(*) presa dalla rete Simone Guaragno: diplomato ragioniere programmatore e scrittore dall’età di 14 anni; oggi è poeta, aforista, romanziere e saggista. “Emozione”. Vi siete mai chiesti qual è il significato di questa parola tanto usata e, forse, abusata? Ebbene “emozione” viene dal latino e, come un po’ si intuisce, simboleggia l’atto del “muovere” o, meglio ancora, smuovere. Insomma, lo scuotere profondamente qualcosa che proviene da dentro per portarla fuori. Il termine indica, dunque, di mostrare l’agitazione del nostro intimo in tutta la sua forza. Qual è il senso di negarci la libertà di “muovere” le emozioni per donarle e, invece, le teniamo dentro? Può un gabbiano non usare le ali? Si è mai visto un pesce che nuota senza pinne? La natura ha creato i fiori rimproverandoli se sbocciano? Stiamo contravvenendo al senso originario della parola per ingabbiare uno dei regali più grandi che abbiamo dalla nascita: “Emozionarci”. L’essere umano dovrebbe impegnarsi a salvaguardare il patrimonio del suo spirito perché è la natura che gliel’ha offerto ed è un elemento vitale che lo caratterizza. Qualche giorno fa, camminando per strada, mi sono soffermato a osservare le persone: una giovane mamma, da lontano, guarda amorevole il suo piccolo bimbo che compie i primi passi nella vita; una ragazzina che corre con il volto rigato da poche lacrime perché la prima delusione d’amore le ha prosciugato il cuore; un uomo d’affari sgrida, con atteggiamento superiore, la segretaria che aveva fotocopiato un documento sbagliato. Eccoli lì, infine, quel gruppo di gente col volto imperturbabile di cui non riesco a leggere le emozioni, questi esseri che hanno deciso di murare il loro cuore impacchettandolo con una balla di polistirolo formato gigante. Quanto è scomodo rompere quei piccoli pallini, apparentemente, tanto fragili eppure tanto resistenti. Sembra di scavare nei loro cuori strappando l’involucro bianco come facevo da piccolino per scartare un bel regalino elettronico imballato per non romperlo. Tento di grattare per tirar via il rumoroso contenitore bloccato da migliaia di strati espansi invalicabili. Niente da fare! Esisteranno sempre esseri umani che hanno perso, a lungo, l’energia per smuovere quei sentimenti. In altri, invece, non vedo paura di piangere o ridere. Vi è un’ampia massa di emozioni d’ogni tipo, il simbolo di un animo, davvero, senza catene. È così che torna in me la speranza di distruggere le piccole palline bianche per toccare finalmente le zone più profonde di ognuno…finalmente sarà libero il cuore di polistirolo. Simone Guaragno
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Deliri Progressivi
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Settembre 2024
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