![]() Scordatevi le pose perfette. E' tempo di "Antidiva" : il nuovo grido pop di Rettore C’è chi segue le mode, e chi le ha create. E poi c’è Rettore, che le mode le ha sempre superate, con passo leggero e sguardo feroce. Mentre l’industria musicale si affanna a rincorrere trend digitali, algoritmi e tormentoni stagionali, Donatella torna con "Antidiva", un singolo che è insieme un ruggito e una carezza, una dichiarazione di libertà e un invito a disobbedire. “Antidiva” è il brano che apre "Antidiva Putiferio", il suo nuovo album, ed è una critica limpida e feroce alla cultura dell’apparenza che domina i social e, in fondo, anche il mercato musicale. «Io la foto non la faccio e non la posto e non vi taggo», canta con voce tagliente, come solo chi non ha mai avuto bisogno di fingere può fare. Mentre tutto intorno è iper-costruito, filtrato, calibrato per piacere, lei torna a cantare l’essere, e non il mostrarsi. Eppure, nonostante l’energia, la visione, e la storia che si porta dietro, questo ritorno non trova spazio nei palinsesti delle grandi radio. È una verità amara: ci sono artisti che hanno fatto la storia, che hanno cambiato il linguaggio del pop italiano, ma che oggi vengono esclusi dai circuiti promozionali più forti. Ma la verità è che Rettore è ancora troppo avanti per certe logiche. E quando non puoi etichettare un artista, è più facile far finta che non ci sia. Invece Rettore c’è, eccome se c’è. "Antidiva Putiferio" è un disco vitale, pieno di collaborazioni intelligenti e mai scontate: da Beatrice Quinta a Tancredi, da Marta Tenaglia a La Sad. Ogni brano è un mondo che pulsa, che balla, che pensa. L’album è stato accolto con entusiasmo dal pubblico, debuttando al terzo posto della classifica FIMI, segno che la gente vera, quella che ascolta con le orecchie e con la pancia, sa ancora riconoscere la verità quando la sente. Rettore non cerca l’approvazione, non insegue trend: li guarda passare, li commenta, li smonta. È questo che l’ha resa unica. Un’artista capace di attraversare i decenni senza mai diventare prevedibile, che continua a mettersi in gioco senza tradire la sua essenza. Oggi canta ancora con la stessa fame di verità, con quella follia lucida che l’ha sempre fatta brillare. Non ha mai chiesto il permesso di esistere nel sistema. Ed è proprio questo il suo superpotere. In un’epoca in cui anche la musica sembra voler piacere a tutti, Rettore sceglie di essere scomoda, e quindi vera. Le radio mainstream forse non la premiano, ma chi la ascolta lo sa: Donatella non è una nostalgia, è un’utopia viva. Una che ti guarda negli occhi e ti ricorda che essere sé stessi è ancora, e sempre, l’atto più rivoluzionario.
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Deliri Progressivi...Musica oltre le parole... Archivi
Maggio 2025
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