Mi domando come oggi potremmo vivere senza l'arte ed in particolare per il sottoscritto senza musica. Un incontro, (purtroppo virtuale come il modo di oggi di vivere a causa del covid-19) con Larsen Premoli, per parlare del suo nuovo progetto benefico "Rec It Be" e anche dei suoi magnifici Rec Lab Studios. Una bella chiacchierata che vi invito a leggere. Ciao Larsen! Innanzitutto complimenti per questo progetto che pur non essendo un amante dei Beatles, dopo averlo ascoltato ho decisamente apprezzato. Ti chiedo come nasce e come hai avuto lo spunto per creare "Rec It Be"? Ciao e grazie per l’invito! Ormai la bellissima famiglia di amici artisti che abbiamo costruito, grazie ai RecLab Studios, in questi ultimi anni si è tantissimo allargata e ogni tanto ci piace creare iniziative per dare qualcosa indietro a tutti i musicisti, che ci danno la fiducia e la responsabilità di dar forma alle loro ambizioni discografiche! In occasione dell’ VIII anniversario degli studios, abbiamo colto l’occasione per fare un remake dell’ottavo album dei PinkFloyd, e nacque il progetto “The Return to The Dark Side of The Moon”. Avvicinandoci all’undicesimo anniversario del Lab, abbiamo identificato un altro clamoroso master piece nei Beatles, selezionando dunque il loro undicesimo album inciso (poi uscito come dodicesimo e ultimo della loro carriera). Così ecco che Let it Be è stata la base di lavoro per il progetto “Rec it Be”, una nuova occasione di prendere almeno tre diverse generazioni di musicisti e inserirli in un pezzo di storia, che proprio questo 8 Maggio 2020 compirà i suoi primi 50 anni! Mettere insieme ben 73 artisti in un disco non credo sia cosa facile. Come sono stati scelti e in che modo hai dato loro, i compiti di lavoro? Memore della precedente esperienza, posso dirti che è stato in realtà piuttosto semplice, è stato se vuoi più complesso dover fare delle scelte per non poterne accogliere 300! Così di tantissime band, ci sono alcuni rappresentanti, così da allargare il più possibile il coinvolgimento e la visibilità verso la maggior parte dei nostri affezionatissimi artisti! Ognuno ha ricevuto il brano, la parte, e un bel prontuario contenente aneddoti, la storia e i fatti storici legati all’incisione del proprio brano, in modo da potersi (da settembre a dicembre 2019) recare uno alla volta in studio per realizzare la propria incisione, e successivamente un’intervista narrativa! I Rec Lab Studios sono veramente un bellissimo progetto. Immagino le soddisfazioni! Ci racconti qualcosa di questi undici anni passati e magari qualche idea per i prossimi? RecLab è casa mia, è cresciuto con me e mi ha permesso di produrre centinaia e centinaia di prodotti discografici, consentendomi di conoscere un così ampio numero di persone che dedicano parte della propria vita a scrivere, comporre, performare arte sonora. Oggi abbiamo probabilmente il più ampio parco strumenti messi a disposizione di chi vuole registrare un brano o un album, coprendo un range di strumenti e amplificatori e effetti che racchiude il meglio dagli anni ’60 a oggi: il nostro utente medio può presentarsi in mutande con le proprie idee e trovare grosso modo tutto ciò che gli serve per disegnare al meglio il proprio sound. Idee per i prossimi? Continuare in questa direzione - una direzione completamente in controtendenza con usi costumi e mercato, che vediamo sta pagando molto - dedicando cura attenzione e affrontando ogni lavoro con grande responsabilità e attenzione verso le necessità e la soddisfazione degli artisti. Non mancheremo di tenervi aggiornati! Io sono sempre stato asettico verso i Beatles spostandomi da sempre verso gli Stones, ma mi rendo conto che questo sia l'unico album beatlesiano che mi piace ascoltare. Il tuo amore per i ragazzi di Liverpool dove nasce, visto che ti conoscevo in modo molto rock penso all'esperienza con i Fire Trails ad esempio? E’ sempre un buon momento per redimersi hihi, io stesso non sono arrivato ai Beatles da fanciullo, diciamo che ho affrontato tutto a ritroso fino ad imbattermici, e dopo esser passato da passioni adolescenziali per il rock e il prog, anni 90, tornando indietro agli 80, amando alla follia i ’70, arrivato ai Beatles puoi renderti perfettamente conto di quanto nei Beatles trovi già il seme e l’idea di qualsiasi cosa sia stata fatta dopo. Mc Cartney è dannatamente più rock di Pino Scotto, e lo è anche quando interpreta The Long and Winding Road o Golden Slumbers, non per forza urlando in Helter Skelter o in I’ve Got a Feeling, perché “rock” non è doppia cassa o distorsioni - o mandare affanculo il “papà di Gimmi” -. Sai cosa si dice dei palestrati no? Bhè io penso un po’ la stessa cosa dei “suoni grossi e cattivi”. Di questo progetto esiste anche un docu-film, diciamo che hai deciso di non farti mancare niente. Ti va di presentarcelo? Let it Be non solo è stato l’ultimo disco della band, ma la sua storia ci racconta che è stato anche il primo prototipo di reality show, nonché il primo docu-album della storia: pensa che gran parte del disco non solo è incisa dal vivo, ma lo è durante quel famoso storico concerto sul tetto del palazzo della loro label, inciso a 4°C in pieno inverno Londinese e senza il confort di oggi - in ear monitor, autotune e post produzione - con i poliziotti che facevano irruzione per interrompere la performance… non è abbastanza rock’n’roll? Let it Be uscì come cofanetto (anche qui il primo della storia!) con il vinile, un album di foto, e contestualmente con un film-documentario nei cinema. Abbiamo ripreso tutte le fasi di recording e le interviste ai 73 protagonisti, e ne è uscito un film, che abbiamo distribuito a puntate attraverso YouTube, e di cui presenteremo il 9 Maggio una director’s cut di circa due ore in diretta Facebook! I proventi di questo progetto che ricordo è benefico a chi andranno e perché? Già dal progetto Floydiano del 2017 sono stato piacevolmente coinvolto come ambassador da una meravigliosa associazione di volontari chiamata Oscar’s Angels, che opera in maniera molto concreta e diretta nei reparti oncologico-pediatrici dei principali ospedali, nel nostro caso quelli Italiani. Dedicare i proventi di un progetto nato per il piacere di coinvolgere e regalare un’esperienza ai nostri clienti-artisti è di per sé per noi doveroso, così ciò che deriva dallo streaming, le vendite del disco online e nelle bellissime copie fisiche, o il merchandising. Abbiamo finanziato tutto noi con gli studios quindi se qualcuno vuole portarsi a casa un pezzettino di questo progetto è sicuro che ogni centesimo diventa un gesto concreto verso un bimbo o un ragazzo che sta soffrendo le pene dell’inferno: ne approfitto per invitarvi a fare un giro su reclab.it/recitbe dove si può accedere anche allo shop dove fare offerte e ricevere in pochi giorni a casa ciò che più piace! Oggi il mondo è purtroppo fermo a causa della pandemìa, ma pensi in futuro che ci possa essere un live di questo progetto? Ed eventualmente ci racconti come penseresti di fare? Il concerto era previsto per il 9 Maggio con - oltre i 73 protagonisti - tutta un’ulteriore serie di ospiti, insomma un concerto con almeno un centinaio di musicisti che si alternano, una cosa davvero enorme! Lo riprogrammeremo quando tutto sarà rientrato in sicurezza. Come dicevamo quella sera organizzeremo un cinema virtuale dove guardare tutti assieme il documentario sulla nostra pagina facebook.com/reclab proprio come al cinema, con l’intervallo di 5 minuti a metà, ma con la comodità del divano di casa! Ne approfitto per dire a chi avesse già preso il biglietto su TicketOne di tenerlo stretto perché quando sarà tutto chiaro, annunceremo la nuova data di svolgimento, sempre al Legend di Milano! Grazie mille e ancora complimenti, ti va adesso di salutare i nostri lettori di Deliri Progressivi? Grazie mille a voi, è sempre un piacere! Se siete fruitori della musica, piantatela di ascoltarla aggratis e COMPERATE I DISCHI, nelle nuove meravigliose indistruttibili forme digitali anche, se invece siete dei produttori di musica, quindi artisti, musicisti, cantanti, venite a trovarci… e chiunque voi siate, non perdete tempo, non è mai troppo tardi per innamorarsi dei Fab Four, capiti loro tutto il resto vi apparirà un più o meno riuscito tentativo di “provarci di nuovo” hihi! Roberto Bruno
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Maggio 2020
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