È arrivato il momento di pubblicare il primo album a mio nome e magari di fare un tour mondiale,
e tutto questo non solo come batterista"
Intervista a Mario Riso a cura di Roberto Bruno

Buona lettura.
1) Mario iniziamo spiegando cos'è il progetto Rezophonic.
Ho battezzato il progetto Rezohonic come "La nazionale del rock alternativo italiano". Nazionale perché funziona in egual modo della nazionale italiana di calcio, cioè: vengono fatte molte convocazioni e chi è libero in quel momento partecipa. Rezophonic vanta la collaborazione di oltre duecento artisti dal 2006 ad oggi e grazie a dischi video e concerti, abbiamo realizzato fino ad oggi 158 pozzi d'acqua, 15 cisterne e 3 scuole. Lo abbiamo fatto per conto di Amref, questa associazione di cui faccio parte e rappresento. Da pochi giorni è nata una nuova campagna, che farà diventare donatori d'acqua un altro po' di persone. In poche parole questo è il progetto Rezophonic.
2) Parliamo del progetto musicale Rezophonic. Tre dischi, tanti ospiti ma il terzo capitolo da poco uscito l'ho trovato piuttosto diverso rispetto ai primi due è per via della tipologia diversa di ospiti?
Rezophonic è un servizio che noi offriamo alla musica in senso assoluto e non solo al rock o al metal.
Non so se hai notato, ma molti degli artisti che partecipano al progetto, sono artisti che hanno portato avanti la loro carriera con grande fatica, facendo un percorso molto alternativo. Automaticamente col primo album, ho sentito l'esigenza di parlare di pozzi d'acqua in Africa, è successo dopo che sono tornato da un viaggio fatto con la nazionale Artisti Tv e Stelle dello sport. Ho sentito il bisogno di trasformare il mio disco solista che stavo realizzando, in un progetto umanitario, ecco perché ho scelto il nome Rezophonic, la pronuncia infatti lo fa somigliare al mio cognome. Questo disco doveva essere il tributo ai miei vent'anni di carriera, ma dopo quell'esperienza, gli ho cambiato destinazione. Il secondo album invece mi ha dato la possibilità di parlare di acqua a 360 gradi.
Parlare di acqua in Africa, quando in alcune zone d'Italia ancora l'acqua viene centellinata, mi ha fatto venir voglia di parlarne a livello più grande. Da qui il singolo con Caparezza "Nell'acqua".
Questo terzo album per me era importante che fosse complementare ai due precedenti, non solo musicalmente, ma anche a livello di tematica, va a rafforzare ancor di più, i contenuti dei dischi precedenti. A me piace vivere Rezophonic come un grande circo e mi piace accontentare tutti gli spettatori che vengono a vederci o gli acquirenti dei nostri dischi. Ecco perché stavolta c'è più presenza di artisti rap, reggae o altro. Ci sono i Sud Sound System con la loro Patchanka. Volevo insomma offrire qualcosa di complementare, la tematica ad esempio non parla più solo di acqua ma parla anche di spreco proprio. Stiamo vivendo un momento molto difficile, dove purtroppo ci sono grossi problemi economici e ci sono molte meno possibilità di poter donare dei soldi per aiutare le persone meno fortunate, quindi è nata una riflessione che dice:" Se non hai questa fortuna, almeno stai attento a non sprecarla, anche per salvaguardare la terra per chi verrà dopo di noi." Riflessioni che sfociano nel singolo "Dalla a me (io sicuramente non la spreco)" e nel suono del terzo disco che se lo pensi unito agli altri due ci dà la possibilità di fare uno spettacolo ancora più coinvolgente.
3) I testi delle canzoni di Rezophonic sono scritti da te?
Di solito le scrivo io, ma mi sono anche avvalso della collaborazione di altri artisti che sicuramente scrivono canzoni meglio di me e che hanno anche una capacità dialettica che apprezzo moltissimo.
Nel primo album c'è stata la collaborazione con Max Zanotti dei Deasonika, Pau dei Negrita, Diego Mancino, che erano artisti di un certo tipo. Nel secondo ci sono stati Caparezza, Enrico Ruggeri, Olly (The Fire), mentre in questo terzo album, col quale volevo parlare in maniera più diretta , ringrazio Dandy dei Two Fingers che ha scritto parte del testo di "Dalla a me" e devo dire che questa collaborazione ha centrato in pieno l'obiettivo, in quanto penso che oggi il rap sia l'unico genere che riesce a raccontare delle storie in maniera molto diretta. Un tempo era la musica rock, ma ultimamente il rock sta perdendo questa forza, quindi ho provato ad usare il rap per parlare in maniera più efficace.
4) Per gli ospiti dei concerti live invece cosa succede?
Cerchiamo di organizzarci delle date naturalmente, ma essendo Rezophonic un progetto che si basa sulla disponibilità degli artisti, ecco che accade qualcosa di magico e per gli ospiti è tutto una sorpresa e specie lo è per il pubblico. Gli ospiti arrivano nelle date dei Rezophonic a secondo della libertà dai loro impegni e può capitare ad esempio che il giorno 20 sia disponibile qualcuno ed il giorno 21 qualcun altro.
Praticamente ci sentiamo un po' come i selezionatori di una nazionale, mandiamo delle convocazioni con della mail agli artisti e in base a chi è disponibile organizziamo uno spettacolo su misura.
Chiaramente non facciamo prove, ma in questi anni abbiamo imparato a conoscerci, un po' come faceva Frank Zappa negli anni settanta.
Ognuno arriva sul palco e fa la sua parte cercando di rendere lo spettacolo più bello possibile.
5) Vedo che in questo terzo album ci sono delle cover, ad esempio "Mistero " o Peter Pan di Ruggeri ma soprattutto mi ha incuriosito lo stravolgimento di " Woda Woda" dei Litfiba ...
Questo terzo disco è nato in maniera un po' particolare.
Ti spiego: il primo album è uscito nel 2006, il secondo nel 2010, il terzo nel 2014. Mediamente ci metto 4 anni. Questo principalmente perché Rezophonic è un progetto umanitario quindi diciamo che ci prendiamo il tempo che ci serve, quindi quando decidiamo di fare qualcosa, aspettiamo il nostro momento migliore.
Ciò non toglie che dal 2010 ad oggi, di cose ne sono successe e nel periodo della registrazione, Ruggeri stava in sala a registrare il suo best, e mi chiese di partecipare come Rezophonic rivedendo alcune canzoni sue.
Una di queste fu inserita nel suo album, l'altra a distanza di qualche anno l'abbiamo inserita dentro il nostro disco.
Ad esempio la stessa cosa è accaduta per il brano dei Motorhead, ci fu un tributo a Lemmy (cantante dei Motorhead) , mi chiesero di parteciparvi con Rezophonic ed in quell'occasione coinvolsi Billy Sheean al basso (Extreme), Alex Britti alla chitarra elettrica, accompagnati alla voce da molti cantanti italiani e cosi' decidemmo di pubblicarla nel disco. "Woda woda" invece ha una sua storia particolare. Un giorno controllando la mail mi hanno domandato se conoscessi la canzone "Woda woda" dei Litfiba, io cordialmente risposi di no, e che sarei andato ad ascoltarla. La mail era stata mandata proprio da Piero Pelù. Rimasi esterrefatto quando mi resi conto che i Litfiba, parlavano dell'importanza dell'acqua già nel lontano 1990. Per cui la canzone era bellissima, il testo praticamente anticipava ciò che il nostro progetto sta facendo dal 2006 ad oggi e così fu proprio Piero che mi suggerì di risuonare questa canzone, che lui avrebbe cantato all'interno del brano assieme ad altri artisti, tra cui Cristina Scabbia, praticamente una nazionale di artisti italiani che si è messa in gioco per rivedere un brano così bello ma soprattutto così importante nel significato proprio alla luce di ciò che stiamo portando avanti come progetto.
6) Nelle mie vene scorre sangue metallico, quindi ti chiedo lumi sull'ultima traccia del disco ovvero: "Maid runner", è una cavalcata pazzesca!!!!!
Ti ringrazio e ti racconto tutto: era il 1983 e sognavo di diventare un musicista metal. come tutti i ragazzi con quella passione decisi di voler conoscere ogni strumento, non solo la batteria ma anche la chitarra , il basso, e ti dico che "Maid runner" è stata la prima canzone che ho scritto in vita mia con la chitarra. La suonavo in una band dove con me c'erano Tommy e Francesco Massara. Maid runner era anche il nome della band, questo brano l'ho ripescato nel 2014 e praticamente ci ho messo trent'anni a registrarlo. ho voluto inserirlo in questo disco per condividerlo con me e con tutte le persone che amano il metal. Mi sono divertito molto a suonarlo e ti dico che sentendolo potrai notare una batteria molto virtuosa.
7) Mario Riso extra Rezophonic invece che progetti ha?
Negli ultimi anni mi sono rimesso a fare seriamente il batterista, studio, cerco sempre di migliorarmi e sto preparando un disco d'esordio come musicista solista e sarà un compendio di generi musicali diversi che ho amato o che amo tuttora. È arrivato il momento di pubblicare il primo album a mio nome e magari di fare un tour mondiale, e tutto questo non solo come batterista. Ci sarà una bellissima opportunità anche per Rezophonic che voglio condividere con te e cioè praticamente il progetto supererà i confini nazionali. Abbiamo raccolto tutti i brani in inglese e li ripubblichiamo in una versione internazionale assieme a due singoli in italiano e con questo lavoro abbiamo la possibilità di far conoscere il progetto in tutto il mondo. Abbiamo suonato per quattro concerti a Londra, siamo stati allo Sziget Festival in Ungheria, siamo stati 9 giorni in Russia, per la precisione a Mosca, dove abbiamo suonato ogni sera e cosa importante: vincendo un mondiale per artisti di 16 nazioni e fra tutti abbiamo vinto come "Best band in the world" e siamo arrivati secondi con "Nell'acqua" come The Best song proprio a Mosca circa due mesi fa.
Proprio questa cosa ci ha fatto riflettere sul progetto che possa avere anche una cassa di risonanza internazionale
8) Il tuo batterista preferito?
Ti faccio tre nomi importanti: John Bonham (Led Zeppelin) Neal Pert (Rush) e Stewart Copeland (The Police) ognuno per tre motivi diversi. Comunque sono molti i batteristi che amo, e amo la batteria come strumento in primis.
Roberto Bruno