"Io non ho mai avuto le smanie o l’ambizione che scontentasse nel presente. Il presenta va goduto anche quando va così così..... Il fatto di essere giovani è il presupposto per poter fare della propria vita quasi tutto. Fare qualcosa della propria vita e di non aspettarsi nulla dagli altri...Sei Tu quello da cui gli altri devono aspettarsi qualcosa!”
Come mai la scelta dello stadio?
“Questa è una domanda da non fare a me. Io ci ho pensato dal primo giorno. E’ stato un arrivo al momento giusto. E’ il massimo, deve essere non una partenza ma un punto di arrivo e di ripartenza. I passi sono stati fatti valutando tutto. Io non ho mai avuto le smanie o l’ambizione che scontentasse nel presente. Il presenta va goduto anche quando va così così. Vedere anche riempire. Il palasport pieno è grasso che cola”.
Cosa c’è di differente dagli altri show?
“Questo è un ulteriore passo avanti. La differenza è nel tipo di spettacolo è come fare due film: la sceneggiatura è diversa, racconto diverso, medium diverso. Tutto deve essere grande, visibile, coinvolgere essendo uno stadio e trasformarlo in un luogo “raccolto” e intimo. Costruendo con il linguaggio, mezzi, tecnologia, idee, creatività. Cercando di allargare gli orizzonti. Una cavalcata di goduria. Una cosa semplice e complessa allo stesso tempo. Il mio lavoro è il mio hobby e passione principale”.
Sei andato in America per imparare?
“In America si imparano un sacco di cose. Nel nostro mondo dello show business lì si imparano molto. Noi abbiamo insegnato a loro e loro hanno imparato bene. Gli allestimenti, le messe in scena. Anche la loro grande capacità di essere un mondo giovane e in grado di celebrarsi. Noi dovremo imparare da loro. Ogni giorno è la festa di qualcosa: mai perdono occasione di essere l’America. Diversamente da noi; ove ogni occasione è buona per sminuirci, dividerci. Questo ci regala un carattere, che ci rende distaccati dalle cose. Ma la loro presenza nel mondo è “miticamente moderna”, noi lo sappiamo fare, ma ci abbiamo perso gusto. Abbiamo insegnato a fare film, musica, vestiti, cucinare. Andando fuori dall’Italia è la cosa che salta subito all’occhio. Siamo investiti in un’esplosione di noi, negli occhi delle persone quando dici che sei “italiano”, e predispone alla positività. I nostri studenti, che escono dalle università, sono molto rispettati all’estero. Vivendo fuori salta all’occhio”.
Insomma ti sei integrato bene?
“Mah, io mi integro bene ovunque: sono un integratore :) ”.
L’album in inglese quando uscirà?
“Non lo so, uscirà prima o poi. Ora sono in uno stato concentrato su questi concerti. Questo tour è impegnativo, nel senso buono: inteso come festa da organizzare in casa, le energie vanno lì”.
Prendendo spunto da un intervento di Alessandro Baricco tuo scrittore e amico in un intervento fatto alla Repubblica delle idee a Firenze ha detto che all’età di 50 anni ha scoperto la cattiveria. Tutti dovremmo distruggere qualcosa in Italia, perché dalla distruzione può nascere qualcosa. Tornate alla cattiveria perché è uno strumento utile per rigenerarci. Cosa ne pensi?
“Dovrei vederlo questo intervento, poiché mi sembra una sintesi. La cattiveria è una brutta cosa, io sfuggo dalla gente cattiva. Il discorso avrà una piega poetica, letteraria. Baricco mi piace come ragiona, è un grande frequentatore della modernità una persona attenta ai cambiamenti, sarebbe la prima volta che mi trovo in disaccordo quindi avrà detto qualcosa di più intelligente che non sono pronto a commentare se non vedo”.
Come sei arrivato ai “i tre allegri e ragazzi morti” (il gruppo che Lorenzo ha invitato come supporter del tour, ndr)?
Sono un fan, mi piacciono, avevo provato a coinvolgerli nello scorso tour, ma non ci eravamo riusciti”.
Ma ti sei creato una missione di coinvolgere realtà diverse?
“L’idea di base è personale, come ascoltando un bel disco e lo vuoi proporre a chi incontri per strada. Io lo dico rivolto a un pubblico di ragazzi che arrivano qui due-tre ore prima e propongo qualcosa che ritengo”.
Cosa dobbiamo aspettarci dal punto di vista fisico del palco?
Il palco è enorme, ma non è una gara a chi monta più ferro. E’ strutturato e funzionale allo spettacolo. La collaborazione con il light designer di Toronto Andrew J.Pen che ha sviluppato un idea innovativa di luci”.
Cosa si deve fare secondo te in Italia?
“Cose importanti, leggi sul lavoro, leggi elettorali. Le cose che servono al Paese. Fondere entusiasmo”.
Che consiglio daresti ai giovani?
“Più che un consiglio è un abbraccio e una spinta: “come dire va!!”. Il fatto di essere giovani è il presupposto per poter fare della propria vita quasi tutto. Fare qualcosa della propria vita e di non aspettarsi nulla dagli altri. Il mio consiglio può sembrare duro, poiché ho una certa età! “Sei Tu quello da cui gli altri devono aspettarsi qualcosa!”.
Nei 5 minuti prima di salire sulle scalette, ti viene in mente al Lorenzo di “Give me five”? Ti saresti mai immaginato di arrivare fino a qui?
“Ci penso ancora. Non ho mai immaginato. Non ho mai visualizzato il successo. Ho sempre agito in maniera. Un parallelo con un libro (edito da Arcana)scritto su di me da un ragazzo con l’analogia su Pinocchio. Per trovare noi stessi si deve lasciare il “babbino”.
Essere qui a Firenze, in questo stadio è un’emozione in più per te?
“Beh, si ho visto concerti a destra e manca e non ci ho visto mai nessun concerto. Qui ha suonato Patti Smith, il Boss.
Nella tua carriera cosa ti fa sentire fortunato?
“Tante cose, il fatto di poter cantare canzoni che possono fare emozionare la gente”.
Già al lavoro la macchina organizzativa in vista del concerto del 23 giugno. Da qualche giorno è attivo il sito internet www.lorenzoafirenze.it dove sono pubblicate info e curiosità del concerto, oltre ad orari, navette, bus, treni, parcheggi e altre notizie utili. Il giorno del concerto un social team coordinato da Aperion.it, terrà costantemente informato il pubblico, comunicando tutto quello che c’è da sapere e che succede in città. Il sito andrà ad affiancare il canale ufficiale web della Prg, www.bitconcerti.it.
A dieci giorni dall’evento sono già 33.000 i biglietti venduti, molti dei quali fuori dalla Toscana, rimangono gli ultimi 5000 tagliandi. Sul palco, oltre ai Tre Allegri Ragazzi Morti, ci sarà anche una star del djing italiano, Ralf. E ovviamente Lorenzo, oltre due ore di spettacolo che attingono a piene mani dal recente “Backup Lorenzo 1987-2012”, una raccolta che “pesa come un volume della Treccani”, come ha detto il musicista di Cortona, in cui scorrono venticinque anni di carriera, attraverso capisaldi e inediti, collaborazioni, rarità, remix, outakes e versioni alternative.
Annamaria Pecoraro
(Articolo pubblicato su Toscana Musiche: http://www.toscanamusiche.it/jovanotti-che-emozione-nello-stadio-di-patti-smith/)