
Era il 1979, quando la Poetessa Rock Patricia Smith, fece il suo ingresso in Toscana; allo stadio Franchi di Firenze, generando fermento e seminando la sua arte. A distanza di 40anni, la sua voce d’angelo (un po’ meno la sua vita), canta con la stessa grinta di allora, incitando i suoi fan alla Pace e ricordando “YOU’RE FREE” con “Privilege”, nel cuore di Prato.
Percorrendo “Redondo Beach” o immergendosi nella celebrazione di cover di Eddi Cohran “ Summertime Blues” o “Gloria” o in “My Generation” degli Who, è facile lasciarsi andare al ritmo.
Oltre le “Distant fingers” dello spazio, quello che fa parte del Dna di esperienza e del talento, Patty lo mostra con la sua armonia di tessitrice di sogni!.
Un’icona della musica, che sfoggia la sua umiltà, tra luci psichedeliche e disegnati vortici di emozioni sul palco.
“Becouse the night”, quando tutto ci può sembrare nero, ci sono sempre milioni di stelle che stanno percorrendo il nostro stesso cammino. Incroci che si incontrano, appassionati dal suono, dalla passione, dalla forza, in una piazza come quella pratese, gremita e assorta.
Attenti protagonisti che ondeggiano o applaudono le mani e con una Patti Smith, nonostante l’età, (classe 1946), porta sul palco la sua voglia di credere e lottare. Canta il suo grande amore “Frederick”, cui dedica la canzone, con le sue lunghe trecce sciolte, accende il filo che lega poesia con la musica.
E’ donna, amica, complice, modello di libertà, poeta, in una “dead city” o “Dancing barefoot”,ovunque lei sia, magicamente lascia la sua memorabile traccia nel “Dream of Life”.
Affiancata dalla sua band: Lenny Kaye (chitarra e voce); da sempre al suo fianco sin dalle prime performance nei locali off di una New York anni ’70 , Lenny Kaye alla chitarra e voce, Jay Dee Daugherty (batteria), Jack Petruzzelli (chitarra) e Tony Shanahan (basso).
Un cerchio che scorre come “Pissing in a river”. Siamo pioggia dorata che scorre lenta o veloce sul filo misterioso della vita. Spesso ci strapazziamo per cercare di afferrare qualcosa di irraggiungibile, senza renderci conto, che quello di cui abbiamo più bisogno, è spesso a portata di mano.
Una Patty da gustare e raccogliere, lasciandola poi cadere dentro come poesia:
“Sono stata in posti peggiori,
sono stata in posti migliori
sono stata in giro ….
E tutto quello che vuoi è una mano soccorrevole.
Per essere sollevata dalla melma, dalla bellezza.
Per essere sollevata”.
(“i tessitori dei sogni” - Patty Smith)
Annamaria Pecoraro