Il mio "non amore" deriva dal fatto che l'ep potrebbe essere un'arma a doppio taglio.
Può nascondere la scoperta di un nuovo gruppo che ti ha colpito ed allora ti arrabbi perchè si sa che esiste il detto: "curiosity killed the cat (la curiosità uccise il gatto)", quindi ti mangi le mani perchè quelle poche canzoni, ti hanno colpito e vorresti di più o perchè è invece è capitato che sulla corta distanza, ti fai prendere dal sound di una band che in quattro canzoni ha dato musicalmente il meglio di se stessa e sull'intero lavoro, si perde alla grande.
Stasera parliamo dell'ep degli Slowmother che nella mia problematica descritta, fanno sicuramente parte del primo gruppo, ovvero di quelli che dopo aver ascoltato l'ep in questione cominciano a prudermi le mani perchè vorrei ascoltare di più.
Gli Slowmother sono un duo formato da Alessio (voce e chitarra) e Grace (batteria e cori).
Vagamente miscelano gli anni ottanta più sporchi con del sano blues elettrico.
Il disco sdi apre con "Liar" che ti fa già capire dove i nostri vogliono andare a parare. il territorio del blues regala momenti indimenticabili se si riesce a coglierne l'essenza. liar la cgle in buona parte con una bella chitarra martellante in primo piano.
"Lipstick" è un vero cocktail blueseggiante, la chitarra disegna un groove che finisce per sfociare nel fnale in un assolo alla Billy duffy dei The Cult.
"Outlaw" lascia decisamente i sentieri del blues appena attraversati, per trasformarsi in alternative rock, con qualche venatura di Kaiserchiefs.
"My grave", torna alle origini e devo dire che questo "strano" andirivieni, fa apprezzare ancor di più il sound degli Slowmother. Fa capolino un bell'Hammond in sottofondo.
Quindi come scritto all'inizio, adesso mi prudono le mani e vorrei cercare di capire qualcosa di più, di questo atipico duo italiano e soprattutto delle loro canzoni.
Roberto Bruno