![]() Ho sempre sperato di vivere negli anni 70, il decennio che a mio parere personale ha donato tanta bellezza alla musica rock. Di quegli anni ci ricordiamo molto spesso dei Deep Purple, dei Led Zeppelin o dei Black Sabbath. Mi ritrovo oggi improvvisamente catapultato con orecchi e stomaco, in quel magico decennio ascoltando i Blind Golem ed il loro album “Wunderkammer”. Se chiudo gli occhi mi ritrovo coi capelli lunghi un paio di jeans a zampa d’elefante, un birrozzo in mano che ballo felice. Si, perché i Blind Golem sembrano veramente usciti da una Delorean che ti fa viaggiare nel tempo, che in questo caso proviene dai mitici anni '70 Con una copertina del disco che ci porta in pieno progressive rock, troviamo un sound pennellato e odorante invece di hard rock. Ma andiamo a presentarvelo: “Gorgon”: È già un bel cazzotto dritto dritto nello stomaco, dove i mitici Deep Purple la fanno da padroni. Hard Rock allo stato brado e giuro più che la ascolto e più che mi intriga. “Some Kind Of Poert”: Rallentiamo il sound per uno splendida melodic/blues. Ma che bella!!!! “Endless Run”: Ma che bella questa: Le ombre degli Uriah Heep fanno visita ai Blind Golem e si impossessano dei loro strumenti e ci regalano questa perla. Assoli di chitarra e tastiera, cori vocali, firmano una canzone davvero meravigliosa. “Man Of Many Tricks”: Cadenzato hard rock dove il sound non prende assolutamente velocità ma si inasprisce colpendo l’ascoltatore di nuovo allo stomaco. L’assolo di chitarra di Silvano Zago vale da se l’acquisto del disco, ma è la ritmica che fa la sua cosiddetta porca figura. “How Tomorrow Feels”: Posso scrivere che è così bella che mi commuove mentre l’ascolto? Si lo voglio proprio scrivere, una semi ballad semplice nella sua esecuzione, ma che ci riporta in un mondo dove la bellezza dell’hard rock acquisiva veramente emozione. Dove Andrea Vilardo, che canta molto bene in tutto il disco, trasmette mozione, dove l’assolo di Silvano Zago, trasmette poesia. Grazie ragazzi.. “Golem!”: È il sound che sprigiona questa band. Hard Rock contaminato da una tastiera di Simone Bistaffa immerso a piene note nel progressive rock. La grande Bellezza del Rock!!!!! Una super jam dei massimi esecutori dell’HR anni 70, che si è di nuovo impossessata dei nostri Blind Golem. “Just A Feeling”: Quando questa canzone prende fuoco mi aspetto che da un attimo all’altro veda al microfono il Ronnie James Dio, e mi viene in mente l’ultima volta che lo vidi live (credo Monza 2010). Devo dire però che Andrea Vilardo lo ricorda abbastanza in certi momenti. Continuo a pensare che questo disco non abbia momenti bui, che i Blind Golem siano un combo pazzesco. Giuro non esagero ma vorrei invitarvi ad ascoltarli. “It Happened In The Woods”: A volte si pensa di esagerare nel giudicare troppo positivamente un disco. Ma anche questa canzone ci riporta col loro sound, a scavare nel passato, allontanandosi forse dal genere hard per avvicinarsi al progressive... e questa per me è cosa buona. Però così mi è venuto voglia di riascoltare un po’ i magici Camel, che un po’ questa canzone ricorda. “Born Liars”: Qui i “nostri” pigiano di nuovo sull’acceleratore dell’hard rock. Direi che lo fanno molto bene. “Green Eye”: È giunto il momento di dare una bella sterzata al disco. Questo brano ci porta al mitico HR dei 70 con tendenze all’80 che tanta fortuna ha dato alle band FM americane. “Coda... Entering The Wunderkammer”: chiude questo disco secondo me in un modo inaspettato. Una travolgente scalata strumentale in chiave al limite dell’epic. Non mi capita spesso, ma accade quando devo recensire un album che mi arriva da Andromeda Relix, mi sa che questo disco lo ascolterò per molto tempo perché ne vale veramente la pena. Un connubio musicale rock, progressive con decise sonorità seventeen di ottima manifattura. Mi piacerebbe molto vederli live mentre sprigionano quelle note, quel sound decisamente vintage ma anche decisamente immarcescibile. Roberto Bruno
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Maggio 2025
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