Deliri Progressivi incontra: Cristiano Turato, per parlarci del suo nuovo album: "La festa".4/29/2020 Ciao Cristiano partiamo subito dal presentarci il tuo nuovo album "La festa" che sta ottenendo buonissimi riconoscimenti. “La festa” nasce nell’agosto del 2019, dopo un concerto in un paesino calabrese. Alle tre di notte ho aperto la finestra del b&b dove alloggiavo e ho cominciato a pensare, guardando la piazza ormai vuota. La festa è l’immagine vera del cuore del nostro Paese, l’Italia, un Paese che negli ultimi venti anni si è piegato a politiche fratricide e togliendo letteralmente la vita a chi ci vive. “La festa” è il mio orgoglio per un popolo che non si piegherà mai e che continuerà a vivere della propria storia insegnandola a chi da quella storia è nato. Ha avuto un processo creativo difficoltoso oppure è nato così in modo sereno e spontaneo? Il disco “La festa” è un dono, una piccola magia tutta da ascoltare. Questo disco nasce spontaneamente perché il tessuto delle storie che racconto vive della realtà delle mie emozioni. Vita vera insomma. "Atlantide" ho saputo che sta avendo riconoscimenti streaming decisamente alti in Brasile. Come te la spieghi questa cosa. Me la spiego con una semplice considerazione, fuori dal nostro Paese, questa è una critica che muovo all’industria della discografia, sanno ancora ascoltare e, se piace, nessuno si toglie la bellezza di un brano. Qui in Italia abbiamo trasformato l’arte in un prodotto da vendere, come si vendessero i pomodori. L’arte è di chi assapora l’anima delle cose e delle persone e non di manager vuoti. Dopo l'esperienza nei Nomadi come vedi questa ripartenza solista e cosa ti aspetti. Prima dell’arrivo nella band citata avevo un vissuto fatto di lavoro quotidiano, di migliaia di chilometri percorsi, di festival e concorsi vinti e un contratto discografico importante in arrivo che purtroppo è volato via. Dopo cinque anni non cambia nulla nella mia vita, continuerò a lavorare duro, a studiare, a scrivere come del resto già sto facendo. Credo di poterti definire un polistrumentista, a parte il canto c'è la chitarra ed anche i sinth se non erro ma qual è la cosa che preferisci fare di più? Ultimante prediligo il pianoforte. Ai tempi dell’accademia l’ho preso in considerazione soltanto tre anni. Ho ripreso a studiarlo e ne sono felice. Questo album esce in un momento molto difficile a causa della situazione sanitaria, come stai vivendo questo periodo e cosa ti ha cambiato a livello di spettacolo il Covid-19? Sto vivendo questo momento, questo rallentare cercando di crescere ancora come uomo. Leggo molto, scrivo e vivo con i miei figli e mia moglie. Chi chiede di tornare alla normalità dovrebbe porsi la domanda se quella di prima fosse la reale condizione in cui un essere umano potesse vivere: io penso di no. L’arte e gli artisti sono in seria difficoltà in questo momento. Cambia l’approccio verso il tuo mestiere e ci sono dei fattori importanti di crescita che dovresti avere in questo momento. Quando tutto tornerà alla normalità pensi di portare in tour il tuo album? Il tour era già calendarizzato e c’erano pure un bel po’ di date da fare. Io e la mia band Francesco Pisana basso e sytnh, Paolo Convertito piano e synth, Francesco Minopoli batteria acustica elettronica e Maurizio Vercon chitarra aspettiamo ai blocchi di partenza. Grazie per la chiacchierata e se ti va puoi mandare un saluto ai lettori di Deliri Progressivi. Un saluto a tutto i lettori di Deliri Progressivi, spegnete la tv e lo smartphone. Prendete un libro quello che sente vostro e leggete, noi siamo in quarantena non il nostro pensare. Ciao! Roberto Bruno
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Maggio 2020
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