IADORA'S JOURNEY: "JOURNEY 1" L'ALBUM CHE SPERAVI DI ASCOLTARE. LA RECENSIONE DI DELIRI PROGRESSIVI10/15/2024 ![]() oImprovvisamente in una normale serata d'ottobre, accade qualcosa di inaspettato. L'impianto stereo della redazione suona un disco dal titolo "Journey 1" e lì mi rendo conto che questo sarà un disco che meriterà una splendida recensione. Il primo motivo è forse la base di tutto ovvero emana emozione e anche tanta. Visto che mi ritrovo gli occhi lucidi durante l'ascolto e non è certo per l'ora tarda o per la stanchezza, ma proprio per questo disco che è letteralmente emozionante. Composto da undici tracce molto belle, eterogenee, ben suonate e ben cantate. Insomma i presupposti sono follemente positivi, praticamente è amore al primo ascolto, quindi lo riascolto subito. Già la prima canzone: "Quest for acceptance" è letteralmente poesia che spazia dal rock al prog; "Mofu blues" e " Blues with a feeling" (by Little Walter) lo si intende dal titolo stesso sono un blues meraviglioso, di alto livello. Nel frattempo comincio a chiedermi, dove sia stata questa band finora o almeno perché non fosse mai passata da Deliri Progressivi!!!!! A volte basta poco per finire una serata in bellezza. Ma scopriamo un attimo chi sono questi Iadora’s Journey (‘aiadoras giurnei’ pronunciato in italiano), è una formazione fondata nel 2021 da Paolo Zardo composta da quattro elementi: Anna Pavan (voce), Paolo Zardo (chitarre e voce), Alessandro Scolz (bass synth, tastiere ed Hammond), Alessandro Dri (batteria). Nel frattempo continuo l'ascolto e mi immergo nelle sonorità di "Mr Scunk" dove i ragazzi ti sbattono in faccia un funk veramente niente male. "City of light", ci riporta nel rock blue's grezzo, dei seventeen, con la voce di Anna Pavan che mette purezza al sound e Paolo Zardo con la sua chitarra, suda blues' da ogni parte del corpo. Che spettacolo!!!! L'appetito viene mangiando e quindi si continua l'ascolto: arriva "King Freddie", chiudo gli occhi e vedo Stevie Ray (R.I.P.) che imbraccia la sua chitarra e vuole jammare coi ragazzi. "The thrill is gone" è una cover del Re B.B.King ... già di per se un vero masterpiece e ci vuole un gran coraggio per risuonarla, ma i ragazzi ci mettono molto amore e il gioco è fatto, l'esecuzione è meravigliosa. "Can't see me without you" è un ottimo blue's rock di buona fattura. "Riding to the sun" ci porta ai mitici Creedence, on the road con Kerouac, che saluta dal finestrino della Route 66, per poi fermarsi ad ammirare l'alba, sognando con le atmosfere di questo brano, la voce e la chitarra sono i nostri compagni di viaggio, dopo la sosta si riparte cavalcando le highway a bordo di una fiammante HD. "Finally home" sono circa tre minuti di atmosfera musicale molto dolce. In chiusura, arriva "Definitely maybe", il giusto finale di questo disco strepitoso, dove Jeff Beck applaude a questa esecuzione dei nostri ragazzi. Che dire l'emozione c'è e l'ho sentita tutta. Credo che riascolterò ancora molte volte questo splendido disco. Roberto Bruno.
1 Comment
Paolo Zardo
10/15/2024 15:23:07
Gent.mo Roberto Bruno.
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