Nuova stagione autunnale: dieci concerti dal 19 ottobre al 21 dicembre
Tra i 'big' in cartellone Gianluca Mosole, Paolo Tomelleri,
poLO, The Bilbo Trio e Voodoo Sound Club
INIZIO LIVE ORE 21.30 – INGRESSO GRATUITO
Grandi maestri e musicisti rampanti, concerti di stampo classico e live d'avantgarde:
da Quinto la tradizione jazz incontra la sperimentazione in un cartellone fortemente contaminato,
questa volta interamente dedicato al meglio della scena jazzy italiana.
Dieci serate dal cuore caldo nel bel mezzo delle brume autunnali, all'ora in cui i chiassosi refrain del weekend diventano confidenze fatte sottovoce sullo scollinamento verso la nuova settimana, in uno spazio performativo che
(a vederlo) non ha quasi nulla del music club (al di fuori delle grandi rotte musicali e al limitare tra l'aperta campagna e la città) e che, pure, è un posto talmente d'incanto che... nemmeno sai cos'è.
E siccome (per dirla con Baricco) “quando non sai cos'è, allora è jazz”, nessun luogo più di Quinto può essere culla dell'unica musica in cui la stessa nota può essere suonata notte dopo notte,
ma ogni volta in modo diverso. Il jazz, ovviamente.
Con oltre mille concerti ospitati in neanche vent'anni di attività, Quinto ha visto calpestare il proprio palcoscenico da artisti inimmaginabili: Eliot Zigmund, Rob Mazurek, Vincent Herring, Philip Hamilton, Nick Hampton, Arthur Miles, Randy Ingram, Jeff Platz, Humberto Amesquita, Fernando Tarrés, Joanne Maloney, Kyle Gregory e ancora Roy Paci, Achille Succi, Ermanno Principe, Carlo Atti, Teo Ciavarella, giusto per citarne alcuni.
Ora l'elenco è pronto ad arricchirsi di altri nomi importanti, in una stagione più che mai eterogenea, stratificata, policentrica. Costruita con passione viscerale e alimentata dal sacro fuoco della musica che arde nei titolari del locale, Nino Soldi,Francesca Santini e Pierre Marie Passerini.
Non chiamateli direttori artistici: se non li conoscete ancora,
diventeranno presto compagni di serate raffinatamente festose.
Chi arriva a Picenengo (frazione di Cremona alle porte del capoluogo) può scegliere di varcare la soglia di Quinto
e sedersi semplicemente in un angolo a gustarsi il concerto, accomodarsi a tavola ed ordinare le specialità della casa (che d'autunno, data l'essenza della cucina cremonese, sono ancor più saporite!) oppure sorseggiare un buon bicchiere di vino a un palmo dai musicisti che si esibiscono.
L'INGRESSO È SEMPRE GRATUITO.
L'appuntamento è ogni domenica dalle 21.30 in via Frà Gherardo da Cremona, 6.
E chi volesse prenotare un posto a sedere, può chiamare lo 0372-27454.
Nell'arco della settimana sono, inoltre, in programma dj-set e altri live dal respiro ampio e variegato.
IL PROGRAMMA
Domenica 19 ottobre
GIANLUCA MOSOLE TRIO
Gianluca Mosole (chitarra)
Raffaele Bianco (basso)
Giorgio Murer (batteria)
Domenica 26 ottobre
XY QUARTET
Alessandro Fedrigo (basso acustico)
Nicola Fazzini (sax alto e soprano)
Luigi Vitale (vibrafono)
Luca Colussi (batteria)
Domenica 2 novembre
THE BILBO TRIO
Antonio Fusco (batteria)
Bruno Heinen (pianoforte)
Henrik Jensen (contrabbasso)
Domenica 9 novembre
DANIELE GORGONE TRIO
Daniele Gorgone (pianoforte)
Luciano Milanese (contrabbasso)
Giovanni Paolo Liguori (batteria)
Domenica 16 novembre
FILIPPO COSENTINO TRIO
Filippo Cosentino (chitarra)
Carlo Chirio (basso)
Carlo Gaia (batteria)
Domenica 23 novembre
INGENUI PERVERSI (tributo a Krzysztof Komeda)
Alessandro Dell'Anna (sax)
Fabio Gorlier (pianoforte)
Marco Piccirillo (contrabbasso)
Donato Stolfi (batteria)
Domenica 30 novembre
LAURA FEDELE TRIO
Laura Fedele (voce, pianoforte, fisarmonica)
Stefano Dall'Ora (contrabbasso)
Giò Rossi (batteria e percussioni)
Domenica 7 dicembre
OKEH ORCHESTRA
Paolo Tomelleri (clarinetto)
Vanessa Tagliabue Yorke (voce)
Paolo Birro (pianoforte)
Domenica 14 dicembre – poLO
Michele Salgarello (batteria)
Paolo Porta (sax tenore)
Andrea Lombardini (basso)
Fulvio Sigurtà (tromba e flicorno)
Domenica 21 dicembre
VOODOO SOUND CLUB
Guglielmo Pagnozzi (sax, tastiere, voce)
Reda Zine (chitarra elettrica, guimbrì, voce)
Davide Angelica (chitarra elettrica)
Salvatore Lauriola (basso)
Danilo Mineo (percussioni)
Gaetano Alfonsi (batteria)
GLI ARTISTI
GIANLUCA MOSOLE TRIO. Sulla scena musicale dal 1979 – quando, appena 16enne, vinse un concorso indetto dalla casa discografica CBS –, Gianluca Mosole è un vero e proprio mostro sacro della chitarra, uno tra i pochissimi a suonare da mancino senza invertire le corde: la sua è una tecnica molto complessa che ha dato origine origine a nuove posizioni e diteggiature. In una carriera disseminata di incisioni (per Polygram, Fonit Cetra, Wea, Sugar…) e di live in tutto il mondo (al fianco di artisti come Peter Erskine e Joe e Gino Vannelli Band, oltre che in apertura a divinità della musica fra cui Miles Davis, Gil Evans, Sting, Al Di Meola e Bill Frisell), Mosole ha dato vita a svariati progetti grazie ai quali ha esplorato i territori del jazz in lungo e in largo tra fusion e pop-jazz fino alle più attuali derive digitali. Per la sua ultima fatica discografica – intitolata Verona, Studio & Live – lo straordinario chitarrista si è avvalso del supporto di grandi strumentisti come Phil Mer, Simon Dean, Alex Balestrieri e Raffaele Bianco. Quest’ultimo lo affiancherà anche sul palco di Quinto insieme al batterista Giorgio Murer.
XY QUARTET. Il progetto trae origine dalla volontà del sassofonista Nicola Fazzini e del bassista Alessandro Fedrigo di sperimentare nel campo del jazz nuove formule compositive e improvvisative. Al loro fianco due tra i musicisti più interessanti del panorama jazzistico italiano: il vibrafonista Saverio Tasca e il batterista Luca Colussi.
X e Y sono i due codici che simboleggiano le antitesi da cui nasce il suono del quartetto: musica colta e jazz, nota e rumore, tradizione e innovazione, suono e silenzio, omogeneità e originalità. Gli otto brani confluiti nel debut album suonano tenebrosi, energici e inaspettati.
THE BILBO TRIO. Nato da una lunga ed intensa collaborazione con il pianista e compositore inglese Bruno Heinen, The Bilbo Trio è il nuovo e ambizioso progetto del batterista italiano Antonio Fusco con la partecipazione del brillante contrabbassista Danese Henrik Jensen. Melodia, contemporaneità e groove sono solo alcuni aspetti che evidenziano la visione musicale e compositiva del leader Fusco. The Bilbo Trio propone una versione del piano trio ricercata e ricca di elementi che accomunano le diverse culture musicali, confluendo il pensiero musicale in un unico linguaggio.
DANIELE GORGONE TRIO. Il trio di recente formazione è costituito dal pianista toscano Daniele Gorgone, che vanta già collaborazioni e incisioni discografiche con star internazionali del jazz (Scott Hamilton, Dave Schnitter, Fabrizio Bosso e molti altri), dallo storico contrabbassista Luciano Milanese (a partire dagli Anni '60 punto di riferimento del jazz europeo, dalle sue collaborazioni con Chet Baker a quelle con numerosi jazzisti internazionali) e dal giovane e talentuoso batterista Giovanni Paolo Liguori. La musica del gruppo affonda le proprie radici nella tradizione più pura, ma nello stesso tempo suona decisamente attuale perché esiste e vive nel presente, tenendo conto di tutto ciò che accade artisticamente oggi, filtrato attraverso le esperienze dei tre.
FILIPPO CONSENTINO TRIO. Paola Turci, Francesco Tricarico, Mauro Ermanno Giovanardi,James Thompson, Nick Beccattini, Javier Girotto, Tom Kirkpatrick, Barend Middelhoff, Don Stapleson, Craig Silberschlag, Fabrizio Bosso: sono solo alcune delle collaborazioni intrecciate negli anni da Filippo Cosentino. Dopo l’esordio discografico nel 2011 con Lanes, è recentissima la pubblicazione del sophomore album del chitarrista emiliano Human Being: attraverso la musica il disco pone una domanda e una riflessione sul significato dell’essere umano, affrontata attraverso gli otto brani che costituiscono l’opera e che Cosentino percorre alternando chitarra elettrica, acustica, classica e baritona con il pianoforte. Special guest dell’album, il sassofonista statunitense Michael Rosen (impegnato sia al sax soprano che al tenore) che commenta così questo nuovo lavoro: “Filippo è un artista giovane e molto interessante che rappresenta un po’ un’anomalia sulla scena della musica italiana: in contrapposizione alla corrente piuttosto “purista” del momento attuale nel jazz italiano, ha intrapreso una strada tutta sua, creando una musica allo stesso tempo accessibile ed esotica, che incorpora una varietà di sonorità. (…) Con il secondo cd, dimostra già di essere in possesso di una propria identità e, più importante ancora, di una notevole maturità del pensiero che seguiremo con molto interessamento nei lavori a seguire”.
INGENUI PERVERSI. “Peregrinazioni jazz intorno alla musica di Krzysztof Komeda, suondtracker preferito del grandissimo regista cinematografico Roman Polansky”: così si presenta il progetto ideato da Alessandro Dell'Anna, tenorsassofonista e arrangiatore. Tra teatro dell’assurdo e thriller psicologico, il cinema di Polansky ci ha abituato dagli Anni '60 ad oggi ad apprezzare quella buona dose di aleatorietà e inquietudine che i rapporti umani possono contenere. Nessuno meglio di Krzysztof Komeda, compositore polacco coetaneo del regista, ma tragicamente scomparso neppure quarantenne, ha saputo contribuire alla costruzione delle sue surreali atmosfere filmiche.Ma Komeda è stato anche jazzista di incredibile talento, che in dieci anni (dal 1957 al 1967) ha interpretato in maniera del tutto personale il passaggio epocale dall’hard-bop al free jazz, uscendo dalle cantine della Cracovia sovietica, dove il jazz non era giudicato abbastanza militante (curiosamente all’opposto di quanto accadeva negli USA), per proiettarsi dapprima in Europa e poi oltre. Il quartetto Ingenui perversi (dal titolo del primo lungometraggio da lui musicato, film di Wajda proprio sul jazz nelle cantine polacche sovietiche) traccia un percorso non troppo lineare tra l’hard-bop di
Knife in the Water, le assurdità kafkiano-sataniche di Cul-de-sac e Rosemary’s baby
e l’approdo free del capolavoro discografico di Komeda, Astigmatic.
LAURA FEDELE TRIO. Cantante, pianista, autrice e docente, Laura Fedele ha al suo attivo oltre dieci album, un libro e un gran numero di concerti in Italia e all'estero. La sua personalità poliedrica le ha permesso di esplorare differenti ambiti e stili musicali: il jazz (da sempre sua fonte di ispirazione), il blues, la canzone napoletana, la canzone d'autore, il teatro. L'accompagnano due fra i migliori musicisti del panorama jazz italiano: al contrabbasso Stefano Dall'Ora e alla batteria Giò Rossi. Nell'ultimo lavoro discografico, Monna Lizard, Laura Fedele propone alcuni suoi ottimi originals insieme ad una serie di interessanti cover che vanno da De Andrè a Jovanotti. Un bel disco di canzoni, ricco di atmosfere jazz ma anche di sapori di musiche popolari. Di particolare valore sono i testi delle canzoni della leader: versi intrisi di un certo umore nero e sardonico, immersi in un atmosfera ora ironicamente allucinata, ora inquieta e surreale.
OKEH ORCHESTRA. Paolo Tomelleri è un'autentica leggenda vivente del jazz. Musicista polistrumentista nato nel 1938 a Vicenza in una famiglia dove si respirava musica classica, dopo aver studiato clarinetto al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, nel 1957 entrò da subito a far parte della famiglia dei musicisti di jazz, unendosi nel 1956 ai Windy City Stompers per cominciare una carriera lunghissima, piena di collaborazioni ad alto livello che lo hanno portato attraverso il jazz, la musica classica e la musica leggera italiana a collaborazioni con Lino Patruno, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci... Nel 1960 si 'liberò' del clarinetto, vendendolo ed entrando a far parte come sassofonista di gruppi rock, occupandosi inoltre di arrangiamenti e orchestrazioni. Per anni sassofonista stabile al glorioso jazz club Capolinea a Milano, nel 1971 partecipò al festival di Sanremo come chitarrista nel gruppo Trio Balera accompagnando Adriano Celentano e dirigendo anche l'orchestra del festival in numerosi brani. Presentare un curriculum dettagliato di Tomelleri richiederebbe comunque fiumi d'inchiostro. Con lui sul palco ci sono la cantante Vanessa Tagliabue Yorke (amatissima dai cremonesi per le esibizioni a fianco della Swingers Big Band) e l'ottimo Paolo Birro al pianoforte.
poLO. Il progetto musicale è il risultato della collaborazione tra due dei più importanti compositori e musicisti jazz italiani delle ultime generazioni: Paolo Porta e Andrea Lombardini.
poL0 combina due mondi solo apparentemente lontani:
il suono sofisticato del jazz contemporaneo e i colori scuri e intensi della scena post-punk londinese di fine Anni '70.
Il poker di musicisti in scena sa assumere direzioni imprevedibili, imboccare scorciatoie misteriose e deviare verso territori inesplorati al di là dei confini del jazz, ricorrendo spesso e volentieri ad un’elettronica dal gusto decisamente avanguardistico. Ne risulta un jazz-wave denso e materico che trasfigura le atmosfere acustiche in un nugolo di delay, chorus e magie sintetiche.
Il disco d’esordio del quartetto,
Pleasures, omaggia nel titolo il debut album dei Joy Division ed è edito dall’etichetta Auand,
specializzata nella produzione di alcuni dei lavori più innovativi del panorama jazzistico italiano e internazionale.
I pezzi — nella dimensione live — si caricano di una forza evocativa al limite della psichedelia.
VOODOO SOUND CLUB. Una miscela esplosiva di funky, afrobeat, jazz, gnawa music, afrocuban music, psichedelia e canzoni di lotta ed impegno sociale, che riporta il jazz vicino a tutte le forme di black music che hanno fatto ballare intere generazioni fino all’originale matrice africana: musica 'animista' da ascoltare (ma soprattutto da ballare) in un concerto dalla forte connotazioni sciamanico-rituali. Il repertorio, composto principalmente da brani originali ma anche da cover di Manu Dibango, Fela Kuti e Jimi Hendrix, è interamente dedicato all’energia e al ballo e allo stesso tempo riesce a gratificare anche le orecchie degli ascoltatori più raffinati ed attenti: l’ipnotica ripetitività delle progressioni ritmiche e le torrenziali improvvisazioni del saxofono del leader, intrise di preziosa intensità espressiva, esplodono in una dimensione più rituale ed ancestrale, che coinvolge intensamente il pubblico sul piano intellettuale, fisico ed emotivo. VSC nel corso degli anni ha sperimentato diverse collaborazioni artistiche con featuring del calibro di Roy Paci, Gianluca Petrella e importanti percussionisti africani come Billy Konatè e Sire Doumbouya.
Ufficio stampa
Riccardo Maruti
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