In Brasile esistono molti tipi di carnevale, da quello di Salvador de Bahia con i “Trios eletricos” (carri a motore che girano per le strade cittadine diffondendo musica da grossi altoparlanti), a quelli di San Paolo, Olinda e Recife. Tutti sono accomunati dalla grande partecipazione popolare perché per il brasiliano il carnevale non è semplicemente un momento di svago, ma una vera e propria festa, nel corso della quale le barriere sociali cadono: ricchi, poveri, bianchi, neri mulatti vivono questi giorni con intenso trasporto, liberando il corpo e la mente da qualsiasi preconcetto e facendo emergere, con stupefacente bellezza, l’animo più autentico di questo popolo, in un’esplosione di musica, balli, colori e profumi, dove la sensualità è ostentata ed esibita con naturalezza e gioia.
Si vive per il carnevale, cogliendo l’attimo ed assaporandolo, perché come recita la stupenda “A felicidade” di Vinicius de Moraes “la tristezza non ha fine, la felicità sì”.
Il carnevale più sfarzoso e conosciuto è senz’altro quello che si tiene a Rio de Janeiro.
Nato negli anni trenta sul modello delle feste in maschera d’importazione europea, ha finito per assumere con il tempo delle caratteristiche specifiche grazie a temi e contenuti locali mescolati con il retaggio della cultura africana.
Il carnevale carioca si svolge al Sambodromo, impianto progettato dal famoso architetto Oscar Niemeyer e che si estende per una lunghezza di quasi un chilometro: ai lati di questo viale s’innalzano delle tribune che accolgono sino a 85.000 spettatori. Lungo questo percorso sfilano ogni anno le scuole di samba che presentano i loro ”enredo” o temi, spesso a sfondo sociale, oppure legati alla storia brasiliana o alla celebrazione di personaggi famosi.
Queste scuole, vere e proprie istituzioni territoriali ed espressione più autentica delle varie comunità legate ai quartieri, lavorano tutto l’anno per allestire l’enredo che intendono rappresentare. Sono composte da un nutrito gruppo di persone che possono arrivare anche a qualche migliaio, e da uno stuolo di coreografi e tecnici. Ciascuna escola de samba sfila lungo il Sambodromo con un preciso metodo.
Ci sono le “ali” con centinaia di sambisti che indossano variopinti costumi in tema con l’enredo, poi i grandi carri, stupende opere d’arte, che sviluppano il racconto, quindi la banda musicale (batteria) e il cantante, che interpreta senza interruzioni il motivo o la canzone che spiega il tema stesso. In testa al defile si distinguono la commissione frontale, una sorta di avanguardia della scuola, le vecchie baiane (anziane donne che rappresentano la tradizione) e i porta-bandeira che sventolano il vessillo della propria scuola.
In mezzo a tutto ciò, un tripudio di colori e luci da cui spiccano, in tutta la loro sensuale avvenenza, le ballerine i cui costumi (spesso anche del tutto assenti) nulla lasciano all’immaginazione.
Fra le tante escolas de samba che vale la pena menzionare per la loro storia, o per le numerose vittorie ottenute, ci sono Salgueiro, Beija-Flor, Mangueira, Imperatriz Leopoldinense, Portela, Tijuca, delle vere e proprie “squadre” dotate di propri colori sociale e seguite da moltissimi appassionati.
Eugenio Nascimbeni