Gaber se fosse Gaber, sicuramente avrebbe molto da dire, parlando senza peli sulla lingua e “rimproverando” con la sua genialità (connubio con Luporini), la società. La politica, la libertà, la rivoluzione, la democrazia. Un canto denuncia, teatralmente enfatizzato e opposto a tutte le mode del tempo. Un manifesto di concretezza e di impegno. Questo è lo spettacolo che Andrea Scanzi, ha presentato al Teatro Cinema Excelsior di Reggello e promosso dalla Fondazione Giorgio Gaber. Spezzoni di filmato che hanno percorso l’attività di Giorgio. Anni 60-70, il suo ingresso nel mondo teatrale, (affiancato poi in tour con la grande Mina) e opposto a U. Eco. L’evocazione del tema dell’Albero che percorrerà tutti i suoi spettacoli, fino ad arrivare ad identificarsi con lo stesso uomo o un “ipotetico gabbiano”. “Quando moda è moda”, “Io se fossi Dio”, “Dialogo tra un impegnato e non so”, “Lo shampoo”. C’è solo una strada per questo Poeta rivoluzionario, di un’”illogica allegria”. I monologhi di Gaber, sono lezioni elaborate di proposito per mettere di fronte alle mancanze e agli errori. Rivelazioni che con coscienza, entrano dentro, arrivando a provocare l’intimo “io”. “Chiedo scusa se parlo di Maria”, uno spettacolo di sostanza, che punta a dare senso ai Valori, come l’Amore, la Famiglia, cui spesso si perdono di vista facilmente, tanto da arrivare a utopistiche forme. Negli anni ’80, dopo il caso Moro, si arriva al “Dilemma”, spesso non “digerito”, al “Parlami d’amore Mariù”. Canzoni ed enfasi, narrate nella luce-ombra, fino ad arrivare alla fine degli anni 80 (1988) a proporre tour interamente in prosa come: “ Il grigio” o al ‘91 con “Dio Bambino”. Gaber è il protagonista di ciò che interpreta, sensibile artista (spesso non compreso). Tra alti e bassi, lo ritroviamo poi particolarmente ispirato; quando negli anni 91-92, s’accende di nuovo la voglia di parlare di politica. E’ infatti scoppiato il caso tangentopoli. Quale migliore occasione di fonte d’ispirazione per nuove ironiche canzoni?! Eccolo così a cavalcare la scena con il “Teatro Canzone”. “Lamento Blues”, “Qualcuno era comunista”, “E pensare che c’era un pensiero”. Il Gaber del XXI secolo, arriva alla consapevolezza che “la mia generazione”, ha perso identità e dignità. “Se ci fosse un uomo” (2003), ammalato e stanco lo vede deluso per le scelte che la società fa in funzione del mercato. Si sente come spirito molto vicino a Pasolini, ove rafforza la capacità di vivere, osando oltre ciò che viene imposto; arrivando a identificarsi da albero a gabbiano, amplificando l’intenzione del volo, come speranza, per fuggire dal malessere quotidiano. Un Gaber, che si sente parte di una “razza in estinzione” e che conclude spesso il suo spettacolo con il “suicidio”, (tornando al 1978). Una tematica, che a differenza del tema, e di chi ironizzava facendo morire pure essendo ancora in vita, personaggi dell’epoca (Craxi, Cossiga,Francesca Dellera, Lucio Battisti…). “Forse oggi esteticamente mi rimetto gli slip pervinca, mi rivesto, esco e vedremo come va a finire. C’è una fine per tutto e non è detto che sia sempre la morte!” Andrea Scanzi ha percorso in modo dettagliato e esemplare la cronologia di un artista, sfiorando con una sola punta di malinconia, ma allo stesso tempo incoraggiando a non far morire chi ha speso e dato tanto per un cambiamento proteso al miglioramento. “Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare, come dei gabbiani "ipotetici". E ora?” E ora non ci resta che trovare il modo di non morire e alzandoci in volo, trovare oltre l’indignazione e la follia, il senso, per assaporare con passione quel percorso di speranza che la vita può dare. Annamaria Pecoraro (articolo pubblicato su "Ilmiogiornale.org http://www.ilmiogiornale.org/gaber-se-fosse-gaber-prenderebbe-il-volo-con-andrea-scanzi/)
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Martedì 16 luglio ore 21,30 KanterStrasse Teatro/ Uthopia/tra Cielo e Terra MURO. Vita di NOF4 astronautico ingegnere minerario nel sistema mentale di Francesco Niccolini, Laura Montanari e Fabio Galati con la collaborazione di Luigi Rausa e Filippo Quezel con Marco Brinzi, Simone Martini, Ciro Masella, Riccardo Olivier drammaturgia e regia di Ciro Masella Ingresso 8 euro. Prenotazione consigliata “Colonnello astrale, ingegnere astronautico minerario, scassinatore nucleare.” Si firmava NOF4, stava per Nannetti Oreste Fernando, 4 invece per i posti in cui è stato rinchiuso, un orfanotrofio, un carcere, due manicomi. Uno di questi ultimi a Volterra. Arriva nel 1959. E’ stato arrestato a Roma per oltraggio a pubblico ufficiale e assolto per infermità mentale. La diagnosi per lui è: psicotico grave. Finisce nel padiglione Ferri, quello in cui c’erano le persone che avevano avuto guai con la giustizia. Lì ci resta, con qualche breve spostamento all’interno del manicomio fino alla chiusura della struttura per la legge Basaglia. Muore nel 1994 in una casa famiglia a Volterra. NOF4 voleva scrivere, non gli davano penne e fogli. Allora lui comincia a incidere sui muri esterni del padiglione. Ha lasciato centottanta metri di pensieri incisi. Pensieri che fanno tremar le vene e i polsi. Per dolore, follia, solitudine e bellezza. Francesco Niccolini Info e prenotazioni: 055.6236195 o chille_@libero.it CAPOLINO Domenica 2 giugno, ore 21 Pelago (piazza Ghiberti) ingresso gratuito Il teatro degli Omini fa “Capolino” a Pelago. E la vita di provincia diventa teatro attraverso le parole, le storie e le emozioni dei suoi abitanti. Sono arrivati a Pelago da circa una settimana e si sono mescolati tra la gente del posto. Hanno ascoltato, osservato, registrato, e poi discusso con i passanti, con le persone sedute ai bar, con i ragazzi nelle piazze. E ogni sera hanno trascritto, analizzato, selezionato i momenti più significativi delle loro ricerche. Il tutto per dar voce a chi solitamente non ce l'ha, e per fotografare il presente con lo sguardo dell'arte. Venerdì 24 maggio, grazie a Gli Omini, le parole, le storie e le emozioni degli abitanti di Pelago saranno protagoniste di “Capolino” (piazza Ghiberti alle 21, ingresso libero). E nelle settimane successive il lavoro di raccolta e riproposizione proseguirà con altre indagini per altre tappe. <<Capolino – spiega la compagnia - è il nostro nuovo progetto d’indagine che ora diventa spettacolo: cinque spettacoli in cinque comuni per la precisione, ognuno diverso dall’altro, ognuno riempito dalle parole della gente del posto in cui verrà realizzato. E in più, un evento finale che raccoglie tutto il meglio dei Capolini precedenti>>. Dopo Pelago, l'evento finale - sabato 15 giugno - si terrà al Teatro CRC di Antella, dove Gli Omini proporranno Capolino in una versione che conterrà il meglio delle esperienze raccolte nelle cinque tappe. Gli Omini nascono nel 2006 con lo spettacolo CRisiKo! (Finalista Premio Scenario 2007), primo movimento del progetto "Memoria Del Tempo Presente". Il modo di lavorare della compagnia si affina lungo il percorso dello spettacolo secondo un metodo del tutto particolare: tramite settimane di interviste, Gli Omini costruiscono i loro copioni con le parole della gente di piccoli comuni d´Italia. Lo spettacolo cambia ad ogni replica, per un anno, per poi attestarsi in versione definitiva e procedere senza più settimane di indagine. Con le stesse modalità, Gli Omini approntano il loro secondo lavoro: Gabbato Lo Santo (Vincitore premio del pubblico al concorso "Giovani Realtà - Accademia Nico Pepe" 2008), che ha avuto origine da un progetto di promozione teatrale di Fondazione Toscana Spettacolo, finanziato all´ interno del Patto Stato Regioni Enti Locali per le attività culturali di spettacolo anno 2007. Nel 2009 Gli Omini debuttano con ben tre produzioni: Gabbato Lo Sound (coprodotto da Volterra Teatro 09, versione musicale di Gabbato Lo Santo realizzata con il gruppo "Il Maniscalco Maldestro"); 7Novembre2008 - Un disarmante spettacolo pacchiano (coprodotto da Kilowatt Festival 09, in collaborazione con Armunia e L´arboreto di Mondaino, vincitore del Premio Cruciani al Festival Visioni); TAPPA (terzo spettacolo del progetto "Memoria del tempo presente"). Negli anni 2010 e 2011: Gli Omini lavorano alla stesura del libro "Il Pesce spada non esiste - interviste, racconti, frasi fatte, fiori fritti, in memoria del tempo presente", edito dalla casa editrice Titivillus, in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo. Dal suddetto libro nasce così la lettura-spettacolo "Il pesce spada non esiste"; L´intera compagnia partecipa al nuovo spettacolo del regista Massimiliano Civica, "Sogno d´una notte d´estate", prodotto dal Teatro Stabile dell´Umbria e da Roma Europa Festival. Gli Omini ricominciano a lavorare alle varie "Tappa" a Castiglioncello (Livorno) e Calamandrana (At) e iniziano a lavorare su progetti speciali dei singoli componenti. Negli ultimi anni Gli Omini indagano Scandicci, Campi Bisenzio e l'Oltrarno fiorentino col progetto "Tappa". Nasce il progetto Casamatta, per proteggere le individualità all'interno del gruppo e debuttano così "L´asta del Santo", "L´uovo e il pelo" (spettacolo per bambini) e "Io non sono lei". Gli Omini hanno applicato la loro metodologia d’indagine a: Chiusi della Verna (AR); Capolona (AR); Pennabilli (PS); Prato (circoscrizione Prato Est); Rapolano Terme, nella frazione Serre di Rapolano (SI), Lamporecchio, Abetone, San Marcello Pistoiese, Piteglio e Cutigliano: tutti nella provincia di Pistoia, Gardone Val Trompia (BS), Forlì (FC), Bibbiena (AR), Cavriglia (AR), Abbadia San Salvatore (SI), Fosdinovo (MS), Chiusi (SI), Capo di Ponte (BS), Tor Bella Monaca (Roma), Castiglioncello (LI), Calamandrana (AT), Campi Bisenzio (FI), Scandicci (FI), Firenze (piazza della Passera). Associazione culturale Gli Omini con il sostegno della Regione Toscana UFFICIO STAMPA Marco Mannucci: mannucci@dada.it, Maurizio Busìa: maurizio.busia@gmail.com Mercoledì 6 marzo – ore 21 – biglietto posto unico 5 euro
Teatro Goldoni – via Santa Maria, 15 - Firenze G.B. Pergolesi - D. Cimarosa Livietta e Tracollo Il maestro di cappella Orchestra da Camera Fiorentina Orchestrazione di Elvira Muratore Soprano Maria Gaia Pellegrini Baritono Paolo Pecchioli Direttore Giuseppe Lanzetta Regia Alessandro Calamai Continua mercoledì 6 marzo al Teatro Goldoni di Firenze (ore 21 – biglietto 5 euro) con gli intermezzi “Livietta e Tracollo” di Pergolesi e “Il maestro di cappella” di Cimarosa la rassegna di Teatro Musicale da Camera ideata dall’Orchestra da Camera Fiorentina con il patrocinio del Comune di Firenze e del Maggio Fiorentino Formazione. Un omaggio alla scuola napoletana e alla sua opera buffa che vede protagonisti due giovani e ben avviati cantanti: nel ruolo di Livietta il soprano fiorentino Maria Gaia Pellegrini, vincitrice ex-aequo del Concorso Musicale Città di Firenze “Premio Crescendo”, già in scena al Maggio Musicale, al Festival Pucciniano, all’Estate Fiesolana e di recente nei panni di “Lola” in “Cavalleria rusticana” allestita da Alberto Paloscia e Sergio Licursi. Presente in entrambi gli intermezzi, il baritono Paolo Pecchioli vanta ormai un curriculum di respiro internazionale e svariate incisioni discografiche. Tra le principali esperienze, impossibile non ricordare il suo Re in ”Aida” di Franco Zeffirelli. Sul podio dell’Orchestra da Camera Fiorentina il direttore stabile Giuseppe Lanzetta, nominato di recente Direttore Ospite Principale di MidAmerica Productions alla Carnegie Hall di New York. Orchestrazione di Elvira Muratore, regia di Alessandro Calamai. Organizzata con l’intento di rivalutare quel repertorio di operine e operette spesso assente nei teatri maggiori, la rassegna si articola in 8 appuntamenti in programma fino ad aprile. Direttori e interpreti diversi - tra cui il rinomato basso Rolando Panerai - si cimenteranno con Puccini, Pergolesi, Salieri, Cimarosa, in un cartellone ricco e variegato. Informazioni tel. 055783374 www.orcafi.it. Prevendite circuito Box Office tel. 055-210804 www.boxol.it. -------------------------- . -------------------------- MARIA GAIA PELLEGRINI - Fiorentina, 27 anni, Maria Gaia Pellegrini ha all’attivo numerose esperienze. Debutta giovanissima, a soli dieci anni nel Maggio Musicale, ha partecipato a diverse produzioni all’interno del Festival Pucciniano, dell’Estate Fiesolana e di Opera Festival. Ha interpretato liriche di Bach, Verdi, Débussy, Mozart, Bellini, Schubert, Schumann e Fauré. Ha vinto il secondo premio ex-aequo al Concorso Musicale Città di Firenze “Premio Crescendo” ed è stata scelta dal Maestro Gustav Kuhn come solista al concerto di Natale che si tiene ogni anno presso l’Abbazia di Montegral. Predilige il Romanticismo tedesco e il repertorio operistico ottocentesco. Soprano versatile dotata di una voce interessante ha interpretato svariati ruoli in campo operistico. Lo scorso novembre è andata in scena nel ruolo di Lola in “Cavalleria rusticana”, per la regia di Alberto Paloscia e Sergio Licursi. PAOLO PECCHIOLI – Fiorentino, studia tecnica vocale con grandi maestri quali Renata Scotto, Carlo Bergonzi, Elio Battaglia, Leo Nucci, Magda Oliviero e frequenta l’Accademia Chigiana di Siena. E’ vincitore di numerosi concorsi nazionali e internazionali. Debutta giovanissimo nell’estate del 1990 con Il Filosofo di Campagna di G. Galuppi in cui interpreta il ruolo di Don Tritemio. La partecipazione a festivals internazionali gli ha dato modo di collaborare con affermati direttori d’orchestra fra i quali Riccardo Chailly, Zubin Mehta, Paolo Olmi, Carlo Rizzi, Emanuel Villaume. Fra gli impegni recenti e futuri impossibile non ricordare la sua presenza nel ruolo del Re nella ormai celeberrima Aida di F. Zeffirelli della quale esiste in commercio un bellissimo DVD distribuito dalla TDK, realizzata presso il teatro di Busseto e già trasmesso sulle reti RAI. www.orcafi.it Orchestra da Camera Fiorentina Via Monferrato, 2 - Firenze - Tel 055 783374 - info@orcafi.it Marco Mannucci, Ufficio stampa cell 3477985172 mannucci@dada.it - agendasetting@dada.it Venerdì 14 e sabato 15 dicembre – ore 21 – biglietti 15/12 euro Teatro Cantiere Florida - via Pisana 111r – Firenze DON GIOVANNI traduzione di Cesare Garboli con Alberto Giusta, Antonio Zavatteri, Massimo Brizi, Alessia Giuliani Mariella Speranza e Alex Sassatelli regia di Antonio Zavatteri Don Giovanni di Molière è un’opera sublime e strana sotto molti punti di vista, è una commedia atipica rispetto alla vasta produzione del commediografo francese: ha una trama poco lineare, dei personaggi incredibilmente distanti fra loro - nei caratteri e nell’appartenenza sociale - e forse si potrebbe definire la più Shakespeariana fra le sue creazioni. Questa libertà creativa apparentemente caotica, forse dovuta ad una fretta compositiva da parte dell’autore, e le “psicologie”, ma soprattutto le azioni dei suoi proverbiali protagonisti, regalano a questa commedia un fascino senza paragoni. Don Giovanni si pone in completo conflitto con Dio e con la morale. Questo conflitto è scelto, affermato con forza in contrasto con il pensiero comune e conformista di Sganarello e degli altri “compagni” di scena, e questa scelta rende il protagonista della commedia un essere intellettualmente non comune. Questa ricerca forsennata di “pensiero libero” lo schiaccerà e lo caccerà dritto all’inferno in modo meravigliosamente e sorprendentemente repentino. La Compagnia Gank nasce nel 2002 dalla collaborazione tra Alberto Giusta e Antonio Zavatteri che, dopo varie esperienze con il Teatro Stabile di Genova e dopo aver fondato la compagnia Progetto U.R.T. insieme a Iurij Ferrini, mettono in scena Mojo Mickybo di Owen McCafferty, regia di Iurij Ferrini, Otello, regia di Alberto Giusta e successivamente, nel 2003, Amleto, regia di Antonio Zavatteri. Tante le produzioni e le co-produzioni fino al 2011, anno in cui vengono co-prodotti 2 spettacoli: prima Romeo e Giulietta di Shakespeare con il Teatro Eliseo di Roma, regia di Valerio Binasco con Riccardo Scamarcio, Deniz Ozdogan e gli attori delle compagnie Gank e Gloriababbi, poi il Don Giovanni di Molière, con il Teatro Stabile di Genova, per la regia di Antonio Zavatteri. Estratto rassegna stampa Uno spettacolo che vola alto, mescolando senza avarizia i toni della comicità e della farsa al noir. Il Don Giovanni di Filippo Dini è un uomo che brucia seguendo il fuoco delle proprie passioni… Sganarello è un irresistibile Alberto Giusta. Lo spettacolo, che sposa il divertimento con i contenuti non si limita a raccontare l’attività di seduttore del protagonista. Silvana Zanovello da Il Secolo XIX del 13 ottobre 2011 Al Duse di Genova un esempio mirabile di co-produzione della Compagnia Gank e del Teatro Stabile di Genova. Il Don Giovanni di Molière è un testo eccezionale che suona attuale senza un grammo di polvere. Ottima “l’impaginazione” dello spettacolo creata con fantasia e ironia da Laura Benzi… Clara Rubbi da Il Corriere Mercantile del 13 ottobre 2011 Un Molière originale…Già l’inizio di questa piacevole regia di Antonio Zavatteri è piacevolmente spiazzante. …una strepitosa coppia - parente con tutte le più riuscite accoppiate del nostro teatro - va in scena fuggendo dai parenti delle signore sedotte e abbandonate. Sganarello, il bravo Alberto Giusta, è un imprevedibile mostro di vitalità.. Don Giovanni egregiamente restituito da Filippo Dini… Magistrale la scena con il povero Francesco di Massimo Brizi… Sergio Buttiglieri da Giudizio Universale - 25 ottobre 2011 Uno spettacolo scorrevole e ben confezionato…La sala è gremita, il pubblico applaude e molti si compiacciono di aver scelto bene: “sono bravi, te l’avevo detto, quelli della Gank avevano già fatto altre cose così, belle”. Laura Santini da Mentelocale - 21 ottobre 2011 Biglietti Intero 15 euro, ridotto 12 euro (Riduzione valida per: Cral convenzionati, Carta Cartone, Feltrinelli Card, Tessera Arci, CDO, Soci Aci, Over 65, Under 26, Coin Card, CTS, Officine Teatr'o) Prevendite e prenotazioni Prevendite nei punti vendita Box Office e online www.boxol.it Biglietteria del teatro: da lun a ven orario 10/18 Prenotazioni: 0557135357 cantiere.florida@elsinor.net Teatro Cantiere Florida Via pisana 111r – Firenze - informazioni e prenotazioni: dal lunedì al venerdì orario 09/17 tel 055-7135357 cantiere.florida@elsinor.net - www.teatrocantiereflorida.it Marco Mannucci, (Ufficio stampa) mannucci@dada.it cell 3477985172 |
Deliri progressivi
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