Quirinus Graf zu Lynar (Rocco Guerrini Conte di Linari) - religiosi: Domenico Bartolucci (cardinale, compositore e direttore d'orchestra), Giotto Ulivi, Fiorino Tagliaferri, Angelo Simonetti, Leto Casini, Suor Maria Margherita Diomira Allegri, Gualtiero Bassetti, Lorenzo Milani, - musicisti: Dario Vettori (liutaio), Funk Off ..., - registi e attori: Giovacchino Forzano, Marco Messeri (fedele scudiere di Troisi), Anna Anni (costumista), Mario Ferrero, - pittori e scultori: Pietro Alessio Chini, Francesco Ubertini detto il Bachiacca, Arrigo Dreoni, Lanfranco Raparo (pittore di fama nazionale e professore di storia dell'arte), Francesco Galeotti, Antonio Berti (scultore), Massimo Calderoni, Benvenuto Cellini, Ferruccio Rontini, Rutilio Muti, - medici: Antonio Cocchi, - atleti: Gastone Nencini (ciclista), Emilio Materassi automobilista), Claudio Coralli (calciatore), Vincenzo Castaldi (Maestro Internazionale e sei volte campione italiano di scacchi dal 1936 al 1959), Riccardo Chiarini (ciclista), Mario Baroni (ciclista), Guido Boni (ciclista), Sandro Vignini (calciatore), - politici e giuristi: Guglielmo Pecori Giraldi (conte, militare, senatore italiano, maresciallo d'Italia), Pier Luigi Vigna (procuratore antimafia), Celestino Bianchi (Liberale e patriota. Scrisse il libro “Toscana e Astria” , segretario di Bettino Ricasoli, fu deputato al Parlamento e direttore del giornale “La Nazione”, Federico Cattani Amadori, Bianca Bianchi. ALLEGATO B (da consegnare debitamente compilato in ogni punto pena esclusione). DOMANDA DI PARTECIPAZIONE Il sottoscritto (nome dell’autore/del referente del gruppo/legale rappresentante - in caso di Società, Impresa, Agenzia indicare la ragione sociale) NOME …………………………………………… COGNOME ……………………….. LUOGO DI NASCITA ………………………… DATA DI NASCITA …………………………………… INDIRIZZO …………………………….. N°….. CAP……. CITTA’ ……………………………… CODICE FISCALE …………………………..…….PARTITAIVA……………………………..……… TELEFONO ……………………………………………. E-MAIL ……………………………………………… CHIEDE di partecipare al ““Concorso Idee Grafiche per Logo Nuovi Occhi sul Mugello” DICHIARA Sotto la propria responsabilità: □ di aver preso visione e di accettare tutte le clausole contenute nel bando senza condizione alcuna; □ di autorizzare i’Associazione Nuovi Occhi sul Mugello al trattamento dei dati personali per la sola espletazione delle pratiche relative al concorso ai sensi del Decreto Legislativo 196/2003; □ Dichiaro che il testo che presento è frutto del mio ingegno e che ne detengo i diritti a ogni titolo. □ Autorizzo l’organizzazione a pubblicare il mio testo nel catalogo e nel calendario nel caso risultasse vincitore o segnalato, secondo quanto stabilito dall’art. 2 al 15 del bando di concorso. Firma [legale rappresentante (genitore, professore o di chi fa le veci) – autore – referente gruppo] ……………………………………………………………………………………….. Firma degli eventuali componenti del gruppo ………………………………………………………………………………………… Data ALLEGATO C (da consegnare debitamente compilato in ogni punto pena esclusione). MODULO CESSIONE DI COPYRIGHT Io sottoscritto (nome dell’autore/del referente del gruppo/legale rappresentante - In caso di Società, Impresa, Agenzia indicare la ragione sociale) _______________________________ Dichiaro/iamo che quanto da me/noi presentato è opera originale di cui si garantisce la piena disponibilità. Autorizzo/iamo l’utilizzo dell’elaborato presentato per iniziative espositive e editoriali curate dall’Associazione Nuovi Occhi sul Mugello in merito al “Concorso Idee Grafiche per Logo Nuovi Occhi sul Mugello” Nel caso in cui la proposta da me/noi presentata risulti vincitrice mi/ci impegno/amo a: • cedere irrevocabilmente all’ Associazione Nuovi Occhi sul Mugello, titolare materiale del concorso, tutti i diritti esclusivi di utilizzazione economica della proposta con l’autorizzazione esclusiva e illimitata a sfruttare anche commercialmente questi diritti, nonché a esercitare ogni autorità derivante dai medesimi in tutto il mondo; • riconoscere che la remunerazione sarà limitata al premio indicato nel presente bando, e che non saranno avanzate ulteriori richieste finalizzate all’ottenimento di un qualsiasi utile derivante dallo sfruttamento commerciale della proposta; • concedere all’ Associazione Nuovi Occhi sul Mugello il consenso per lo sfruttamento, la riproduzione e l’utilizzo della proposta in qualsiasi forma, compresa la riproduzione mediante mezzi elettronici, la sua protezione quale marchio registrato; • concedere all’ Associazione Nuovi Occhi sul Mugello di avvalersi della proposta per l’inserimento nei prodotti dedicati alla comunicazione e alla promozione del luogo, conseguentemente l’esposizione al pubblico; • partecipare a una conferenza stampa per la presentazione del logo. Firma dell’Autore/referente gruppo ……………………………………………………………………………………. Firma degli eventuali componenti del gruppo ……………………………………………………………………………………. …………………………………………………………………………………… Firma del legale rappresentante [genitore, professore o di chi fa le veci]della Società, Impresa, Agenzia ……………………………………………………………………………………. Autorizzo al trattamento dei dati personali per la sola espletazione delle pratiche relative al concorso ai sensi del Decreto Legislativo 196/2003. □Accetto Firma…………………………………………………………… Data_______________
Tanti altri casi di malagiustizia: la notizia criminis per Enzo Tortora è scaturita dal rilevamento di una agendina nella quale gli inquirenti non seppero decifrare un nome: Tortona non Tortora. Inoltre vi sono stati errori giudiziari per omonimia ma anche carte di identità smarrite dove qualcuno ha provveduto a lasciarle nel luogo del delitto. Insomma tanti casi strani e inquietanti o se vogliamo definirli anche sfortunati. Infine c'è il caso di mio fratello Aldo Scardella, in cui l'elemento più probatorio più rilevante per l'inquirente è stato l'acquisto di un quotidiano,comprato la mattina presto il giorno dopo il delitto per il quale fu accusato. Per il P.M. fu strana quella sete di notizie: per lui,era un modo per crearsi un alibi ed essere al corrente dello stato delle indagini. Questo P.M. aggravò la sua immagine e purtroppo la sorte di mio fratello quando oltrepassò l'indagine sommaria non scarcerandolo (ne lui e tutti gli altri colleghi). La norma, non prevede l'interpretazione del magistrato, quindi la scarcerazione per mio fratello doveva essere automatica. Nella magistratura Italiana è evidente che c’è qualcosa che non va:non fate finta di non vedere o di non accorgervene. Cristiano Scardella |
Deliri Progressivi
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Marzo 2020
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