
Che all’”Easy living” non sia stata una serata come le altre, lo si capisce subito dal tipo di pubblico che ha riempito la spiaggetta del Lungarno fiorentino.
Quando a suo tempo a Gianni Maroccolo balenò l’idea di intraprendere il suo primo tour solista, ricordo che propose un vero e proprio sondaggio di opinioni tra i suoi contatti Facebook, a cui moltissimi risposero entusiasti.
D’altronde chi conosce bene il musicista, apprezza oltre alle doti del suo basso anche quelle di una vera e sincera umiltà. In quel sondaggio c’era sicuramente ogni dubbio nel capire se l’idea fosse da realizzare o meno. E direi decisamente che l’osare è valso “Perché nulla è andato perso”. Difatti ieri sera abbiamo assistito alla fine del tour con l’ultima data. Chi era presente alla data dello Studio Krypton, avrà notato come in questi mesi la band sia cresciuta in modo esponenziale.
Il tour nel segno di un Gianni Maroccolo ispirato all’inverosimile, accompagnato da Simone Filippi, Beppe Brotto, Antonio Aiazzi, Andrea Chimenti. Musicisti tutti di alto livello dove la classe non è un optional ma una costante, dove dalla prima data all’ultima c’è stata un elevazione di Andrea Chimenti alle stelle. La sua voce, la sua eleganza sono stati una colonna portante del tour.
Pescando nel repertorio di Gianni solista, ci si ritrova nei mondi di band come i C.S.I, si toccano emisferi come quello dei Joy Division ma ciò che stavolta prende prepotentemente forma e aleggia come spirito è il mondo Litfiba. Siamo a poche centinaia di metri da quella Via Dei Bardi dove tutto ebbe inizio.
Tanti ospiti stasera hanno reso omaggio a Gianni. Ospiti che in quel di Firenze hanno creato la storia di un movimento dark new wave, che negli anni ‘80 hanno fatto del capoluogo toscano l’avamposto musicale italiano per eccellenza. Su quel palco sono saliti: Miro Sassolini e Federico Fiumani: storici Diaframma, Ghigo Renzulli: membro fondatore dei Litfiba, Marco Olivotto e Francesco Chimenti: figlio di Andrea.
Ogni momento, ogni nota, è purezza, è poesia.
Beppe Brotto con la sua collezione di sitar trasmette al pubblico emozioni di stampo indiano.
Antonio Aiazzi gran visir di tasti ed effetti, Simone Filippi che sagacemente ha dato ritmo alla serata.
“Nulla è andato perso” ha conquistato tutti, confermato anche da chi di Maroccolo conosce poco e nulla del suo passato, e … dulcis in fundo, credo che questa sia la vittoria più bella raggiunta.
Tra le poche nuvole ... forse su una di queste, lo spirito del buon Claudio Rocchi sorrideva compiaciuto dal suo nuovo mondo.
Roberto Bruno