Un percorso adrenalinico, che corre e trova in questi “Eroi nel vento” il messaggio di cantare “Tzinganata”, diventando protagonisti e ricordando di alzare sempre la testa e non di essere “la preda”.
Desaparecidos, che fanno cantare a squarciagola una folla fibrillante ed emozionata da cotanta meraviglia umana. Artisti, che hanno scelto, in quest’Amarcord, la chiave di contatto diretto con il pubblico!
“Tanta roba”, oserei dire e grande è la capacità dei Litfiba di motivare chi si avvicina a loro!
Nati in un momento dove la gente era “gasata”e faceva a gara e km, per comprare un disco, hanno trovato il format per raggiungere cuore e anima.
In questi tempi, dove la musica è metaforicamente in trasformazione tecnologica, i Litfiba sono una “macchina rivoluzionaria”, controcorrente, ma sempre attenta alle esigenze, poiché vive in mezzo alla gente e si fa parte in un tutto.
Interessati a pressare e investire in cultura, i Litfiba ritrovano la grinta iniziale, proponendo i loro primi 3 album. Una scintilla rinata dal concerto del 1 giugno 2012 a Firenze (giorno commemorativo della scomparsa del batterista Ringo), per riproporre l’attività sfrenata degli anni ’80, rispolverando giorno dopo giorno, canzoni e portando concretamente date in Italia.
Un percorso adrenalinico, che corre e trova in questi “Eroi nel vento” il messaggio di cantare “Tzinganata”, diventando protagonisti e ricordando di alzare sempre la testa e non di essere “la preda”. Concretezza che splende e risuona, in fotogrammi da “Transea” a “Versante est”, ricordando quanto siamo precari su questa terra di “Lulù e Marléne”.
La loro forza è “ballata” d’emozioni che trasudano vita… vite; ritrovate insieme in una “elettrica danza” e risuonando in “re del silenzio”.
Senza fare ostaggi, sono trascinatori di entusiasmo e raccontano ai “ragazzacci” presenti quanto sentirsi “cane” ferito, sia una condizione che accomuna tutti.
Come fare a uscire da questa spirale di crisi???
Piero incita e dice “gira nel mio cerchio”, e trasporta, prendendo per mano, accompagnato dalla chitarra frenetica di Ghigo, dal maestro marchese Aiazzi alle tastiere, dal forsennato ritmo alla batteria del giovane Martelli e dal ritrovato black -sound del basso di Maroccolo. La vitalità è il finger print, che li ha resi grandi.
Da “Louisiana”, “Paname”, “Santiago”, questi ragazzi,di strada ne hanno fatta, e ce ne hanno fatta fare. Cantando, anche “il vento” porta in dono il messaggio di vita: “Ci sei solo tu”, “Amigo” !!!
Un monito che per fare la rivoluzione non serve scappare ma: “Resta”, per cambiare e migliorare quello che c’è! Siamo in fondo tutti un po’ “Tex”, stanchi di bugie e assettati di verità e giustizia!
Annamaria Pecoraro
(Articolo pubblicato su Toscana Musiche: http://www.toscanamusiche.it/litfiba-e-la-trilogia-del-potere-super-live-a-lucca/)