Leggendo l'intervista, vi accorgerete che è veramente un bel personaggio.
Intervista a cura di Roberto Bruno
Nasce dalla voglia di esaudire un desiderio di tante persone, che mi chiedono da tempo di cantare in italiano e dalla presa di consapevolezza che come italiano, ho la mia responsabilità nel cercare di contribuire a conservare, per carità sempre nel piccolo delle mie possibilità, un repertorio splendido e vastissimo che è quello della musica italiana apprezzata in tutto il mondo.
2) La figura del crooner in Italia non è molto comune, nel senso che il genere è seguito da un buon pubblico ma non sono molti gli artisti italiani che intraprendono questo genere, che invece se non erro è partito proprio dall'Italia tanti anni fa esplodendo poi negli States giusto?
Se intendi dire che molti dei grandi crooner si ispirassero ad una tecnica belcantistica di tradizione italiana, e che la maggior parte di loro era italiana di origine, per certi aspetti è così. Ma la figura del crooner nasce proprio negli Stati Uniti con l’invenzione del microfono. Abbiamo avuto tanti grandissimi crooner in Italia, Teddy Reno, Johnny Dorelli, Nicola Arigliano, ma tutti si ispiravano ai modelli americani come Sinatra, Bing Crosby, Dean Martin etc.. Che poi i “crooner” erano i cantanti “pop” degli anni ’40 e ’50 negli Stati Uniti. Da noi li chiamavamo “cantanti confidenziali” per differenziarli dai primi “urlatori” come Celentano o Tony Dallara.
3) In "Made in Italy" ci sono storiche canzoni del repertorio italiano che tu ti sei divertito a sconvolgere, in senso buono naturalmente. Come sei arrivato a scegliere queste canzoni e qual'è quella che ti ha fatto divertire di più durante la registrazione?
C’è voluto tanto tempo a scegliere quali registrare, quali funzionavano meglio con gli arrangiamenti che avevamo pensato, c’abbiamo messo circa un anno e mezzo. Abbiamo scelto quelle che ci colpivano di più al primo ascolto, non per forza le più conosciute. Mi sono divertito in tutto il processo di produzione del disco perché questa volta ho seguito e diretto tutte le sue fasi, dall’idea iniziale, alle preproduzioni, agli arrangiamenti insieme al mio direttore musicale Nino La Piana. Di sicuro mi sono divertito di più nei brani in cui abbiamo registrato con la Big Band. Cantare live con 20 elementi, è sempre un’esperienza che mi emoziona e ti dà una carica pazzesca.
4) Tra gli ospiti c'è anche Melita Toniolo che è il nome che mi ha colpito maggiormente. Questo non per la bellezza di Melita, ma in questo caso perchè non mi aspettavo di trovarla nelle vesti di cantante. Come nasce la collaborazione e soprattutto come si è trovata Melita in questa nuova veste?
Nasce come quasi tutte le mie collaborazioni da un’amicizia, nata perlopiù sul lavoro. Melita ed io ci siamo conosciuti un anno fa su una nave da crociera durante un concorso di bellezza che lei presentava e dove io partecipavo come ospite e giurato. Oltre alla bellezza che tutti voi potete vedere, Melita è una ragazza simpaticissima, intelligente e determinata. Per caso durante delle prove scherzando si è messa a cantare, ed ho sentito che aveva una bella voce. Cantare in pubblico un po’ la imbarazza, ma con un po’ di studio e pratica sono certo che otterrà degli ottimi risultati. La pasta c’è, la grinta pure, e credetemi quando si mette in testa una cosa Melita, la ottiene! Insomma l’idea di divertirci insieme cantando è nata allora. Lei era un po’ più titubante, ma alla fine si è fidata di me, e credo che il risultato finale sia qui a dimostrare che era stata una buona idea.
5) Poi ci sono anche Fabrizio Bosso e Rosario Fiorello, insomma ti sei divertito durante le registrazioni?
Divertito ed emozionato tantissimo. Mi emoziono sempre quando sento suonare Fabrizio Bosso, è il mio trombettista jazz preferito. E vedere Fiorello al lavoro dietro le quinte….che ve lo dico a fare… uno spettacolo. Un ricordo che conserverò con grande riconoscenza e gioia per tutta la vita.
6) Prossimamente hai in previsione di partire per un tour per far conoscere il tuo nuovo album?
Sì, partiremo come data zero del tour da Saronno il 27 novembre, al Teatro Giuditta Pasta, per una serata a favore della Fondazione DMD che lavora da anni per aiutare la ricerca sulla distrofia muscolare di Duchenne. Il tour si sta allestendo, toccheremo diverse città italiane e saremo fra novembre e dicembre anche in diverse città europee. Non senza prima ricordare il 14 novembre , a conclusione del Moncalieri Jazz Festival, Frank Sinatra, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla nascita, insieme alla Gianpaolo Petrini Big Band.
7) Oggi qual'è il sogno musicale di Matteo Brancaleoni?
Sono tanti! Un tour in America e nei paesi dell’Est, alcune collaborazioni che vorrei fare, e uscire con un disco tutto di pezzi miei.
8) Vuoi mandare un saluto ai lettori di Deliri Progressivi?
Ciao ragassi! Mi raccomando inseguite sempre il vostro cuore e la buona musica. Sono sempre i fari migliori. Vi abbraccio forte! Keep on swingin’.
Roberto Bruno