Coraggio di osare vuol dire anche sconvolgere il mondo del liscio romagnolo,
rivedendolo in chiave diversa!
Non è coraggio questo?
Intervista a cura di
Roberto Bruno

Deliri Progressivi ha incontrato per voi una band dal nome molto metallico, ma che con questo genere del rock non ha veramente niente a che fare.
I Mr Zombie Orchestra, hanno un coraggio da leoni, per il nome e soprattutto per il loro genere musicale.
Questi ragassuoli si sono permessi di andare a sconvolgere il mondo del liscio romagnolo, (da sempre molto serioso), rivedendolo in chiave jazz/prog e altro.
Ditemi voi se può mancare loro il coraggio???
Buona lettura ma... prima mettete nel vostro stereo un bel disco di Casadei e poi ascoltate questi ragazzi.
Fatto? Ok adesso potete leggere l'intervista ad Alberto Bazzoli musicista dell'Orchestra..
1) Ciao Alberto, avete decisamente rivisto la scena del liscio romagnolo riscrivendolo in chiave jazz col vostro disco… come nasce quest’ idea e come nasce il vostro progetto soprattutto?
Ciao a tutti, la Mr. Zombie Orchestra, nasce meno di due anni fa, basandosi sul comune linguaggio del jazz e dintorni. Fin da subito, nell’idea stessa del gruppo, c’era la volontà di fare ricerca in direzione di un possibile repertorio “italiano”, distaccandosi quindi dai brani americani e da quella cultura che per tanti anni ci ha fatto mettere in secondo piano la nostra.
Questa indagine, oltre a portare alla luce esempi di grande musica, ci ha inevitabilmente portato a confrontarci con la tradizione delle orchestre italiane di una volta. Nel caso specifico di questo disco, essendo 3 su 4 dei nostri romagnoli, non ci si poteva non misurare con la tradizione del “liscio”, la sua musica, i suoi musicisti e le sue orchestre.
Il “liscio”, come viene volgarmente detto, è una musica stupenda che per tanti anni era diventa solo un’ oscura presenza alle feste dell’Unità. Come in tutte le cose, esiste un folklore romagnolo di qualità, fatto di grandi musicisti, che da tanti anni si impegnano a portare questa musica sui palchi ed esistono al momento tante formazioni di giovani che si stanno avvicinando ad essa con l’intenzione di rimettere mano a questa tradizione, rinnovarla e tenerla in vita: noi siamo tra questi.
2) Avete un nome da mondo metal come mai questa scelta?
Per spaventare le signore. (risata)
A parte gli scherzi, il nome è più calzante di quello che possa sembrare.
Lo “Zombie”, come figura del non morto, come qualcosa che pensavi fosse andato ma a volte nei tuoi incubi peggiori ritorna, come qualcosa che ti rimane sullo stomaco ma e ti si ripropone, rappresenta perfettamente la volontà di fondo. Lo “Zombie” descrive magistralmente il rapporto che questo gruppo ha nei confronti della tradizione, in cui mette le mani. Oltre a questo vuole significare anche un modo di suonare slabbrato e sgangherato, che fa parte del nostro suono.
Inoltre ad Halloween riceviamo sempre una marea di proposte per suonare.
Comunque il metal ci piace.
3) I cosidetti puristi del liscio come hanno accolto il vostro progetto?
Questa è una bella domanda e sicuramente avere feedback da questa categoria di utenti sarà l’obbiettivo futuro, finora non siamo riusciti ad averne tanti. Per il momento il rapporto più stretto che abbiamo con questo mondo è con la famiglia Casadei. Loro guardano con curiosità a quello che sta succedendo e sono molto aperti a qualsiasi cosa. Quindi la loro è una risposta sicuramente positiva. Quest’estate hanno organizzato una rassegna tutti i martedì di Luglio e di Agosto, dove giovani formazioni di folklore si alterneranno sul palco dell’Ippodromo di Cesena.
Il vero risultato a cui puntare sono i ballerini, senza di loro questa musica è a metà.
Sarebbe bello conoscere qualcuno che, come noi nella musica, stia lavorando per innovare questo tipo di ballo.
4) Progetti live per questa estate?
Abbiamo diverse date in regione per presentare il disco. In Settembre ci stiamo organizzando per girare un po’ il resto dell’Italia. Si trova tutto sul nostro sito.
5) Qual è il tipo di pubblico che viene ai vostri concerti più jazzistico o più liscio?
Anche questa è un’altra bella domanda. Sul pubblico potrei parlare per ore. Tendenzialmente a mio avviso non c’è la cultura per capire certe cose. L’amante del jazz medio in Italia ha una visione abbastanza chiusa e difficilmente accetta questi fenomeni crossover. Il pubblico del liscio vuole sentire sempre “the same old thing” e certi cambiamenti non sempre sono presi con gioia. Per non parlare del fatto che ormai il pubblico della musica è fatto quasi esclusivamente di musicisti o addetti ai lavori e questa è una cosa che veramente non sopporto. Vengono tutti a fare i tecnici e a prenderti le misure quando invece non riescono a godersi la “magia” del concerto. I musicisti i concerti dovrebbero farli non andarli a vedere. Le “folle” non seguono questa musica, guardano x-factor e tutte quelle stronzate, anche perché nessuno gliel’ha mai chiesto, non gli ha mai proposto nient’altro. Se per caso sono andati ad un concerto in un jazz club una sera avranno assistito ad una masturbazione pubblica: musicisti sul palco, che in tutti modi, passano il concerto a far sentire agli “amici” musicisti nel pubblico quanto sono bravi. Ci siamo fottuti il cervello con questa autoreferenzialità e la gente non ci caga più. Ce lo meritiamo. Poi sono d’accordo che l’istruzione media si è abbassata e che la gente è talmente ignorante da aver paura di uscire di casa, ma anche noi abbiamo le nostre colpe. Ecco, per concludere, a me interessa provare comunicare con il pubblico, quello vero, quello che non capisce se stai facendo un accordo maj 7 con il #11 o no, quello che si da per perso. C’è sempre speranza e questa musica che stiamo esplorando ti permette di entrare in contatto con essi, tramite i ricordi, il ritmo gioioso, il virtuosismo populista e questo è interessante. In ogni caso abbiamo l’abitudine di cucire ad hoc il concerto a seconda del contesto e del pubblico che ci troviamo davanti. Abbiamo un repertorio vastissimo e questo ci permette di trovare il pezzo giusto per il momento giusto.
6) Vuoi mandare un saluto ai lettori di Deliri?
Sì, se avete avuto pazienza di leggere tutto quello che sta sopra vi ringrazio e se volete ballare in coppia, cosa ormai molto trasgressiva visto che si è tornati a ballare da soli, venite ad uno dei nostri concerti.
Se invece tu, lettore, sei uno di quei ballerini all’avanguardia di cui parlavo sopra scrivici.
Grazie dell’intervista, a presto
Grazie a te Alberto
Mr Zombie Orchestra:
Alberto Bazzoli (pianoforte)
Riccardo Morandini (chitarra)
Gabriele Laghi (contrabbasso)
Eugenio Primo Saragoni (batteria)
Biografia
Mr Zombie Orchestra sembra una polverosa scatola di 78 giri nella quale si possono trovare vecchi standard statunitensi, blues, canzoni francesi, tanghi, canzoni italiane, arie d'opera, il tutto riportato in vita minando le strutture convenzionali e avvalendosi delle moderne conquiste fatte nel campo jazzistico e non solo. L'improvvisazione, le strutture aperte, i passaggi bruschi da momenti soffusi ad atmosfere nevrotiche sono gli ingredienti attraverso i quali questi brani dimenticati vengono riportati in vita. Obiettivo del gruppo è trovare un punto di accordo tra antico e moderno, tra cultura statunitense e cultura europea, tra Jelly Roll Morton e Secondo Casadei.
Links Mr. Zombie Orchestra:
mrzombieorchestra.wordpress.com
facebook.com/pages/Mr-Zombie-Orchestra
soundcloud.com/mr-zombie-orchestra
Roberto Bruno