Titolo: Dalla cenere al volo ACQUISTA Autore: Annamaria Dulcinea Pecoraro Collana: Acchiappasogni ISBN: 978-88-9343-075-3 Pagine: 124 Augh! Edizioni - Gruppo Altego srl RECENSIONE A CURA DI ANNA SCARPETTA Quando si legge, con attenzione, un libro di poesie, bisogna sempre interrogarsi, dopo, sui contenuti espressivi di tante belle suggestive parole, scritte di getto da un’anima così particolarmente sensibile. Un’anima, senza dubbio, inquieta, profondamente immersa con se stessa, esaltando nei versi straordinarie emozioni. Ovvero, forti abbracci, sensazioni pregne di tenerezza di amori lasciati, quelli presenti e futuri, come tanta bella, vera, amicizia consolidata. La poetessa Annamaria Pecoraro, in arte Dulcinea, con i suoi versi decide, scrivendo questa silloge poetica, di smuovere, si fa per dire, un po’ di torpore, quando la nostalgia riesce, in maniera inaspettata, a far capolino, nella nostra quotidianità, invadendo altresì l’anima con immancabile tristezza. Eppure, attraverso i suoi versi inconfondibili, ella ci dice che non può essere sempre così lo scorrere veloce del nostro tempo, riverso a volte in un miscuglio di torpore e rimpianto. Spesso la nostalgia sembra volerci mettere il suo zampino, è vero, proprio perché è così brava a stuzzicare i nostri cari ricordi. Difatti, essa è così astuta, quando riesce a condurci verso sentieri davvero inspiegabili. Ebbene, l’autrice, con il suo nuovo lavoro poetico: Dalla cenere al volo, ci ricorda che esiste anche un presente e un futuro. In effetti, ella, dice, con parole semplici e genuine, che la noia permanente impedisce in maniera concreta quel reale riscatto di crescita individuale, dinanzi al mondo e nella nostra mutevole società. E’ ovvio, quel riscatto di crescita così presente, come impulso costante, in ciascun di noi, come se la noia, con la sua strana monotonia, togliesse forze necessarie ad uno scatto possibile e innovativo in chi si sente sempre audacemente competitivo e desidera migliorare se stesso. Altresì, ella cerca di guardare con nuovi occhi un mondo che si presenta con le sue infinite contraddizioni e immancabili dure sfide da poter affrontare e superare dopo con serenità. In effetti, senza l’uso di tutta la nostra incredibile forza rigeneratrice, nonché, essenza vera di rinnovato splendore, capace di smuovere le cose, nel suo reale torpore, senza di essa, non sarà mai possibile nessun riscattato individuale in questo mondo confuso. D’altronde, misurare le proprie forze con gli altri, non è forse questo il vero parametro sociale che ci fa crescere insieme agli altri? Così la poetessa attinge profonda ispirazione dai sentimenti di forte libertà, come si evince in questa sua vivace poesia, Viale della libertà: “Danzavo nel dolore/sbattendo le ali alla presunzione. Ritorno nell’antro nero,/fermando il “tic tac” del cuore, nulla più s’accende (…)”. E proseguendo convinta, termina la poesia quasi inneggiando versi a un canto impagabile dicendo: “(…) Vita nuova è festeggiata in viale della Libertà”. Pag. 27 Ho sempre ritenuto, personalmente, che la poesia nasconda in sé una bellezza infinita, ovvero, una straordinaria magia che rende magico ciò che un poeta esprime coi suoi pensieri e cultura. Difatti, non a caso, l’anima di chi scrive rimane immortalata in una dialettica personale, assai caratteristica, sicchè ne rappresenta lo stile inconfondibile di chi si apre liberamente al mistero infinito della vita, esprimendo le proprie idee e, altresì, abbia voglia d’imporsi al pubblico, con le sue novità editoriali. Invero, questo libro di poesie esce in stampa con queste sottili premesse che si possono recepire sin da subito, valutando così i relativi contenuti incastonati, con audace intento personale, dalla brava poetessa, fiorentina, Annamaria Pecoraro. In questa silloge, tuttavia, ci sono versi che risaltano essenzialmente sentimenti di amore, amicizia consolidata, gioie e sofferenze sofferte con dignitosa personalità, come desideri nascosti in Vorrei: “Vorrei avere il dono dell’ubiquità,/ma non ce l’ho./Vorrei annullare le distanze, ma non posso./ Vorrei starti vicino,/ma spesso sono lontana./Vorrei non ascoltare,/ma sento tutto./Vorrei dire molte parole,/ma spesso il silenzio,/è la sola cosa che mi riesce bene”. Pag. 26 In un’altra poesia, invece, si evince il forte senso dell’amore in assoluto, leggendo Canto Amore: “Canto amore,/perduto in seno di mia madre. Esile respiro abbarbicato/ al muro dell’esistenza. (…) Canto amore,/germogliato in cuori e sguardi,/su volti ribelli ed ingenuo (…)”. Pag. 33 - Il continuo interrogarsi è tipico di forte curiosità di Annamaria. Ella non smette mai di frugare, con minuzioso discernimento, nel profondo di se stessa e va oltre certi confini immaginari, entro i quali i suoi ragionamenti si asserragliano maggiormente con la sua visione. I suoi discorsi, pertanto, la portano spesso a distinguere vari dialoghi intriganti nei meandri dei suoi pensieri, fino al convincimento di certi parametri culturali di sua conoscenza. In effetti, è ciò che si evince dalla poesia Ultimo Carillon: “Il carillon suona la sua melodia,/mentre lenta gira la bambola sul suo magnete./Avanti nello specchio tutto si riflette/mentre nel niente si perde il pensiero. I ricordi vanno e vengono, spinti chissà da quale forza, celati da chissà quale attrito (…)”. Pag. 35 Peraltro, gli scritti pubblicati, della poetessa, mostrano una forte carica di assoluta poliedricità, ricca di bei contenuti espressivi; specie in aforismi, finanche talune belle pagine saggistiche, anche musicali. Altresì, certe sue scelte culturali e novità editoriali la distinguono, dagli altri, come un’icona con grandi capacità culturali. In effetti, i suoi scritti e parecchi interventi girano già tra il pubblico che la segue, anche attraverso il social web in cui ella solitamente è così presente. Mi piace citare ancora un’altra sua poesia riferendosi all’arte, dal titolo Sei roccia: “Sei roccia, sale, mare/ brezza tagliente, àncora vivente./Sei scoperta che fa tremare, arte unica per sognare./Lottando nel mondo, sai ancora ascoltare in silenzio/ giocando col vento. (…) Si può ancora salvare il futuro/ scegliendo di tenere duro. Colorando il senso persino/dove è stato perso (…)”. Pag. 99 In verità, scorrendo, attentamente taluni versi, risulta chiaro l’intento della poetessa a volersi presentare, al pubblico che la segue, con amabile simpatia, come già è avvenuto coi suoi precedenti libri. In sintesi Annamaria, esprime le varie sfaccettature di forti immagini della reale condizione di donna, dicendo nella poesia Sono: “(…) Sono clandestina/ navigante gitana/ attaccata alla vita. Amata/tradita/vestita/punita/Derisa e umiliata/ o un altre, ondata elevata. (…)”. Pag. 21 In conclusione, non poteva mancare un argomento come finale riferito alla mèta nella sua poesia Vorrei essere: “ Vorrei essere meta/tesoro scoperto che non svanisce./L’Elixir d’eterna giovinezza, coperta scaldante, fuoco d’inverno scoppiettante (…)”. Pag. 98 - E, con questi versi davvero scoppiettanti, della brava poetessa Annamaria Pecoraro, non posso che augurarle l’inizio di un altro nuovo libro da presentare al suo pubblico che già la segue, con vivo interesse, e con tanta partecipazione, ai suoi nuovi eventi culturali. ANNA SCARPETTA BREVI NOTE di Anna Scarpetta: Anna Scarpetta è nata a Pozzuoli (Napoli), si è Diplomata Perito Ragioniere a Napoli, ha studiato a Napoli Recitazione e Spettacolo, si è sempre dedicata alla poesia. narrativa e saggistica. Ha ottenuto il 1° Premio in Narrativa a Napoli – premiata Aprile del 2014 presso l’antisala dei Baroni nel Castello del Maschio Angioino, Napoli, concorso Letterario Internazionale promosso da Gianni Manuale. Ha pubblicato otto sillogi poetiche: Poesia, Frantumi di Tempo, L’altra dimensione della vita, Le voci della memoria, Io sono soltanto un granello di sabbia, Sognando la grande Amazzonia, Gocce di rugiada in Ebook, Nella competizione globale. Autore Selezionato anno 2016-2017 Ediotre Ciccio Urso – Avola. E’ stata membro di giuria a Napoli, nei concorsi letterari in lingua e in vernacolo e in altre città italiane. Ha recensito numerosi libri di poesia e narrativa. E’ stata Presidente Onoraria per la Città di Napoli del MOPEITA (Movimento Diffusione della Poesia in Italia). E’ Accademica delle Marche Anconetane. E’ Membro Honoris Causa a Vitae del CDAP (Centro Divulgazione Arte e Poesia). Ha ottenuto numerosi riconoscimenti e prestigiosi premi in molti concorsi letterari in diverse città italiane. Ha firmato e presentato, al Teatro Litta di Milano, Dicembre 1992, con Ciro menale, Regista, in qualità di Aiuto Regia, un lavoro teatrale, “Una barchetta di carta”, tratto liberamente da un lavoro di Fernando Pessoa, La sua Poesia è inserita in tante Antologie in molte regioni italiane. Ha collaborato in molte Riviste Letterarie di notevole prestigio. Rinascita Letteraria, Ribalta, Miscellanea, I poeti del Giorno, Poeti nella Società, Aeropago Cirals, Valori Umani, Treni di Carta DLF di Milano, Orizzonti di Gloria e altre. Hanno scritto di lei: Ada Sibilio Murolo , Sofia Cappuccio, Italo Valente, Giuseppe Porcaro, Ciro Punzo, Anna Aita, Renato De Falco, Giovanni De Caro, Italo Valente, Gennaro Ottavo, Feliciano De Cenzo, Luciano Somma, Graziella Cerbella, Gianni Ianuale , Anna Maria De Vito Sceible, Antonio Luppino, Ernesto Maggio, Silvana Dovere, Giuseppe Carullo, Miranda Clementoni, Francesco Di Benedetto, Michele Miano e Guido Miano – Editore Milano, Anna Maria Folchini Stabile, Marzia Carocci, Lorenzo Spurio, Susanna Polimanti, Annamaria Pecoraro Dulcinea, Nicola Ruggiero Letterato e storico leopardiano
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