Disco direi dall'impronta decisamente folk, che sinceramente suona molto bene, a suo modo graffiante nellla sua musicalità. Ve lo scrive uno che in questi giorni prima di recensirlo lo ha ascoltato (volentieri) molte volte.
Il disco apre con "Hold on", già da questo brano si capiscono le intenzioni musicali di Damien.
Bella voce ottima sonorità il pop sempre elegante che si mescola col folk. Ottimo inizio.
"I'm not leaving" apre con una bella armonica, diciamo che in questo caso il folk la fa da padrone sul pop;
la voce di Mc Fly si avvicina molto come tonalità a quella di Dave Matthews.
Una bella cavalcata che solleva il ritmo del disco. "New start", è il singolo che ha anticipato a suo tempo l'uscita del cd. Il ritmo rallenta decisamente folk e cori non mancano. Non so quale sia stata la ragione della scelta di questa canzone come singolo, sinceramente avrei scelto la traccia che segue ovvero: "Release me" molto più aperta ad una certa radiofonicità, anche se non abbraccia mai una certa commerciabilità di formato scadente. Veramente una bella canzone orecchiabile e ben musicata. "Take me back" è un'altra bella perla. Comincio a credere che questo album fuori dall'Italia verrebe di più considerato. "Losing my self" è un bel pezzo rock che dà aria all'album, prendendo velocità ma sempre con garbo. "I can't reply", sicuramente la mia preferita del disco. Un vortice di saliscendi d'emozione musicale. "Reflection" è una canzone che cresce andando avanti, ancora una volta dimostra Damien di saperci veramente fare ed ancora una volta, il ricordo della splendida Dave Matthews Band si affaccia tra queste note. "Don't steal my wish" alza il livello dell'album decisamente! Un vero e proprio connubio di folk rock. "Call it freedom" è un momento più intimo con un groove acustico molto d'effetto.
"Madness fair" è un altro bel cocktail dove il suono di un pianoforte si mescola con le sonorità decisamente folk del disco. Si giunge all'ultima song dell'album: "The taste of rain" ed è il momento più soft di tutto il disco.
Morbida ed oscura quanto basta per un disco dalle mille anime ma dalla matrice unica che è quella del folk rock, saputo fare. Continuo a pensare che il mercato inglese avrebbe saputo dare più risalto ad un bellissimo disco come questo: "Parallel mirrors".
Roberto Bruno