In questo senso io dico ’fallo prima che sia troppo tardi’: non c’è mai un ‘troppo tardi’ da un certo punto di vista, ma ci sono delle condizioni che sono poi così difficili e così incancrenite in qualche modo dentro o fuori di noi, che diventa veramente un’impresa difficile riuscire a venirne fuori. Non è mai impossibile ma sicuramente vale la pena prevenire piuttosto che curare dopo. 1. Come nasce l’esigenza di scrivere quello che lei pratica quotidianamente con il suo lavoro? Nasce da due cose basilari: una è quella di voler proprio mettere un po’ a disposizione tutto quello ho imparato e imparo tuttora dal mio lavoro, dal mio percorso con i miei pazienti, che sono i miei maestri più grandi; per cui tutto quello che arriva da loro e che acquisisco grazie al lavoro con loro è qualcosa che vedo funzionare e andare verso la direzione della guarigione, e mi sembra quindi doveroso metterlo a disposizione anche di tutti gli altri; per cui anche se poi qualcuno ne vuole fare uso, può essergli di ispirazione mi sembra utile e interessante poterlo fare; e un po’ è anche proprio una voglia di restituire tutto quello che ho ricevuto in questo percorso personale, con i pazienti, è un po’ il desiderio di restituire al mondo in qualche modo quello che ho avuto, e metterlo a disposizione di chi ne ha voglia. 2. Nel libro sono ripetute parole forti come: Amore, Consapevolezza, Energia, Anima, Essenza, Universo, Compassione … che richiamano le linee guida del pensiero buddista; dove la Metta è essenza, cammino e punto di arrivo. Pensa che ciò che dicevano i latini “mens sana in corpore sano” sia la chiave per vivere meglio? Assolutamente sì i latini la sapevano lunga, ne sapevano molto di più a quanto pare; anche i contenuti del libro sono infatti quello che già in qualche modo dentro di noi sappiamo. E’ fondamentale che il nostro spirito, la nostra Anima (io uso il termine Anima perché contiene un po’ tutto quello che è la parte sottile di noi, mente compresa) sia sano, dove per salute intendo un’interezza, una certa stabilità, un certo equilibrio che ci permette di affrontare la vita con tutte le sue difficoltà, le cose belle, le cose brutte che ci sono normalmente. Sicuramente una mente sana in un corpo sano è ciò che ci permette di mantenere un’armonia, una centratura che sono fondamentali; se vengono a mancare una di queste due cose difficilmente stiamo bene, quasi sempre c’è un disagio che molto spesso è base e terreno fertile per tutto quello che viene chiamato “malattia”. 3. Netto è l’accento sull’importanza del silenzio e dell’ascolto di sé per capire, vedere e imparare a rispettare la verità personale, l’Essenza. In questo cammino per il raggiungimento della gioia e dell’equilibrio, non corre l’uomo il rischio di avvilupparsi nel vortice dell’egocentrismo? Bisogna stare molto attenti: quando si parla dell’ascolto di sé, del mettere se stessi prima degli altri, dello stare attenti alla cura per se stessi. Èfondamentale, ma bisogna fare attenzione a distinguere questa da quello che è l’egoismo, perché l’egoismo è considerare sempre e solo noi stessi, escludendo tutto quello che ci circonda, è mettersi per primi senza considerare che siamo sempre e costantemente connessi con tutti e con tutto. Facciamo parte di un Universo profondamente e intimamente connesso in tutto quello che lo compone. Se dimentichiamo questo sicuramente andiamo in una strada che va a finire in quello che appunto è definito egocentrismo e che non porta mai a qualcosa di molto buono. Mettere invece l’attenzione su di sé, per come è esposto nel libro, quindi l’ascolto di sé nel profondo, è proprio la strada per aprire la consapevolezza al fatto che non solo siamo importanti noi ma allo stesso modo sono importanti tutti gli altri e tutto ciò che ci circonda. Quindi l’ascolto di sé è un invito all’essere consapevoli di quanto c’è di prezioso nella nostra vita personale, ma nel momento in cui prendiamo consapevolezza di questo è automatico che si riconosca anche il valore di tutte le vite che circondano e di tutto ciò che forma l’ambiente che ci circonda. Perciò è proprio esattamente l’opposto dell’egoismo e dell’egocentrismo, è mettere luce su noi stessi per comprendere quanto ogni singola vita abbia un’importanza fondamentale. 4. Il capitolo “L’intelligenza dell’anima” è un bellissimo inno all’anima come Essenza spirituale, dove vi è un’esortazione al silenzio, alla ricerca e all’ascolto, alla pazienza. Però, nel marcare l’importanza della ricerca vi è un monito: “fallo prima che sia troppo tardi”… tardi per cosa? Tardi per provare, per scoprire la modalità per apprezzare il nostro dono principale: la vita. Spesso ci lasciamo trascinare, e viviamo una vita in cui non siamo presenti, in cui affrontiamo tutto passivamente, invece di esserne parte attiva, quindi nonviviamo una vita in pienezza; e quando lasciamo veramente che le cose ci travolgano così tanto, il ‘troppo tardi’ è inteso come la difficoltà poi di smantellare tutto il castello che costruiamo intorno a noi, che dobbiamo dopo sgretolare mattoncino per mattoncino per riprendere fiato, per ritrovare la luce, per poi finalmente riuscire a respirare dentro noi stessi. In questo senso io dico ’fallo prima che sia troppo tardi’: non c’è mai un ‘troppo tardi’ da un certo punto di vista, ma ci sono delle condizioni che sono poi così difficili e così incancrenite in qualche modo dentro o fuori di noi, che diventa veramente un’impresa difficile riuscire a venirne fuori. Non è mai impossibile ma sicuramente vale la pena prevenire piuttosto che curare dopo. 5. L’idea dell’Universo che si prende cura di te e indica sempre la strada giusta, richiama anche passaggi evangelici cruciali in cui Gesù dice: “Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre.” - oppure - “lo Spirito di verità abita con voi ed è in voi”. L’ultimo capitolo, pare essere un inno all’Amore e il passaggio: “siamo costantemente immersi in un flusso d’Amore” richiama alle parole di San Paolo. Il libro sembra essere un crescendo di spiritualità, che messaggio vuole dare e/o lasciare al lettore? Il messaggio è che prima di tutto ciò che noi siamo nella quotidianità a prescindere, e prima di essere il ruolo che abbiamo nella nostra famiglia, quindi madri di…, figli di…, piuttosto che il mestiere e la professione che facciamo, piuttosto che la condizione sociale in cui ci troviamo, prima di tutto questo, prima anche di tutta la nostra storia, quindi gli eventi che in qualche modo descrivono la nostra vita, prima di tutto questo, noi siamo Anime. Se mancasse questo passaggio non saremmo qui appunto a fare la nostra storia quindi il messaggio è proprio questo: non dimentichiamo chi siamo. Se riportiamo la nostra consapevolezza sul fatto che prima di tutte queste cose noi siamo Anime, questo ci predispone alla volontà di onorare la vita intesa come dono veramente diverso. Il messaggio quindi è proprio quello di non dimenticare, di non farsi trascinare dalle maschere che ci mettiamo, volenti o nolenti, consapevoli o inconsapevoli, da tutto quello che interpretiamo, dai ruoli cui siamo chiamati, anche se non necessariamente sono ruoli dove recitiamo una parte, ma siamo chiamati a ricoprire, ma prima di tutto noi siamo Anime, e questo non va mai dimenticato. 6. In questa opera, prevale più l’esperienza acquisita in campo professionale, oppure il cammino che personalmente ha intrapreso nella conoscenza di sé che si fa garante dei risultati positivi che da queste meditazioni suggeriscono? È proprio un insieme direi quasi paritario di queste due cose, anche se ci tengo a ripetere, i miei pazienti sono maestri di vita, di pari passo con la mia professione. Ho sempre ritenuto anche doveroso, aldilà del mio interesse personale, approfondire un percorso interiore per potermi poi porre sul piano di psicoterapeuta. Quindi di pari passo con la mia professione ho sempre lavorato al mio interno, con gli studenti che mi corrispondevano di più. Sicuramente è stato un insieme delle due cose, perché non avrei potuto scrivere questo libro, se non avessi fatto un certo percorso mio, ma anche se non avessi lavorato con così tante persone e avessi potuto toccare con mano quanto tutto quello che c’è scritto funzioni. Non l’ho scoperto io, ma è semplicemente un riportare quello che ho visto funzionare, cosa succede quando si vuole andare nella direzione della guarigione, quindi è un insieme delle due cose. 7. La storia dell’uomo ha visto il passaggio di grandi menti, come il poeta Rumi, il Dalai Lama, passando attraverso i maestri Sufi, menti riconosciute, lette, ascoltate, e tutte hanno decantato a tratti celebrato i valori del silenzio, della compassione, della gentilezza. Sempre la storia ci documenta di risultati disastrosi quando l’uomo non percorre questi cammini. Eppure nonostante tutto è difficile praticare il percorso salutare del silenzio. Come mai secondo lei? Hai ragione, è vero, sembra molto difficile. In realtà è che noi tendiamo a farci trascinare e a identificarci anche nelle cose della vita, come dicevo prima, nel ruolo, nella professione. L’essere umano ha una grande preponderanza mentale, oltre ad essersi distanziato anche un po’ la sua parte spirituale. Quindi la mente, molto potente, tende a farci credere che noi siamo quello che facciamo, che noi siamo l’ambiente che ci circonda, noi siamo il ruolo che abbiamo. E allora, dando ascolto a questa parte veniamo sempre di più trascinati e più ci dimentichiamo del fatto che siamo Anime, e più è facile essere trasportati via e anche essere convinti sinceramente che sia abbastanza inutile mettersi nelle condizioni contrarie, o che comunque sia una cosa talmente difficile da mettere in pratica, che vale la pena lasciar perdere. In realtà si tratta proprio soltanto di fare un cambio di direzione di sguardo, se noi continuiamo a guardare nella direzione del mentale sicuramente veniamo trascinati via. Se cominciamo invece ad abituarci a portare lo sguardo sulla nostra Anima, ricordandoci chi siamo nel profondo (da qui il titolo “La vita che sei”), allora questa diventa quasi naturale, un’esigenza, che poi è una naturalità recuperata perché in realtà dentro di noi c’è sempre stata. Quindi è proprio per questo, perché tendiamo a dare prevalenza alle posizione della mente, che per sua natura va in tutt’altra direzione. È necessario trovare un altro equilibrio, avere una mente che sia sempre chiara e funzionante è importante, ma è fondamentale trovare l’equilibrio altrimenti la predominanza mentale automaticamente ci porta via da lì. 8. Progetti futuri? Nell’immediato sono quelli di proseguire con il mio blog, che è uno spazio a cui tengo moltissimo, Somebliss, dove quotidianamente scrivo, dove c’è un meraviglioso scambio, quella è una cosa che sicuramente continuerà. E poi sinceramente non ti so dire, adesso il libro è ancora fresco fresco. L’idea di scrivere per me è molto bella, perciò magari nel futuro ci potrà essere un secondo libro. Adesso è veramente molto presto per poterlo affermare e quindi confido che le cose arrivino quando devo arrivare. Continuerò a essere sempre presente sul blog e poi vediamo che cosa nasce da lì , che cosa succede. Marialuisa Brunetti
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