![]() È uscito il nuovo album dei Rockets! Tante cose sono cambiate dal loro esordio, ma gli anni passano e quando un musicista come Fabrice Quagliotti orgogliosamente, porta avanti il progetto nel nome della storia, non puoi che aspettarti cose belle. Molte persone ancora continuano ad aspettare un ritorno alle sonorità del periodo silver, ma dimenticano ahimè, che i Rockets non sono umani; ma sono degli alieni scesi sul pianeta terra, che non sono legati quindi a cliché musicali, ma ogni volta, ogni loro album diventa una nuova avventura, con una nuova pelle. A volte può essere avvincente, a volte può esserlo meno, ma il cuore quello non manca mai, il rispetto dei fans che ancora li seguono è sempre potente. Abbiamo avuto varie mutazioni nel corso degli anni: dal periodo silver al periodo new wave con Sal Solo alla voce. A momenti quasi vicino alla dance elettronica con contaminazioni techno, ad un album come "Wonderland" che adoro tra l'altro. Adesso però con "The final frontier", abbiamo un'altra mutazione, qui c'è del sano rock, che sfiora il progressive, che sa far saltare, ma anche commuovere e sognare. Ma andiamo ad analizzare questo nuovo album dei Rockets: "Ride the sky"(Prometheus) : Ride the Sky and fly with the Rockets. Si, sono tornati in una versione più rock, rieccoli qua pronti a sconvolgere di nuovo, con canzoni vere, con testi che ci riportano nel cosmo e nelle galassie. Rock tosto elegante con la voce di Fabri Kiarelli che è una vera bomba, il vocoder che tanto amo c'è e si fa sentire. È veramente un buon inizio. "Stand on the world": continuo a scrivervi di non cercare il cosiddetto "silverismo" perché siamo nel 2024 e se questi sono i nuovi Rockets, non vedo l'ora di vederli live perchè ci sarà da divertirsi. Altro gran brano ricco di energia. "Flesh and bones": è qualcosa di meraviglioso, una richiesta di diventare umano, un alieno che vuole carne e ossa. L'emozione si fa vera, i miei occhi si commuovono ascoltando e leggendo il testo. "Voglio un cuore che batte, voglio sangue umano, voglio carne e ossa...."; voglio che questa canzone venga assolutamente suonata live, perché voglio commuovermi ancora! "All 4 one (The original sin): Posso definirla una "We will rock you" in chiave Rockets? Un invito ad alzare il volume e a cantare con i nostri, perché la musica è la cura, la sola arma contro questo mondo che sta andando sempre più a rotoli. "Ballade pour la terre": Arriva una instrumental e solo chi mi conosce bene sa quanto ami gli strumentali firmati Rockets , (non parlo solo di "Anastasis"). Potrebbe essere la colonna sonora di un film, ma dal vivo sarà sicuramente un momento meraviglioso durante il live dei Rockets. Maliconia, amore, dedicata al nostro pianeta sempre più malato, sempre più rovinato dal genere umano ed ecco che Fabrice Quagliotti e Gianluca Martino regalano una serenata al nostro amato Pianeta blu. "Break the silence": altro pezzo rock firmato da Fabri Kiarelli che in questo disco ha decisamente il suo da fare con music & lyrics. Bello davvero, un connubio di suoni tra chitarra e tastiere, che fanno da complemento alla voce. Dai su, è il momento veramente di dare ai Rockets la luce artificiale di cui hanno bisogno e meritano sinceramente. "Cosmic castaway": Altri brividi e non solo per la canzone (che è meravigliosa) ma soprattutto perché special guest alla chitarra, troviamo: monsieur Alain Maratrat, che come Fabrice Quagliotti, fa parte degli storici Rockets. La voce di Kiarelli si fa dolcissima, tanto che non sembra lui a cantarla, la chitarra trasmette pace, la canzone è poesia. "Cyber love": Sorrido perché mi ricorda "Turbo Lover" dei Judas Priest, o almeno ha il che di un deja vu o meglio deja sentì. Comunque bella canzone. "Death and resurrection": Questa mi riporta indietro nel tempo ed è forse il brano più silver di questo disco. Sinceramente lo trovo veramente semplice e allo stesso tempo stupendo. "HD1" (The farthest galaxy): Qui Fabrice Quagliotti esagera e fa sentire che tipo di artista sia. Sembra un brano strumentale di prog anni 70 e mi piace da matti. C'è prog, melodia, e potrebbe essere veramente la colonna sonora, per un sogno che sia di un viaggio interstellare. Nella versione in vinile il disco finisce qua, ma nella versione cd continua con delle bonus tracks. "Punk from Mars" (Flyin' bananas): Finalmente più vocoder che per me rappresenta l'effetto Rockets. Una bella canzone sanguigna rockeggiante. Chiudiamo con Epilogue divisa in tre parti. Part 1 "Sitting on a star": Una bellissima canzone che ci porta al viaggio nella memoria lontana, ad un pianeta ridotto alla tristezza, rovinato e il sogno che termina pieno di rimpianto per ciò che ne resta oggi. Part 2 "Final jouney" e Part 3 "Arrival": Stavolta il viaggio termina davvero e il finale è decisamente malinconico. Chissà dove sarà questa frontiera finale e se i nostri viaggiatori la troveranno mai .... Io so solo che i Rockets del 2024 sono dei musicisti eccezionali: FABRICE QUAGLIOTTI Keyboards, piano, vocoder, backing vocals, programming FABRI KIARELLI Voce, chitarre, GIANLUCA MARTINO Chitarra ROSAIRE RICCOBONO: Basso UG MORI: Batterie I Rockets oggi, non sono quelli che forse solo i più stretti di mente, vorrebbero ancora ascoltare ogni volta che esce un loro nuovo album. Qui c'è una evoluzione e un mutamento musicale che ci porta nel 2024 ad essere felici per un album come "The final frontier", che dovrebbe avere il giusto riconoscimento in quanto lo definerei, la sorpresa di questo anno corrente. Fabrice Quagliotti sta portando avanti con onore e maestria il progetto Rockets e con l'ausilio degli altri componenti in particolare di Fabri Kiarelli col quale condivide molte cose, questo progetto spero abbia iniziato un nuovo percorso lungo e lungimirante. A questo punto non ci resta che vederli dal vivo, perché manca sempre meno! Per l'acquisto dei biglietti potete cliccare sul link: https://www.ticketone.it/artist/rockets/www.ticketone.it/artist/rockets/ Roberto Bruno
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